Alle prime luci dell’alba, militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, insieme agli agenti della polizia metropolitana del capoluogo reggino hanno inflitto l’ennesimo duro colpo alla criminalità infestante la città di Reggio Calabria, concludendo l’indagine “Golden insurance”. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori è finito un gruppo dedito alle truffe assicurative e raggiri che consentivano ingenti rimborsi. In tutto nell’indagine risultano coinvolte 71 persone.

Lavoro di Fiamme gialle e Polizia metropolitana

Stamane, infatti, i militari della locale Compagnia pronto impiego, coordinati dal generale Flavio Urbani, insieme al personale della polizia metropolitana, guidati dal comandante Domenico Crupi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale, su proposta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, nei confronti di due reggini (D.F. classe '75 e G.C. classe '81), entrambi operanti nel centro cittadino, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a reati di falso materiale e ideologico commessi anche da pubblici ufficiali, accesso abusivo a sistema informatico/telematico, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, nonché di ricettazione.

Le misure eseguite

Con la stessa ordinanza, inoltre, è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria nei confronti di un terzo reggino (V.N. classe '79), e il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di un patrimonio di un valore complessivo superiore al milione di euro. L’esecuzione delle odierne misure cautelari personali e reali rappresenta l’epilogo di articolate e complesse investigazioni, coordinate dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni e dirette dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, e condotte dalla compagnia della guardia di finanza di Reggio Calabria e dalla polizia metropolitana.

Un gruppo strutturato

Nello specifico, attraverso un’intensa attività investigativa, è stata riscontrata la presenza, sul territorio reggino, di uno strutturato sodalizio criminale in grado di simulare numerosissimi sinistri, pianificati nei minimi dettagli e posti in essere dagli stessi sodali, attraverso un collaudato sistema di falsificazione della documentazione sanitaria, delle pratiche assicurative, nonché di fittizie aperture di appositi conti correnti postali e bancari di appoggio temporaneo delle somme provento delle truffe.

Collaborazioni estese

"L’organizzazione, - spiegano dal Comando provinciale - promossa e capeggiata dal titolare di una ditta operante nel settore dell’antinfortunistica sita nel centro cittadino, base logistica della compagine associativa dove venivano organizzati e programmati i falsi sinistri, nonché predisposta la falsa documentazione, si è avvalsa della collaborazione di medici, impiegati di istituti di diagnostica, nonché di svariati soggetti gravitanti nell’area criminale reggina". All’esito delle attività investigative, le risultanze emerse condivise con l’autorità giudiziaria inquirente, hanno consentito di portare alla luce un quadro di illeciti che coinvolge 71 indagati.

Scatta il sequestro

Analizzato l’intero scenario delineatosi nel corso dell’indagine, concordando pienamente con il quadro prospettato dai finanzieri e dagli agenti della polizia metropolitana, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha richiesto l’applicazione di misure cautelari personali, nonché del sequestro preventivo, finalizzato alla confisca diretta, successivamente emesse dal giudice competente e prontamente eseguite, nella giornata odierna, dai finanzieri reggini e dagli agenti della polizia metropolitana. In esecuzione dell’odierna ordinanza applicativa di misura personale e reale, i militari e gli agenti impiegati hanno individuato le persone e, contestualmente, sottoposto a sequestro disponibilità finanziarie liquide e beni mobili direttamente riconducibili al promotore dell’associazione e al suo nucleo familiare pari a circa un milione di euro. Tra i beni sottoposti a sequestro, oltre a un’autovettura di lusso, vi è un’abitazione nella pittoresca Giardini Naxos, una villa in Campo Calabro, nonché somme in contanti pari a circa 620.000 euro.