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Martedì, 30 Aprile 2024
Le precisazioni

Caso Tiziana Iaria, replica con carte e legale: "Laureata in psicologia, non ha mai esercitato la professione"

Dopo le polemiche con sindacato e ordine, le precisazioni dell'avvocata Albano sulla vicenda che ha coinvolto la responsabile dell'odv Centro Antiviolenza Margherita

"Non sono mai stata iscritta all'albo degli psicologi e non ne ho l'intenzione, perché non intendo esercitare la professione. Se poi gli psicologi sono quelli che mi stanno attaccando, assolutamente non mi interessa". Le parole di Tiziana Iaria sono quasi uno sfogo. Visibilmente amareggiata e stanca delle polemiche sollevate attorno alla vicenda del denunciato rapimento lampo, la dottoressa ha voluto convocare un incontro insieme all'avvocata Denise Serena Albano, legale del gruppo Aziende Italia, replicando punto per punto alle osservazioni critiche del sindacato Psicologi Liberi Professionisti e poi dell'ordine professionale della Calabria. A colpi di comunicati inviati ai media, la reiterata insistenza sulla mancata iscrizione di Iaria a un albo ha sfiorato l'ipotesi di esercizio abusivo della professione: una fattispecie di reato smentita oggi ufficilamente dalla legale Albano. 

Nella sede di via dei Correttori (che ospita la sezione reggina di Aziende Italia, lo stesso centro Margherita e l'associazione di servizi sociali e sanitari Psichico) l'avvocata ha invitato alla visione delle carte, certificati e titoli che provano quanto affermato. "La dottoressa Tiziana Iaria - sottolinea - è laureata in psicologia ed è questo titolo conseguito a definirla come psicologa. Altra cosa è l'esercizio della professione, per il quale la legge richiede l'iscrizione all'albo. Ma la dottoressa non ha mai compiuto quegli atti di natura tipicamente sanitaria riconducibili alla professione - spiega - e in questi anni ha messo le sue competenze a disposizione di un'attività, il centro antiviolenza Margherita, di cui è presidente e che coordina unicamente con mansioni amministrative e organizzative".

Replica a ordine e sindacato psicologi: "E' psicologa con titolo ma non esercita la professione"

L'organizzazione di volontariato - è stato ricordato durante la conferenza stampa - opera da oltre vent'anni a Reggio Calabria, assistendo donne, ma anche minori e uomini, vittime di violenza, a titolo gratuito, anche per aspetti di supporto giuridico e psicologico e in contatto con il tribunale, da cui arrivano segnalazioni. "Di questi aspetti - dice ancora l'avvocata Albano - non si occupa Tiziana Iaria ma professionisti iscritti all'albo, di cui il centro si avvale, offrendo vari tipi di consulenze a chi non ha la possibilità economica per sostenerle, ma anche prima accoglienza in alcune case appartamento regolarmente riconosciute e autorizzate, e aiuto immediato spesso consistito anche in un semplice piatto caldo". 

La tempistica delle affermazioni giunte da sindacato e ordine è commentata così dalla legale: "Devo dire con rammarico che questa polemica sterile, oltre che basata su fatti che non rispondono alla verità, è stata inopportuna. All'indomani di un atto gravissimo e con rilevanza penale, che ha visto una donna privata della libertà personale e avvenuto in pieno centro, cosa del tutto inedita nella nostra città, sarebbe stato naturale manifestare solidarietà verso chi ha un ruolo di vittima e concentrarsi sull'aspetto umano della vicenda". 

L'attività dell'odv centro antiviolenza e le illazioni attorno al rapimento 

Albano ribadisce che da quando Tiziana Iaria è responsabile del centro antiviolenza Margherita non è mai stata destinataria di formali denunce o avvisi di garanzia per esercizio abusivo della professione. Capovolgendo la situazione, la dottoressa pensa di essere stata calunniata e potrebbe adire le vie legali contro l'ordine (che, si precisa, non ha però mosso accuse dirette nella nota sulla vicenda Iaria)? "In questo momento è proritario che la dottoressa si riprenda - risponde l'avvocata - e poi valuteremo eventuali azioni di tutela".

Sull'onda di queste rivendicazioni da parte degli organismi di rappresentanza degli psicologi, tra tanti attestati di stima e vicinanza nei confronti della dottoressa, sui social sono però circolate anche illazioni a proposito di un finto rapimento inventato ad arte. "Io ringrazio di essere oggi qui - dice Tiziana Iaria - e non ho nulla da dire a chi fa questo pensiero... perché avrei dovuto inventare, a quale scopo? Forse stavolta voglio esprimermi con un po' di cattiveria e rispondere che forse un giorno capiterà la stessa cosa a una di queste persone". Ascoltata dagli inquirenti per sette ore, non si è chiesta il perché di un interrogatorio così lungo: "Non saprei, mi hanno detto che anche quelli che potevano sembrare dettagli inutili erano importanti". 

Una frecciata la dottoressa la riserva al sindacato che l'ha duramente attaccata: "Sono sindacalista già dal 2000, ben prima di avere un ruolo nel terzo settore e con il centro Margherita. Non sono obbligata ad iscrivermi a una singola sigla, e chi parla, forse cercando un momento di visibilità, dovrebbe informarsi". 

Sull'episodio del rapimento Iaria, Albano e anche Joe Puntillo, marito della dottoressa e volutamente defilato durante la conferenza stampa, non aggiungono informazioni nuove. Come già detto anche dall'avvocato del centro antiviolenza, Nino Aloi, hanno qualche ipotesi su movente e contesto, ma non le rendono pubbliche per non interferire con le indagini in corso. Davanti ai cronisti, la dottoressa non si è sottratta alle domande, pur emotivamente provanti, sulla dinamica dell'evento.

Dall'avvicinamento di una donna con un bambino, che le ha chiesto di sistemare il piccolo su un seggiolino dentro un'auto ("per me aiutare gli altri è una cosa normale, ricordo che il bambino aveva grandi occhi azzurri"), alla permanenza in un ambiente buio e priva degli occhiali, lasciati dai rapitori nella cassetta della posta di casa e ritrovati da Puntillo insieme a documenti e altri effetti personali, tra cui la fede nuziale, al luogo della breve detenzione, in apparente campagna e a venti minuti dal centro cittadino. Non è stata legata o bendata né malmenata, tranne un pugno sullo stomaco e l'ordine di bere una sostanza che si è poi rilevata droga. 

L'avvocata Albano ha poi tenuto a replicare a un passaggio della nota di Dominella Quagliata, presidente del sindacato Plp, nel quale si stigmatizzava il riferimento al pericolo insito in attività legate alla prevenzione e il contrastro alla violenza di genere, veicolato da quanto accaduto a Tiziana Iaria: "Certo che si tratta di attività che espongono a rischi. Io stessa, quando mi sono occupata di vicende di questo tipo, sono stata destinataria di alcuni 'consigli' e questo capita non solo alle vittime di violenza ma a giudici, avvocati, assistenti sociali".

Iaria ha affermato di aver ricevuto, un mese fa, lettere minatorie indirizzate anche a Nino Aloi, due magistrate e una donna seguita in codice rosso. "Ma avvertimenti o vere e proprie intimidazioni - conclude - accadono in tanti settori, compreso il giornalismo. Spesso solo per aver detto la verità o qualcosa che avrebbe dovuto restare nascosto". 

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