"Ulisse on the road" per un'Odissea rivoluzionaria senza violenza
La rappresentazione, testo di Colica e regia di Milasi, è andata in scena al Cineteatro Metropolitano Dlf. La recensione dello scrittore Antonio Calabrò
L’Odissea reinterpretata dalla penna beat di Katia Colica, intrisa nell’umanità e nel desiderio di pace, viene messa in scena dalla compagnia Officine Jonike Art, attraverso quattro protagonisti dell’opera: Ulisse - Americo Melchionda, introspettivo e sofferente, Kristina Mravcova – Penelope sognante e a tratti dubbiosa, Poseidone- Andrea Puglisi altero e intimamente collerico e infine Circe – Maria Milasi intensa e carica del significato ultimo di una rappresentazione che si propone, riuscendosi, di rovesciare il paradigma fondamentale della mitologia: l’eroismo.
I quattro, si legge nella recensione dello scrittore Antonio Calabrò, attraverso monologhi intrecciati al coro, con un sottofondo di suoni atti a determinare la drammaticità delle epiche gesta, "riconducono l’intera impresa alla insensatezza della violenza e delle crudeltà. Soltanto il Dio del Mare, staccato nella imperturbabilità degli immortali, rincara la dose di odio, sottolineando la sua presenza col minaccioso percuotere una tanica militare; gli altri, Ulisse compreso, pongono tesi e antitesi e determinano conclusioni degne di Ferlinghetti o Kerouac o Ginsberg.
L’urlo è del Laerziade, pensando agli innocenti, il diario beat è di Penelope, l’anatra quieta che a tratti incorre in allucinazioni divinatorie, ma il grande svelamento, la sottrazione delle suggestioni, l’incisione della realtà, è affidata a Circe, la maga solitaria figlia del sole che domina in realtà la scena, forte del suo stato che la pone, come un Prometeo qualsiasi, tra l’onnipotenza olimpica e la miseria umana".
"Con Circe - continua Calabrò - l’autrice svela anche il ruolo dell’artista, che pone mago illuminato a difesa imperitura della mitezza, anche se poi mite non è: ma non uccide, bensì trasforma, rende consapevoli gli uomini della bestialità, li costringe a specchiarsi in una realtà spogliata dal mito. Circe e Ulisse si incontrano per volontà di un Fato che li conduce entrambi alla ragione; in quella sfera c’è l’anatra, Penelope, appollaiata nell’attesa terribile: e dalla parte opposta Poseidone, ludopatico con giocattoli umani, vendicativo per hobby.
Il teatro si realizza con voci e gesti che sfiorano il classico, ma con contenuti che volano nel Novecento: la solitudine del viaggio e lo scempio della guerra, di ogni guerra, di ogni violenza, di ogni prevaricazione, vengono denunciati e banditi come atti di barbarie ben lontani dall’umanità".
Per lo scrittore "l’ideologia guerriera, che divide gli uomini in eroi o vigliacchi, ne esce a pezzi; Ulisse, diversamente dal mito, non disprezza più ma comprende le ragioni dei comuni mortali, anche dei vili, e si ritrova per questo "On the road", sulla strada, sia anche quella teorizzata da Braudel del grande Mare Mediterraneo,
che ci collega alla storia, e al futuro possibile.
Un punto di vista sensato in un mondo ancora preda delle insensatezze; un’opera rivoluzionaria senza violenza, che non è un ossimoro, ma quanto accaduto in scena con la compagnia Officine Jonike Art sul testo di Katia Colica". La rappresentazione ha accolto il pubblico reggino al Cineteatro Metropolitano Dlf.