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'Ndrangheta, Aiello (M5S): "In Calabria la vera pandemia non è il Coronavirus, ma la mafia"

Il docente universitario e candidato pentastellato alle passate elezioni regionali esprime le sue considerazioni dopo la maxi-operazione "Eyphemos" della Dda

"In Calabria la vera pandemia non è il Coronavirus, ma la mafia". Lo scrive su Facebook Francesco Aiello, candidato alle elezioni regionali del 26 gennaio scorso con il M5S.

"La maxi-operazione "Eyphemos", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, conferma quanto siano forti e diffusi in Calabria i legami tra malaffare e politica e come l'esito delle competizioni elettorali sia condizionato dalla 'ndrangheta".

Qualsiasi ipotesi di sviluppo socio-economico di questa regione, aggiunge Aiello "rimarrà tale se lo Stato non si riapproprierà del pieno controllo del territorio. Senza legalità saremo destinati al declino. Questo è stato uno dei temi su cui mi sono lungamente soffermato, quasi in maniera ossessiva, durante la recente campagna elettorale delle regionali in Calabria perché è la priorità delle priorità". 

L'inchiesta "Eyphemos e l'operazione Rinascita Scott di poche settimane fa - prosegue il professore - vanno in questa direzione, a testimonianza della piena efficacia delle lotte per la legalità condotte in Calabria dalla magistratura e dalle forze dell'ordine, cui va tutto il mio apprezzamento e il mio sostegno".

Ora "più che mai - conclude Aiello - è tempo per lavorare con determinazione sul piano educativo, culturale e politico per creare gli anticorpi al malaffare, alle clientele e alla corruzione. I calabresi devono recuperare il tempo perso e devono tornare ad occuparsi con responsabilità dei luoghi in cui vivono. Ciascun portatore di interessi collettivi deve fare la sua parte. Nessuno escluso".

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