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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Traffico di opere d'arte di grande pregio, rubate e rivendute all'estero: 4 arresti

Operazione Antiques dei carabinieri. Recuperato anche un dipinto del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, trafugato nel 2014, da un palazzo nobiliare di Arcevia

Opere d’arte rubate in Italia e rivendute sul mercato internazionale, soprattutto nelle fiere del settore di Avignone e Montpellier, in Francia. Questa mattina i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza hanno sgominato un giro d'affari da un nilione e mezzo di euro che ruotava intorno a un sodalizio criminale, con base logistica a Napoli e in provincia, con ramificazioni nel bresciano e dedito alla ricettazione di beni antiquariali rubati sul territorio nazionale e commercializzati tramite antiquari calabresi compiacenti. 

L'operazione Antiques dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale è stata condotta in collaborazione con i militari di Roma, Napoli, Bari, Perugia, Firenze, Monza, Torino,  Siracusa e dell’Arma territoriale e coordinata  dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri.

Gli arresti e le perquisizioni

Quattro le persone finite agli arresti domiciliari: Luigi Benducci, 39 anni; Pasquale Iuliano, 51 anni; Giuseppe Pedata, 46 anni e Raffaele Petti, 68 anni. I militari hanno effettuato venti   perquisizioni, nei confronti di altrettanti indagati, a Reggio Calabria, Napoli, Brescia, Catania, Torre del Greco, Arzano, Melito di Napoli, Sant’Antonio Abate, Ischia, Castrezzato, Isola del Liri e Grana. Gli indagati sono responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di opere d’arte: dipinti, sculture in bronzo e marmo, oggetti chiesastici, rubati in Italia e poi esportati illecitamente e  commercializzati su scala internazionale.

I provvedimenti scaturiscono dall’esito di un’indagine, svolta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza supportati dai militari di Napoli e coordinata dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dai sostituti Giovanni Calamita e Alessandro Moffa.

Le indagini e l'antiquario reggino

L'attività investigativa, avviata nel novembre del 2015 a seguito di un controllo a un negozio d’antiquariato di Reggio Calabria e completate da attività tecniche e di riscontro eseguite grazie all’utilizzo della Banca Dati dei beni culturali, sottratti illecitamente, avrebbe consentito di acquisire numerosi elementi investigativi di colpevolezza nei confronti dei componenti del pericoloso sodalizio criminale e di recuperare diverse opere trafugate, alcune di rilevante importanza, un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato, esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del Mibac.

Nello specifico sono stati recuperati beni di rilevanza storico artistica, rubati in  abitazioni private del territorio italiano, tra i quali emerge, per importanza, un dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, di Scuola Napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia. Al valico di Ventimiglia, al confine con la Francia, i carabinieri hanno sequestrato centinaia di beni antiquariali, costituiti da elementi di arredo antico e di pregio, quali sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili antichi in argento, ceramica e porcellana, trasportati su furgoni, presi a noleggio per l’occasione  dagli appartenenti al sodalizio criminale. Il valore economico di tutti i beni sequestrati è stato stimato in un milione e mezzo di euro.

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