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Lunedì, 29 Aprile 2024
La crisi dell'UniDa

Dante Alighieri, già fissato incontro in ministero insieme alla Mediterranea

Incassata l'approvazione del bilancio da parte del cda, l'università per stranieri procede nel percorso di aggregazione all'ateneo di Zimbalatti

All'università per stranieri Dante Alighieri la situazione si è sbloccata e dopo l'approvazione del bilancio di esercizio 2022, può ora procedere il percorso avviato insieme alla Mediterranea verso un progetto di aggregazione dei due atenei, per il quale c'è già un appuntamento calendarizzato in ministero.

Nella riunione di ieri il consiglio di amministrazione presieduto da Piero Aloi è riuscito a superare l'ostacolo dell'assenza degli enti territoriali e arrivare al disco verde per il bilancio - condizione preliminare, come richiesto anche dal rettore Zimbalatti, per andare avanti nella federazione. Il numero legale, e poi la maggioranza dei voti, si è potuto raggiungere per la decadenza dei consiglieri dell'associazione Dante Alighieri (Beniamino Scarfone e Ruggero De Medici), deliberata ieri con la motivazione di assenze consecutive e ingiustificate dei due soci (secondo norma dello statuto). Come avevamo scritto su ReggioToday, Scarfone e De Medici hanno in realtà motivato la mancata partecipazione agli ultimi tre cda, nei cui odg non è mai stata inserita la discussione di un quesito da loro posto sulla presenza in consiglio del rappresentante di Mnemosine, ormai non più tra gli enti finanziatori dell'università. 

Falcomatà sempre assente, ma dopo l'uscita di Princi in cda c'è la Regione

La posizione di Giuseppe Falcomatà è rimasta inflessibile. Nella scorsa riunione l'approvazione del bilancio era fallita per l'abbandono della seduta da parte di Paolo Brunetti e Carmelo Versace, delegati per Comune e Città metropolitana, seguito da una nota in cui gli enti manifestavano indisponibilità a votare il bilancio, lamentando poca chiarezza sulla situazione finanziaria dell'UniDa e affermando la volontà di interloquire soltanto con un nuovo cda pienamente legittimato e guidato dal suo presidente naturale, cioè il rettore. Ieri il sindaco ha mantenuto il punto non partecipando per l'ennesima volta al cda e inviando invece una lettera nella quale chiede di visionare il progetto federativo con la Mediterranea. Un documento, elaborato dalle due componenti accademiche di Dante Alighieri e Mediterranea, che però sia Aloi che Zimbalatti vogliono mantenere riservato, almeno fino all'esito della prima presentazione in ministero, che avverrà presto in una data già fissata.

Ai componenti del cda l'atteggiamento di Falcomatà non è piaciuto, anche perché il sindaco appena rientrato aveva convocato il presidente in forma privata mentre continua a disertare la sede formale del cda. Qui ieri c'era in compenso il rappresentante della Regione Calabria (che durante la bufera sui conti degli scorsi mesi non si è visto), nella stessa giornata in cui la vicepresidente Giusi Princi ha annunciato l'impegno dell'ente a sostenere il rilancio di UniDa. Non si tratterebbe soltanto di teoria, giacché il bilancio 2022 dell'università è stato approvato in deficit ma è stato confermato in riunione che la Regione contribuirà al risanamento finanziario della Dante Alighieri.

Già in calendario l'incontro in ministero per presentare le proposte di progetti federativi con Mediterranea

Adesso tutti gli sforzi sono incalanati verso il colloquio di Roma, a cui Aloi e Zimbalatti arriveranno con una pluralità di proposte. Per questo i rumors di questi mesi di lavoro al progetto comune hanno spesso citato la fusione nonostante il cda dell'università per stranieri avesse deliberato all'unanimità per una federazione. Quest'ultima è la soluzione che ovviamente in UniDa tutti preferirebbero, salvaguardando l'identità e l'autonomia dell'ateneo, ma l'obiettivo è ora ottenere il via libera del ministero facendosi trovare pronti con piani b e c se la federazione non superasse l'esame di Roma (potrebbe accadere per una valutazione sui conti non equilibrati tra le due università in procinto di aggregarsi). 

Se tutto andrà bene, l'iter approderà alla fase dell'approvazione finale del progetto da parte dei due cda. Nel frattempo è ancora irrisolta la questione sollevata da Giuseppe Falcomatà (ma anche dai consiglieri dell'associazione oggi decaduti): quando sarà ricostuito un cda a pieno regime e in grado di eleggere il nuovo rettore? In questo momento delicatissimo l'attuale consiglio di amministrazione considera prioritario portare a termine il 'matrimonio' con la Mediterranea e in questo senso le prossime tappe saranno cruciali. Dopo il passaggio in ministero se ne saprà di più: se il percorso si rivelasse ancora lungo, si procederà all'elezione del nuovo rettore, in caso contrario sarà fondamentale non rallentare i tempi e concludere la complessa procedura senza rischiare nuovi stalli burocratici. In gioco c'è il futuro dell'Università Dante Alighieri e la sua stessa sopravvivenza, risolvendo nel modo più rapido possibile la grave crisi finanziaria che la mette in pericolo.

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