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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Confindustria e Intesa SP per le imprese calabresi: plafond di 1,5 miliardi

Declinazione territoriale dell’accordo nazionale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo con focus su sostenibilità, transizione energetica e digitalizzazione delle Pmi

Oggi è stata agli imprenditori calabresi la declinazione territoriale del rinnovato accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, nell’ambito di un incontro che ha messo in luce le prospettive economiche del territorio e le leve per la crescita. Il protocollo nazionale vede oggi rafforzata la collaborazione dell’associazione di rappresentanza delle aziende manifatturiere e di servizi e il primo Gruppo bancario italiano, in un contesto mutevole e che impone di porre l’accento sul tema della sostenibilità, della transizione energetica e della digitalizzazione delle Pmi.

L’accordo mette a disposizione 1,5 miliardi di euro per le imprese calabresi, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale.

Ad aprire i lavori, i saluti di Aldo Ferrara, presidente Unindustria Calabria, Giuseppe Nargi, direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, e Domenico Vecchio, presidente Confindustria Reggio Calabria. Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, ha analizzato le prospettive dello scenario economico italiano e della Calabria; Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, ha illustrato i contenuti dell’accordo nell’ambito del percorso congiunto tra banca e associazione a favore delle imprese.

Emanuele Orsini, vice presidente per il credito, la finanza e il fisco di Confindustria, e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, si sono confrontati nel dibattito conclusivo su competitività, innovazione e sostenibilità. Sono i tre driver indicati dal protocollo nazionale per promuovere anche sui territori l’evoluzione del sistema produttivo in coerenza con le linee guida del Pnrr, ponendo al centro della collaborazione azioni a supporto delle aziende calabresi in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

Inoltre, con il programma "Motore Italia Transizione Energetica", Intesa Sanpaolo ha approntato una serie di iniziative per incentivare gli investimenti in energia da fonti rinnovabili e favorire i processi di autonomia energetica delle imprese italiane aumentandone la competitività e generando benefici economici, ambientali e sociali.

Le dichiarazioni

Domenico Vecchio: "L’attenzione che le banche rivolgono alla Città metropolitana di Reggio Calabria, deriva dal fatto che, in ballo ci siano importanti risorse, perlopiù assegnate per la transizione ecologica e sostenibile, ma anche perché, le stesse banche, rivolgono sempre particolare attenzione agli industriali aderenti a Confindustria Reggio Calabria, che hanno il polso della situazione, frutto di tanta esperienza, lungimiranza e conoscenza di questo territorio.

Abbiamo più volte detto che la soluzione per far ripartire l’Italia sia far partire il Sud. Intesa Sanpaolo, anche in virtù
dell’accordo sottoscritto con Confindustria, si sta attivando per instaurare rapporti di collaborazione importanti, con gli imprenditori dell'area metropolitana. Noi ci faremo trovare pronti, per recitare a dovere il nostro ruolo".

Emanuele Orsini: "Lo scenario economico è in forte rallentamento, con un PIL che, secondo le previsioni del Centro Studi Confindustria, crescerà dello 0,7% nel 2023 e dello 0,5% nel 2024. Pesa in particolare l’attuale stallo degli investimenti che nel 2022 segnavano un +9,7% - trainando la crescita del Paese - e che invece nel 2023 sono scesi a +0,5%, con una stima di ulteriore peggioramento nel 2024 (- 0,1%), bloccati, tra gli altri fattori, dal forte aumento dei tassi, che frena la domanda di credito e dall’incertezza normativa.

Ma gli investimenti sono cruciali per affrontare e completare la transizione sostenibile e digitale in atto. Per questo è essenziale che la manovra di bilancio oggi in discussione contenga misure mirate realmente in grado di favorirli, per promuovere competitività e crescita delle imprese italiane. Vanno in particolare confermate e rafforzate le garanzie pubbliche per Pmi e midcap, occorre una riforma dell’Ires tesa a premiare gli investimenti e serve varare un grande piano Transizione 5.0, finanziato dal Pnrr.

