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Il caso

Tegola sul Museo del mare: il cantiere sta per partire ma il Tar dà ragione alla società nautica

Annullata la revoca della concessione demaniale a Marine Group nell'area portuale che lascerà solo se trasferita in altro sito idoneo

Il progetto del museo del mare, fiore all'occhiello del Waterfront, sta procedendo spedito e conclusa positivamente la conferenza dei servizi il Comune pensa di avviare il cantiere entro la fine di marzo. Ma proprio adesso sull'opera arriva una tegola pesante, la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della società nautica R Marine Group srl contro la revoca della concessione demaniale di cui l'impresa è titolare in località Candeloro del molo di ponente del Porto di Reggio Calabria. Il sito concesso alla società (ex Cantiere Nautico Reggio, storica realtà del settore) si trova infatti in una delle aree interessate alla realizzazione del museo del mare, e per questo l'amministrazione comunale ha richiesto all'autorità di sistema portuale dello Stretto l'attivazione delle procedure di acquisizione delle zone demaniali marittime interessate di propria competenza e successivamente inviato l'ingiunzione di sgombero.

Il collegio dei giudici amministrativi, presieduto da Caterina Criscenti, ha però annullato questi atti dando ragione alla società ricorrente, difesa dagli avvocati Angelo Clarizia e Natale Polimeni. Proprio Polimeni, ex assessore comunale, di recente ha denunciato pubblicamente la vicenda, che affonda molto indietro nel tempo e ruota attorno alla storia dello stesso Waterfront. Il legale ha infatti attaccato il Comune per l'atteggiamento inerte tenuto in una vertenza che coinvolge un'impresa di rodata attività (e cruciale per il turismo locale) insieme ai suoi dipendenti. 

Una vicenda che coincide con la storia del progetto Waterfront

Marine Group, società della famiglia Rosmini, opera sin dagli anni '80 di Reggio Calabria con attività cantieristiche di riparazione, rimessaggio e sosta delle imbarcazioni, fruendo di continuative concessioni demaniali quadriennali, chieste e ottenute per il mantenimento di un cantiere navale di 7110 mq, in località Candeloro, nella parte posteriore del molo di ponente.

Il lavoro dell'impresa incrocia la strada del Waterfront nel 2012, quando la commissione straordinaria per la gestione del Comune di Reggio Calabria approva il progetto di completamento dell'opera con fondi Pisu - Por Calabria 2007/2013. Alla società è notificata la necessità di liberare le aree demaniali del proprio cantiere per la ricaduta dei lavori del Waterfront, a cui si reagisce proponendo un'azione giudiziaria per l’annullamento di questo provvedimento. Ma il ricorso viene estinto quando iniziano trattative volte alla definizione stragiudiziale della questione, con un accordo per l’individuazione di una nuova area dove trasferire l’attività cantieristica, impegnando il Comune a corrispondere una somma di indennizzo per il disagio subìto dall'impresa. Poi ogni trattativa s'interrompe con lo stop al progetto del Waterfront. Un lungo stop, tanto che la società nautica si convince che non se ne farà più nulla e continua ad utilizzare il bene in concessione, il cui titolo vigente scadrà il 31 marzo 2025 e dunque è ancora valido. La società va avanti nella sua impresa anche effettuando nuovi investimenti e tutti dimenticano il Waterfront.

Il 10 marzo 2023 c'è però una brutta sorpresa: con una nota l'autorità portuale si rifà viva su richiesta del Comune di Reggio Calabria, comunicando l’avvio del procedimento amministrativo di revoca della concessione demaniale marittima con una raggelante motivazione, “le sopravvenute esigenze di interesse pubblico legate al programma di interventi per la riqualificazione del Waterfront portuale che prevedono la realizzazione del museo mediterraneo e del nuovo quartiere turistico recettivo di Candeloro". Il progetto, insomma, esce dal letargo e fa risplendere la preziosa firma del famoso museo dello studio Hadid, e la novità è il finanziamento attribuito nell’ambito del Pnrr. Di fronte a questa oggettiva importante opportunità, la società nautica si dichiara disponibile ad un trasferimento, anche immediato, in altra zona del territorio cittadino idonea allo svolgimento dell’attività del cantiere. Ma quello che accade è ben diverso: l'autorità portuale revoca la concessione a Marine Group, avvia la procedura di acquisizione delle aree e il 9 ottobre 2023 notifica alla società un'ingiunzione di sgombero con la quale viene ordinato di procedere, entro il termine perentorio di 60 giorni, a liberare l'area occupata.

