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Sabato, 27 Aprile 2024
La condanna / Varapodio

Intimidazione al parroco di Varapodio, la ferma condanna dei vescovi calabresi

La Conferenza episcopale calabra ribadisce: "La violenza, sotto ogni sua forma, è un linguaggio che rifiutiamo categoricamente"

La Conferenza episcopale calabra esprime la più ferma condanna per l’atto vandalico perpetrato ai danni del giovane parroco di Varapodio: nella serata di sabato, l’autovettura di don Giovanni Rigoli, già vittima di un’aggressione durante il mese di gennaio, è stata oggetto di un incendio doloso.

"La violenza, sotto ogni sua forma, è un linguaggio che rifiutiamo categoricamente", chiariscono i vescovi in una nota "essa non ispira mai i gesti e le parole di chi si professa credente nel Dio della pace e della mitezza, pertanto non può trovare spazio nella società civile, a meno che non si ricerchi lo smarrimento di ciò che rende umani".

Questo gesto ignobile, proseguono i presuli calabresi "è un attacco diretto a tutti i cittadini della nostra preziosa regione, a tutti coloro che quotidianamente credono e lottano in modo onesto e rispettoso a favore della dignità altrui, contribuendo allo sviluppo di una Calabria che non può e non deve essere rappresentata da alcuni criminali accecati da una mentalità mafiosa: questo modo di agire e di pensare non appartiene all’etica e all’umanità dei calabresi!".

In questo momento di prova, inoltre, i vescovi esprimono solidarietà e sostegno al vescovo di Oppido – Palmi, monsignor Giuseppe Alberti, a don Giovanni Rigoli, e tramite loro a tutta la comunità di Varapodio. Allo stesso tempo, i presuli invitano tutti i fedeli e le persone di buona volontà a unirsi in preghiera per il parroco e per la parrocchia di San Nicola e Santo Stefano, affinché possano superare questo momento con forza, speranza e rinnovato impegno apostolico.

La Conferenza episcopale calabra ribadisce la propria volontà "a lavorare senza sosta per la promozione della pace, della legalità, del dialogo e della fraternità tra tutti gli uomini e le donne del nostro tempo, affinché atti simili non trovino più terreno fertile nella nostra amata Calabria".

I vescovi, infine, confidano nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, affinché "gli autori del vile gesto siano presto identificati e possano rispondere delle loro azioni in sede giudiziaria nella speranza che le diverse Istituzioni educative continuino ad allearsi per formare generazioni libere da odio e vendetta".

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