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Sabato, 27 Aprile 2024
L'anticipazione

Vara Madonna della Consolazione, verso il Giubileo con un nuovo restyling

Opera d'arte unica, la macchina della processione reggina ha tutto per ambire a un posto tra le feste riconosciute dalla Regione

L'evento principale dell'estate nella provincia reggina è stato senza rivali la Varia di Palmi, che quest'anno celebrava il decennale tra i patrimoni immateriali dell'umanità Unesco e proprio per valorizzare l'evento come volano di sviluppo del territorio, questa tradizione religiosa e popolare è stata adottata anche dalla Regione Calabria. Si tratta dell'unica festa ad aver ricevuto quest'attenzione da parte dell'ente regionale, oltre a quella della Madonna della Montagna di Polsi, ma in questo gruppo ristretto avrebbe pieno titolo a rientrare anche la processione della Patrona di Reggio e della sua diocesi. 

Non si tratta soltanto di un auspicio teorico, ma una riflessione concreta emersa nell'ambiente del Santuario mariano ammirando in questi giorni lo splendore della monumentale Vara che ha condotto la Sacra Effigie nella Cattedrale per l'annuale visita della Madonna al suo popolo. Tanto che, a conclusione della festa, c'è l'intenzione di avviare un percorso con il contributo di storici ed esperti per sostenere la proposta di un riconoscimento formale da parte delle istituzioni calabresi. Inoltre arriva la conferma di un imminente nuovo risanamento della bellissima macchina che trasporta il Quadro.

"Per il suo genere e le particolarità del cerimoniale, questa è una festa che non ha eguali nella nostra Calabria e anche nel resto d'Italia", commenta padre Pietro Ammendola, ministro provinciale dei frati cappuccini. "Ma soprattutto ad essere unica è la Vara, un'opera d'arte di straordinaria bellezza che ha origini iberiche, infatti solo in Spagna se ne vedono di questo genere. Ci sono certamente strutture più alte, come la Varia di Palmi o la macchina di Santa Rosa a Viterbo, ma la complessità della fattura artistica della Vara della Madonna della Consolazione di Reggio è incomparabile, e il restauro l'ha resa ancora più evidente". 

La bellezza e complessità di un'opera d'arte unica esaltata dal restauro

Composta da una struttura metallica di rame, ottone, argento e bronzo dorato realizzata per il trasporto a spalla mediante grandi barre in legno, la Vara ospita una cornice d'argento nella quale è incastonato il cinquecentesco dipinto della Madonna ad opera di Andrea Capriolo ed è decorata con altorilievi e modanature rivestite da lamine argentee ed ex voto risalenti al XVIII secolo. Alta circa 6 metri e con una larghezza di 2,5 e una profondità di 1,5, alla sua sommità si trovano lo stemma di San Giorgio ed una grande corona in argento ornata da spighe, palme, arabeschi e festoni. Ricca nella lavorazione è la base con reggicandele di cui due firmati dall'artista Vincenzo Catello e un ampio candeliere a sette bracci sorretti da volute floreali in stile neoclassico, richiamando gli elementi vegetali che ai lati salgono fino alla parte superiore insieme a due scenografici angeli bronzei. I candelabri più piccoli sono stati la scoperta più affascinante del restauro: donati alla città nell'Ottocento, erano custoditi nel museo diocesano e gli studi degli esperti hanno permesso di ricollocarli nella Vara riportando alla luce dal passato le sue antiche fattezze. Il monogramma mariano che adorna la chiusura è stato disegnato fondendo le corone del dipinto donate dalla duchessa Francopetra, che furono sostituite nel 1722 dai diademi donati dal Capitolo del Vaticano.

La datazione dell'attuale macchinanella sua massima sontuosità è alla seconda metà dell'Ottocento, ma già per le prime processioni alla fine del Seicento fu realizzata un'originaria cornice in argento per il Quadro, che poggiava su una base di legno con verniciature preziose. Finanziata da sempre grazie alle offerte dei devoti e le generose donazioni di alcuni nobili, la storia di quest'opera ripercorre parallelamente quella dell'arte nel corso dei secoli. Il nuovo e più ricco impianto ornamentale fu affidato all'artista Carlo Sangallo, ma a concludere l'opera sarebbe stato Emmanuele Pugliesi. Dopo l'unico intervento conservativo del 1960, tre anni fa è stato realizzato il primo grande restauro della Vara, che dopo la pausa forzata della pandemia, solo lo scorso anno è potuta tornare in processione tra la gente in tutta la sua restituita magnificenza. 

L'amatissima immagine di Maria (che prese il posto di quella che dal vecchio convento dei cappuccini che una leggenda vuole trafugata dai francesi e nascosta nei depositi del Louvre) invece meno significativa dal punto di vista artistico.

A dirlo - come ricorda nel suo libro "La Sacra Effigie della Madonna della Consolazione" la professoressa Caterina Marra - fu anche Alfonso Frangipane, che inserendo la tela di Capriolo nel suo Inventario degli oggetti d'arte in Italia, la definisce non eccelsa e anzi mediocre, ma al contempo si sofferma proprio sulla Vara esaltandone la ricchezza decorativa.

Pensando al Giubileo ci saranno anche il museo della festa e un nuovo intervento conservativo

"Mentre la preparavamo per la processione lucidando l'argento - continua padre Ammendola - con i portatori abbiamo notato i meravigliosi dettagli dell'opera e il modo in cui riflette la luce. La Vara della Madonna della Consolazione ha tutti i requisiti artistici per essere portata all'attenzione di un vasto pubblico".

L'occasione giusta per una bella notizia legata alla promozione della festa della Patrona reggina potrebbe essere il 2025, anno del Giubileo a cui i cappuccini guardano anche per allestire il museo tematico permanente che ospiterà anche il materiale d'archivio di proprietà del consiglio regionale, attualmente esposto in un percorso di pannelli infografici a palazzo Campanella e concesso in comodato d'uso gratuito all'associazione dei portatori. La Vara arriverà a quell'appuntamento nella veste meravigliosa di un ulteriore intervento manutentivo, che si svolgerà in piena sicurezza all'interno del Santuario senza spostare l'opera: i sopralluoghi dei tecnici dovrebbero iniziare già nelle prossime settimane.

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