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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Processo tentato omicidio Rositani, Maria Antonietta: "La giustizia c'è, io ci credo"

Si è svolta davanti al gup del Tribunale, l'udienza preliminare del processo a carico di Ciro Russo, che nel 2019 tentò di uccidere l'ex moglie bruciandola viva

E' iniziato il processo contro Ciro Russo, l'uomo che, il 13 marzo del 2019, ha tentato di uccidere l'ex moglie Maria Antonietta Rositani, cospargendola con del liquido infiammabile.

Ieri si è tenuta, davanti al gup Valentina Fabiani del Tribunale di Reggio Calabria, l’udienza preliminare del processo a carico del 43enne, napoletano, imputato nel procedimento penale per il tentativo di femminicidio.

Oggi dal suo letto d'ospedale, Maria Antonietta è intervenuta in diretta, nella trasmissione Storie Italiane su Rai1,
condotta da Eleonora Daniele, dal Policlinico di Bari, dove è ancora ricoverata dopo quasi 11 mesi di atroci sofferenze fisiche e psicologiche, per commentare la prima udienza e per dare forza alle vittime di soprusi e violenze.

L'obiettivo? Tornare a casa

E' determinata, sempre di più, Maria Antonietta. Chiede giustizia per sè stessa e per tutte quelle donne che ancora vivono piegate nel silenzio, per quante non ce l'hanno fatta, colpite da demoni tra le mura domestiche, e per le tante che ancora combattono per riconquistare la propria vita e la serenità degli attimi.

"Ieri c'è stato il primo impatto tra lui, i miei genitori e mia figlia. Qui da Bari, ho provato - afferma Maria Antonietta - tanta paura e tanta ansia. Il 30 gennaio si svolgerà proprio in ospedale l'incidente probatorio e non nascondo che provo ansia e paura, perchè potrebbbe esserci anche l'imputato. Anche se so che sarò protetta, sono assistita dall'avvocato Alessandro Elia, il fatto di saperlo a pochi metri da me, mi provoca forti sensazioni".

La dolce guerriera di Reggio Calabria, divenuta ormai il simbolo della lotta contro la violenza e il femminicidio, ribadisce e chiede a gran voce "che la pena sia esemplare non solo per me, ma per tutte quelle donne che subiscono e hanno subito violenza, affinchè questi uomini, che ti vogliono estirpare la vita, possano capire che anche la loro vita in quel momento finisce. Stop alla violenza. Donne, dovete denunciare, perchè la giustizia c'è, io ci credo, ci ho sempre creduto e per questo ho sempre lottato".

Maria Antonietta lascia terapia intensiva

Maria Antonietta Rositani, anche se sofferente, ha deciso di mostrare il suo volto alle telecamere, agli italiani, ai reggini perchè "voglio dimostrare a tutti che Dio esiste, io mi sento di essere miracolata per questo. Mostro il mio viso proprio perchè ci sono, io ce l'ho fatta, in tutte quelle che sono state le avversità.

Non nego, che i dolori sono stati fortissimi, sono ancora fasciata dall'inguine alle caviglie, ho dolori che non riesco più a sopportare, dopo oltre 10 mesi e mezzo la mia soglia si è notevolmente abbassata. Cerco di combattere e mi auguro di tornare presto a casa, lo voglio fare per i miei figli, per la mia famiglia e per me stessa perchè anch'io ho diritto a tornare a fare la mamma e di vivere finalmente fuori da quattro mura". 

Ieri, Ciro Russo, era presente alla prima udienza del processo a suo carico: "mia figlia - ha continuato la Rositani - mi ha detto che aveva la stessa faccia che aveva a casa: spavalda. Questa cosa mi ha molto spaventata e per questo mi auguro che abbia una pena certa perchè ho paura che lui, una volta uscito, possa continuare a farmi del male. E' una cosa che mi terrorizza". 

L'appello di Maria Antonietta contro il rapper Junior Cally

Poi l'ennesimo appello alle donne: "Finalmente ci possano essere delle misure che ci proteggono, e che ci possono anche aiutare, lì quando andiamo a chiedere aiuto, a poter denunciare questi uomini.

Non è facile arrivare a denunciare subito. Non è facile perchè in una donna scatta un meccanismo fatto di mille pensieri, di mille paure. Donne, dovete andare a denunciare, voi Istituzioni ci dovete sempre tutelare, sia prima che dopo, e che questi uomini vengano condannati come se fossero veri e propri omicidi.

A me hanno detto tentato omicidio, ma il mio ex compagno di vita mi ha tolto la vita già per 11 mesi. Mi ha reso inerte in un letto. Questi uomini vanno condannati con pene forti, pene certe, come se fossero condannati per omicidio. Devono rimanere in carcere, perchè quello è il loro posto".

Processo e parti civili

L’Unione Donne in Italia, rappresentata dall’avvocato Stefania Polimeni e l’associazione Insieme a Marianna, con l’avvocato Caterina Gatto hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile al processo che è stata ammessa dal gup sul presupposto della loro legittimazione a tutelare un interesse delle quali sono portatrici, vale a dire la tutela della donna vittima di violenza e maltrattamenti, interesse leso dai reati contestati al signor Ciro Russo.

Sono state ammesse anche le richieste dei familiari, assistiti dagli avvocati Massimiliano Santaiti e Maria Leonardo. Rigettata invece la richiesta avanzata dal Comune di Reggio Calabria.

La causa è stata rinviata al 24 febbraio 2020 per la discussione dell'udienza o per la scelta di un rito alternativo. L'imputato Ciro Russo è difeso dal legale Antonino Catalano.


 

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