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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Degrado di mare e spiagge, Nicolò (FdI): "Si riscontra una situazione di grave criticità"

Con l'inizio dell'estate, il consigliere regionale ha fatto il punto sulle gravi problematiche che da tempo affliggono le località balneari del territorio provinciale

La stagione estiva è ormai alle porte. I mesi più caldi dell'anno stanno per prendere il sopravvento e le spiagge calabresi saranno i luoghi maggiormente popolati in tutta la regione. Le bellezze naturali che il mare ci offre vengono, però, limitate da diverse problematiche annesse. Mancata pulizia e un più generale degrado ambientale sono temi di stretta attualità quando le temperature si alzano.

Sul tema ha parlato Alessandro  Nicolò, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia a Reggio Calabria: “Anche nel 2019, com’è avvenuto puntualmente ogni anno in questa legislatura regionale, arriviamo alla stagione estiva e siamo costretti a constatare l’ennesima mortificazione delle straordinarie bellezze naturali calabresi a causa delle criticità ambientali, a cominciare dalle acque del mare e dalle spiagge. E alla penosa e preoccupante prospettiva di forti penalizzazioni per le aziende del settore e per gli operatori della ricettività turistico-balneare, si aggiungono timori e allarme per gli effetti negativi che si delineano per la stessa salute pubblica delle nostre comunità. Timori, purtroppo, non solo giustificati ma addirittura ora certificati ufficialmente dalla stessa giunta Oliverio, e nella massima sede istituzionale, nel corso dell'audizione del dirigente generale dipartimento presidenza della regione, sentito in commissione parlamentare d' inchiesta sulle ecomafie che da settimane ormai ha aperto un dossier-Calabria”.

"Nonostante le ingenti risorse finanziarie - prosegue Nicolò - finalizzate al risanamento delle ataviche problematiche del settore della depurazione a tutt’oggi si riscontra una situazione di grave criticità ascrivibile al malfunzionamento degli impianti,  insufficiente  manutenzione degli stessi, oltre che mancato smaltimento dei rifiuti prodotti costituiti principalmente da fanghi di depurazione e sversamento incontrollato di liquami. La situazione determina gravi conseguenze sul piano ambientale, con effetti negativi per la salute pubblica della comunità. Nicolò ribadisce, inoltre di aver “mediante precedenti atti di sindacato ispettivo, più volte denunciato la situazione emergenziale, sollecitando interventi urgenti al fine di sanare il sistema depurativo regionale e circoscrivere le conseguenze pregiudizievoli arrecate all’ambiente e alle potenzialità turistiche dell’intero territorio costiero."


“Bocciato clamorosamente dall’Unione europea e messo sotto accusa dal Parlamento nazionale, il sistema di depurazione calabrese –  analizza il politico – continua a perdere acque fetide e maleodoranti. Eppure, correttamente e con la necessaria fermezza avevamo lanciato in tempo negli anni scorsi precisi e documentati allarmi in proposito con ripetute interrogazioni. L’aspetto più grave e sconcertante è che la risposta alla mia interrogazione c’è già. Ed è sconfortante. L’hanno fornita gli stessi vertici amministrativi in sede di audizione parlamentare ammettendo ufficialmente che in questi ultimi quattro anni non è stata realizzata concretamente nessuna opera, malgrado una mole notevole di interventi pianificati e programmati, con 160 milioni di euro stanziati, più 45 milioni di fondi Por. Ci sono solo impegni di spesa, studi e interventi definiti, convenzioni con oltre cento Comuni, ma in quattro anni nessun lavoro concreto è ancora partito”. 

“Ci troviamo quindi di fronte ad un quadro inqualificabile – conclude Nicolò – di fronte al quale è vano ed anche un po’ patetico sbandierare qualche ‘bandiera blu’ conquistata da alcuni amministratori di comuni costieri, come se ciò potesse bastare. Non solo eravamo stati non pessimisti ma realisti osservando che gli interventi annunciati in merito dalla giunta regionale non hanno prodotto risultati positivi. Ma eravamo stati facili profeti prevedendo la situazione di grave criticità, al limite del collasso, ascrivibile al malfunzionamento degli impianti, insufficiente manutenzione degli stessi, oltre che mancato smaltimento dei rifiuti prodotti costituiti principalmente da fanghi di depurazione e sversamento incontrollato di liquami in mare”.

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