Difetto di motivazione, violazione dei principi di correttezza e buona fede della pubblica amministrazione, violazione del legittimo affidamento del privato, violazione del principio di certezza del tempo dell’agire amministrativo e ingiustizia manifesta sono alcune delle censure riscontrate dai legali della società negli atti avverso i quali sono stati presentati due ricorsi. Sia l'authority che il Comune si sono costituiti in resistenza chiedendone il rigetto, ma il tribunale amministrativo li ha accolti annullando i provvedimenti. Il cantiere del museo del mare pronto a partire si ritrova così l'ostacolo della società a cui è stato riconosciuto titolo a restare lì. 

Il Tar ha dato ragione alla società, che ha diritto a restare nel porto

Cosa succederà ora dipende dal modo in cui l'amministrazione vorrà affrontare la vertenza con l'imprenditore nautico, che in questi anni non si è opposto ad andare via dal porto, anzi ha sempre riconosciuto l’innegabile interesse pubblico alla realizzazione dell'opera finanziata dal Pnrr. Il Comune si era però impegnato sin dall'inizio del progetto Waterfront a trasferire la società in un sito alternativo, contemperando anche l'interesse del privato. Come si rileva nella sentenza del Tar, il legittimo affidamento della società è stato "tradito dal Comune sia prima che dopo l’inclusione del progetto Waterfront nel pacchetto di opere urgenti finanziate con fondi del Pnrr: prima, attraverso le rassicurazioni, apparentemente ragionevoli, circa la reperibilità di altra area utile; dopo, per effetto dell’ostinato ed immotivato rifiuto dell’amministrazione locale di fornire indicazioni definitive circa l’individuazione di un sito da occupare in alternativa a quella oggetto del preannunciato sgombero, nonostante le plurime manifestazioni di interesse formulate da Marine Group per almeno due aree demaniali ritenute idonee". 

In particolare sulla resurrezione del museo del mare il giudice amministrativo, accogliendo il ricorso, rileva: "Non vi sarebbe alcuna reale sopravvenienza, idonea ad interrompere il rapporto concessorio a fronte di un progetto per la riqualificazione del Waterfront risalente ad epoca ben anteriore all’anno 2019". Inoltre, nel luglio del 2022 era stato stipulato tra le parti pubbliche un protocollo ad hoc per coordinare la programmazione e attuazione degli interventi di riqualificazione urbana resi possibili dai finanziamenti del Pnrr, ma "né autorità portuale né comune di Reggio Calabria avrebbero mai partecipato la società dei successivi sviluppi della vicenda relativa alla rinnovata attuazione del progetto Waterfront". 

Le aree alternative per l'idoneo spostamento del cantiere nautico

Secondo i giudici il Comune "avrebbe avuto tutto il tempo per trovare una sistemazione idonea a preservare la qualificata posizione della titolare della concessione, prima di compulsarne la revoca presso l’autorità portuale". Invece l'amministrazione ha persino espresso parere negativo sul trasferimento dell’attività di cantiere nautico presso due aree indicate dalla società ricorrente, ritenendole non compatibili con la destinazione di zona prevista dal piano regolatore vigente - che, sottolineano i giudici, si sarebbe potuto derogare, vista l'importanza della questione. 

Adesso però lo scenario cambia, perché per andare avanti nel progetto e realizzare il museo del mare senza rischiare i soldi del Pnrr, il Comune dovrà riaprire le trattative con Marine Group e prendere in considerazione uno dei siti suggeriti dalla società. Il primo è l’area individuata a sud della città a ridosso del torrente Calopinace vicino al parco lineare sud in corso di realizzazione. Sul sito si era già svolto un sopralluogo congiunto ed è considerato idoneo per aver ospitato in passato un altro cantiere nautico e poiché presenta una destinazione urbanistica compatibile, con le attività produttive legate alla marineria. La seconda area di interesse è a nord, in zona Pentimele, e la società nautica l'aveva proposta all'esordio del Waterfront, quando per la prima volta si era parlato di abbandonare il porto. 

Di certo il Comune non può adesso ignorare la pronuncia del giudice, che tra l'altro sottolinea la valenza di interesse collettivo dell'attività di Marine Group, "infungibile servizio di pubblica utilità di travel lift garantito lungo un tratto molto esteso della costa calabrese e non solo circoscritto alla circolazione dei traffici dello Stretto". Anche per questo la concessione demaniale alla società era stata prorogata ex lege durante l'emergenza pandemica. 

Da una parte c'è ora un privato che vede in pericolo l'impresa fondata e portata avanti dalla sua famiglia, che dà lavoro a una cinquantina di maestranze ed è fondamentale per il turismo del territorio; dall'altra un progetto che è stato classificato tra le 10 opere bandiera del paese per il Pnrr e la città non può permettersi di perdere. 

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