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Lunedì, 29 Aprile 2024
Palazzo San Giorgio

Falcomatà vola, l'opposizione si schianta: la mozione di sfiducia finisce in farsa

La maggioranza vota compatta. Tredici i voti della minoranza contro i 19 del centrosinistra

C'è una maggioranza compatta e allineata sui banchi dell'aula Battaglia in Consiglio comunale dove oggi l'assemblea è chiamata a votare la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri del centro-destra.

A sostenere il sindaco Giuseppe Falcomatà e i nuovi assessori c'è anche la consigliera Nancy Iachino da tempo assente in Aula e oggi pronta a dare il suo voto insieme ai colleghi del centro sinistra. Lasciate le divisioni alle spalle, adesso nell'aula Battaglia, il centro sinistra è unito a votare contro la mozione di sfiducia.

Dopo il pasticcio della convocazione della giunta delle elezioni e la mancata nomina del consigliere Cardia, questa mattina c'è stata una nuova riconvocazione per poter portare poi in aula la surroga del consigliere Romeo.

Così ecco che ad inizio di seduta passa il primo punto all'ordine del giorno e l'Aula approva, con l'astensione del centro-destra, l'entrata di Maria Ranieri tra i banchi della maggioranza al posto del consigliere Carmelo Romeo adesso chiamato a svolgere il ruolo di assessore.

Consiglio comunale Ranieri 2024

Passa anche il completamento della nuova costruzione della scuola elementare di San Sperato ma è il terzo punto all'ordine del giorno la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri comunali di minoranza quello che tiene per ore impegnati i consiglieri.

Dopo la lettura della mozione da parte del consigliere Minicuci ecco che si apre la discussione e parlano tutti, per esprimere l'intenzione di voto ma anche per esprimere un giudizio sull'operato di questa amministrazione.

Quella che si assiste è una partita di fioretto: ogni parola del centro-destra è un attacco al sindaco e al suo operato, mentre tocca ai consiglieri di centrosinistra la contro risposta per ricordare il “buon operato dell'amministrazione Falcomatà”.

Tra i colpi di fioretto ci sono i ripetuti attacchi a chi adesso siede tra i banchi della minoranza, avendo avuto però prima ruoli in giunta.

L'assalto è il voto di sfiducia, ma i consiglieri di minoranza hanno solo tredici voti, pochi per far cadere questo consiglio. Così ecco che ancora una volta arriva l'appello affinché qualcuno della maggioranza non continui ad appoggiare Falcomatà, ma voti insieme al centro destra la mozione di sfiducia.

E se il consigliere Milia, Forza Italia, afferma subito “La parola che definisce bene la seduta di oggi è imbarazzo. L’imbarazzo che non c’è. L’imbarazzo nell’inaugurare opere che non ci sono, che sono ferme da anni” e poi sostiene “sarebbe ora di prendere atto che quest'aula è delegittimata agli occhi dei reggini. Soltanto uno scatto di dignità potrà guardare al futuro di questa città” ecco che risponde Giuseppe Marino del Pd e parla di “una mozione monca di futuro, e che non condivido assolutamente, superficiale nei contenuti. Non siamo qui a giocare un gioco di strategia, qui siamo chiamati ad assumerci delle responsabilità. Il centro-destra non ha un'alternativa credibile”.

Poi Marino afferma: “Non vedo un centro-destra unito, ma tanti volti, uniti solo dall'avversione a Giuseppe Falcomatà” ed aggiunge “Grazie alla vostra sfiducia, avete accelerato il confronto tra le forze di centrosinistra e avete accelerato il confronto tra le forze ed il sindaco e si è chiusa la crisi politica”.

Poi lancia un appello: “Avviamo un confronto, imparando anche dagli errori del passato, per aprire una stagione nuova”.

Il sindaco acrobata sempre in piedi

È la consigliera Marcianò a rivolgersi al sindaco: “Lei stupisce con effetti speciali, come un equilibrista, un acrobata, un funambolo ovvero come chi “nella vita politica e sociale si destreggia abilmente con spregiudicatezza e opportunismo, in modo da rimanere sempre in piedi”.

Ha presente l’edilizia acrobatica che adesso va tanto di moda? C’è qualcosa che accomuna questa nuova pratica di esecuzione dei lavori alla sua maggioranza. Peccato che nell’edilizia acrobatica, aggrappati ad una fune, si realizzano ristrutturazioni esterne eccezionali. Con il vostro modo di operare, invece, state demolendo pure il poco di buono che ancora in città si tenta di preservare”.