Si dovrà poi assicurare un efficace e tempestivo funzionamento della Zes unica del Mezzogiorno, che potrà giocare un ruolo determinante per trainare lo sviluppo dell’economia meridionale. La partnership tra Intesa Sanpaolo e Confindustria rappresenta, in questo quadro, un volano essenziale per supportare investimenti, ineludibili per agganciare le transizioni e sostenere la crescita delle imprese".

Stefano Barrese: "E’ necessario valorizzare le potenzialità del Sud Italia, che rappresenta la settima area europea nel comparto manifatturiero e ospita un quarto delle filiere del Paese. Confindustria e Intesa Sanpaolo condividono questa esigenza e offrono soluzioni concrete e modulabili per le nuove necessità delle Pmi calabresi.

Il rinnovato accordo con Confindustria punta a garantire un accompagnamento congiunto e il sostegno finanziario necessario per realizzare piani di crescita, di innovazione e di transizione energetica nell’ottica della sostenibilità. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del Pnrr, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle Pmi".

Giuseppe Nargi: "L’attenzione e il sostegno della banca all’economia calabrese sono costanti, sia sul fronte del supporto alle famiglie che sulle azioni di sviluppo e crescita del tessuto imprenditoriale. Infatti abbiamo già accompagnato oltre 1.000 imprese clienti della direzione regionale ad aggiudicarsi bandi del Pnrr.

Continueremo a sostenere gli investimenti in progetti all’avanguardia nel Sud e a favorire la crescita sostenibile dell’industria turistica e gli insediamenti produttivi nella Zona economica speciale. Intesa Sanpaolo ha infine costruito, grazie al contributo dei due Innovation Hub meridionali, una rete di relazioni territoriali con imprese, incubatori, centri di ricerca e università che ne ha consolidato il ruolo di principale banca per il Mezzogiorno".

Il sistema produttivo calabrese (a cura della direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo)

L’economia calabrese negli ultimi anni ha mostrato un’evoluzione peggiore rispetto alla media italiana. Più fattori hanno condizionato la dinamica economica della regione. Tra questi spicca la bassa propensione a investire che in prospettiva vincola il potenziale di sviluppo di questo territorio.

Grazie a una recente indagine condotta sulla rete territoriale di Intesa Sanpaolo che ha coinvolto più di 120 gestori attivi in Calabria, è stato possibile individuare le priorità per il tessuto produttivo del territorio: spiccano gli investimenti in fonti rinnovabili, l’efficientamento dei processi produttivi, l’ottimizzazione dei contratti di fornitura di energia, l’intensificazione dei rapporti di filiera, la digitalizzazione e il capitale umano.

Sempre da questa rilevazione sono emerse interessanti indicazioni di cambiamento: nel corso del 2022, infatti, le imprese calabresi hanno mostrato un’accelerazione degli investimenti in autoproduzione e in efficientamento dei processi produttivi.

E’ inoltre evidente una buona attenzione all’adozione di misure dirette a ridimensionare l’impatto ambientale: tra queste spicca la riduzione dei consumi di acqua, implementata dal 47% delle imprese calabresi con almeno 3 addetti, più della media italiana che si ferma al 40%; è poi diffusa la gestione dei rifiuti finalizzata al contenimento e al controllo di inquinanti (41,7% vs 38,8% Italia) e il risparmio del materiale utilizzato nei processi produttivi (38,2% vs 35,2% Italia). Al pari di quanto osservato in ambito italiano, è ancora basso l’uso di materie prime seconde (15,6% vs 14,2%).

Anche in Calabria emerge la centralità delle filiere produttive, particolarmente diffuse nel settore agroalimentare. In Calabria sono 39 le produzioni Dop/Igp, di cui 20 cibi e 19 vini. In particolare, spicca la cipolla rossa di Tropea che è tra i primi dieci prodotti ortofrutticoli italiani Dop e Igp per valore della produzione (14 milioni di euro nel 2021).

Il territorio calabrese primeggia in Italia anche nella produzione di olive (25% del totale nazionale, seconda regione dopo la Puglia per ettari) e agrumi, in particolare arance (il 26% del totale italiano), clementine (70%), mandarini (39%), bergamotto di Reggio Calabria (100%).

Grazie a queste eccellenze, l’export agroalimentare della Calabria è più che raddoppiato dal 2008 al 2022, passando da circa 120 milioni di euro a quasi 290. Nei primi sei mesi del 2023 ha superato i 160 milioni di euro, con una crescita del 19% a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2022.

In prospettiva, la regione deve superare almeno in parte i suoi ritardi nel digitale e nell’innovazione, dove occupa le ultimissime posizioni in ambito italiano. Va poi affrontato il tema del capitale umano: ogni anno la Calabria perde giovani laureati che vanno a lavorare in altre regioni italiane o all’estero. Tra il 2012 e il 2021 sono stati complessivamente persi 20.564 giovani laureati tra i 25 e i 34 anni che hanno cercato opportunità lavorative altrove. La percentuale di Neet, inoltre, tocca punte molto elevate in Calabria ed è stata di poco inferiore al 30%.

I contenuti dell'accordo

La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria ha una storia più che decennale. Nata da un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009, infatti, è stata sottoscritta una serie di accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Sono stati declinati e condivisi temi cruciali quali: internazionalizzazione, sostegno alle filiere produttive, investimenti in ricerca e innovazione, valorizzazione degli aspetti qualitativi del credito.

Queste iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese e pmi con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.

L’attuale accordo, della durata di 3 anni, è stato firmato il 18 ottobre 2021 da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria e da Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo.

• Digitalizzazione e innovazione
Per affrontare la transizione digitale e garantire una crescita sostenibile e duratura, Intesa Sanpaolo mette a disposizione delle imprese strumenti e programmi per migliorare i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e metodologie. Nell’ambito dell’accordo è centrale l’impegno a supportare i nuovi investimenti.

• Sostenibilità
Intesa Sanpaolo e Confindustria intendono imprimere massimo impulso e sostegno ai processi di transizione delle imprese verso un’economia digitalizzata e green per renderle sostenibili e resilienti, agevolando l’adozione di strategie di crescita fondate sulla sostenibilità e sull’evoluzione verso il modello della circular economy.

In particolare, Intesa Sanpaolo ha attivato un plafond per i nuovi S-Loans, una linea specifica di finanziamenti sostenibili, che si affianca a quello destinato agli investimenti in circular economy.

• Rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale
Per accompagnare le imprese in questa fase di ripresa e di rilancio economico è essenziale individuare nuovi strumenti che favoriscano una prospettiva di medio-lungo periodo, in grado di contribuire alla ricostituzione progressiva dei cash flow e a promuovere la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria dell’impresa. Un obiettivo che l’accordo si propone di centrare favorendo la diffusione di una cultura aziendale più attenta alla diversificazione delle fonti finanziarie e al corretto bilanciamento tra debito e capitale di rischio, attraverso la valorizzazione delle coperture pubbliche.

• Valorizzazione del ruolo delle filiere
L’accordo dà seguito anche alla collaborazione già avviata con Confindustria nell’ambito del programma “Sviluppo Filiere” di Intesa Sanpaolo, che sarà esteso a nuovi comparti produttivi garantendo lo sviluppo sostenibile, inclusivo e d’eccellenza, per incrementare occupazione e investimenti.In un mercato e in un contesto di rilancio come quello attuale, il rapporto di filiera può diventare uno straordinario moltiplicatore e facilitatore per l’accesso al credito da parte delle imprese minori, facendo leva sulla forza e solidità dei champion del made in Italy e del loro merito di credito, di cui possono beneficiare tutti i fornitori.

Dall’avvio del programma nel 2015, Intesa Sanpaolo ha sostenuto circa 870 filiere, coinvolgendo circa 20 mila fornitori con un giro d’affari complessivo di quasi 100 miliardi di euro. Infine, Intesa Sanpaolo e Confindustria riconoscono la rilevanza delle capacità manageriali e delle competenze dei dipendenti come fattori di successo determinanti per la competitività delle imprese e si impegnano ad adottare e promuovere azioni a sostegno dell’occupazione, della formazione e della continuità aziendale, in particolare della gestione del passaggio generazionale, incentivando l’imprenditoria femminile e lo smart working.

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