“Spero, lo spero con tutto il cuore – continua Marcianò - e con sincera fiducia, che ci sia qualcuno tra i colleghi presenti oggi in Aula che conservi sprazzi di orgoglio, amor proprio ed amore per città, che si senta sdegnato nel tenere ancora le corde al sindaco funambolo. E vi prego, colleghi, non trinceratevi dietro dichiarazioni del tipo “non votiamo la sfiducia per non consegnare la città al centro destra”. Perché la città, come impongono le regole della democrazia, sarebbe governata da un altro sindaco eletto dalla cittadinanza. Perciò, se siete così sicuri di aver fatto bene, cosa vi intimorisce, cosa vi induce ad impedire il ritorno al voto?

E lei, sindaco, ha legittime ambizioni per la sua carriera? Bene, si faccia promuovere in fretta dal suo partito (che sembra amarla ancora così tanto “sinceramente”) e facciamola finita nel sacrificare tutto e tutti a causa dei suoi giochetti da prestigiatore sprezzante. Colleghi, vi prego. Chiudete questa sporca partita al ribasso per la città. Votiamo insieme questa mozione di sfiducia e facciamo calare il sipario su una terribile parentesi diventata troppo grande per poter essere sopportata ancora dal popolo reggino”.

Ed ecco che replica Nino Castorina, Dp, “Come si può pensare di mandare la città al voto quando ci sono scelte da fare sui fondi del Pnrr, sull'autonomia differenziata, sull'aeroporto. Vogliamo cancellare tutto provando a distruggere tutto quello che è stato fatto”. La discussione di sfiducia va avanti per ore e l'Aula si accende, in alcuni momenti, ma lo schema è sempre lo stesso.

“Il consiglio comunale – evidenzia Ripepi - è il luogo del confronto anche acceso. Il sindaco sta facendo la scalata al Pd nazionale con Decaro, peccato che il problema è che la città è rasa al suolo. Questo la città deve sapere. I disastri li sappiamo tutti, e io mi sono dovuto attrezzare per ribattere alla propaganda del sindaco. Siamo governati da chi vuole fare carriera o da chi vuole il bene della città?” Poi parla dei questione rifiuti “Mortara è un cumulo di veleno nella zona sud della città. Una centrale di veleno che arriva ai nostri cittadini, che pagano le case”.

Il bene della città viene richiamato e “tirato” da un lato e dall'altro. Parlano tutti e ognuno ribadisce che vota per il bene città.

Così riecheggiano in aula anche parole come “autonomia differenziata”, “rifiuti”, “aeroporto” e c'è chi riconosce che oggi il Consiglio comunale ha riportato al centro la politica.

Armando Neri fa un lungo elenco di opere pubbliche non completate e la dialettica si accende. Carmelo Versace richiama alla lealtà e alla fedeltà e ricorda: “Ho accettato quel programma elettorale del 2020 e oggi voto per la mia città. Poi ricorda che adesso deve essere la macchina amministrativa a funzionare per migliorare le cose e la politica adesso deve incidere sul piano amministrativo. L'obiettivo deve essere quello di abbassare le tasse ai reggini”.

È Marcantonio Malara, capogruppo dei Democratici e progressisti, a riportare la discussione sulla crisi politica e parla di fratture da ricucire.

Pazzano lascia l'aula

“Finalmente in aula è entrato il dibattito politico che mancava da tre anni”, afferma Saverio Pazzano e poi spiega: “Su alcuni temi mi sono ritrovato solo e invece proprio su questi dovevamo discutere: sulla toponomastica di genere, sulla riapertura di un tavolo tecnico di Arghillà, sulla casa dei senza fissa dimora, sulle cartelle pazze, questi sono i temi sui quali bisognava dibattere in quest'aula, ma mi sono ritrovato solo”.

“L'unico esito di questa mozione di sfiducia è stato quello di ricompattare la maggioranza. Andava invece fatta una riflessione con la città, con i partiti e i movimenti, andava fatta prima. Mi piace il teatro e non le pantomime io me ne vado. Non voto questa mozione che come vi avevo annunciato finirà 18 a 13 per la maggioranza”. 

Sono passate le 15 quando il sindaco Falcomatà prende la parola, dopo cinque ore di discussione in Aula. Racconta di una amministrazione attenta ai bisogni dei cittadini e ribadisce con forza “non siamo tutti uguali. Noi siamo sempre convinti che bisogna combattere il fascismo e l'autonomia differenziata è un nuovo fascismo e noi diciamo no. Vi propongo un consiglio comunale aperto sull'autonomia differenziata. Noi continueremo a lavorare sodo per la nostra città, per non impantanarla nella sterile polemica politica. Una cosa è certa la mozione non ha voce".

Poi si vota: 19 contro e 13 favorevoli la mozione viene respinta. 

Da ultimo, si è proceduto alla comunicazione della deliberazione della Corte dei conti – sezione regionale di controllo per la regione Calabria n. 139 del 29.12.2023.

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