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Sabato, 27 Aprile 2024
Verso il voto

Sui social una campagna elettorale parallela con i supporter non candidati

Tra messaggi criptati, ironia e militanza amichevole, i politici fuori dalla competizione consigliano chi votare e chi mandare a casa

Nella settimana delle ultime cartucce da sparare verso la competizione delle urne, i reggini bersagliati da contatti e telefonate della tradizionale questua dei voti assistono a un fenomeno emergente, quello della propaganda dei supporter esterni alla sfida delle urne. Le coalizioni in lizza possono infatti contare anche sul sostegno di personaggi autorevoli e indubbiamente "sgamati" che però entrano nella campagna elettorale da uno status neutrale, con discrezione e apparente imparzialità.

Si tratta di soggetti della politica cittadina e regionale che esprimono il loro endorsement verso l'uno o l'altro partito per così dire da fuori, perché non candidati e spesso neanche titolari di ruoli amministrativi, incarnando dunque un'immagine di presunta spontaneità. Ovvero, sembrano dire all'elettore: ti consiglio di votare lui perché vale davvero, io non avrei altro interesse per dirlo.

In realtà, qualche interesse in politica esiste sempre. Ad esempio la campagna elettorale, anche per chi non vi partecipa, può costituire un ponte per la costruzione di future strategie, l'anticipazione di scenari nuovi o persino l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e lanciare frecciate che in questi giorni non sono mai innocue ma al contrario capaci di creare ovvi danni ai destinatari. 

Spirlì per l'amica Loizzo e contro le "corajisime"

Sede ideale di questo agone parallelo sono i social. Dove l'atmosfera, che sia serafica o riflessiva, cela una posa studiatissima. Nulla è improvvisazione, nulla si lascia al caso. Nino Spirlì, già presidente facente funzioni della giunta regionale, è fine uomo di lettere. Le parole sa usarle alla perfezione, gli intrighi della politica li conosce bene. Reduce dalla guarigione dal Covid, la quarantena lo ha ispirato.

Sulla sua pagina Facebook pubblica messaggi più o meno criptici che, scrive lui stesso, stanno infastidendo qualcuno: "Apprendo di mugugni nelle file dei candidati a proposito di miei post. Rilassatevi e cercate di fare esame di coscienza. Se pensate di avere scheletri orrendi negli armadi fate sempre in tempo a ritirarvi". Una stilettata precisa, volutamente non diplomatica da parte dell'esponente della Lega e attuale vicepresidente della fondazione Musaba.

Ma cosa è successo a Nino Spirlì? Con chi ce l'ha? Presente con fedeltà e immutato entusiasmo nel parterre delle visite elettorali calabresi di Matteo Salvini, nei giorni fibrillanti delle liste il politico e artista di Taurianova aveva assicurato che la chiamata del leader fosse giunta e di essere stato lui a declinare l'offerta della candidatura per dedicarsi al progetto culturale nel museo dell'indimenticato Nik Spatari, al fianco di Hiske Maas. Inesistenti dunque le recriminazioni ipotizzate da quello che Spirlì aveva respinto al mittente come gossip fasullo.

Ora però è chiaro che gli animi non siano sereni tra lui e qualche collega (di partito, coalizione di centrodestra o, più ampiamente, politica calabrese?). Spirlì irrompe nella campagna elettorale con un fioretto affilato usando, in post sibillini ma veementi, parole che evocano amicizie tradite, promesse dimenticate, ingratitudine e competenza. Nella Lega i candidati sono più d'uno, ma Nino Spirlì spiega deciso: "So per chi votare".

Ed è Simona Loizzo, capolista al plurinominale per la Camera e componente d'un solido trio che in passato aveva comprenso la cara Jole Santelli. L'ex presidente f.f. non si risparmia nel definire Loizzo "amica, confidente, sorella di altra famiglia" e la propone affettuosamente e con convinzione al voto. "So - afferma - chi spero di mandare alla Camera e non è un segreto: Simona Loizzo ed io siamo così familiarmente intrecciati che non c’è al mondo chi non lo abbia capito". E gli altri? Prosegue al vetriolo Spirlì: "So anche chi non vorrei che ci arrivasse mai, o mai più, in Parlamento: traditrici e traditori di sentimenti e progetti. Chi non sa ringraziare. Chi non sa lavorare. Le tarantole della politica. Le vedove nere. Le serpi. Chi pensa ai propri - e solo ai propri - interessi. Chi dimentica il pane ricevuto dalla povera gente. Chi infanga l’Amicizia".

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Ogni riferimento a incarichi (politici: attesi, sfumati e confermati) e persone non è puramente casuale. Nino Spirlì mantiene un'aura di mistero, limitandosi a un indefinito "quella lì e quello lì, a caso, di cui non leggerete mai il nome su queste mie". I nomi però non sono così tanti, nè segreti. Spirlì è maestro di ironia e continua a giocare, postando un'immagine della Corajisima, fantoccio lugubre che nella tradizione calabrese segna il calendario dei giorni penitenziali della quaresima. "A me - commenta - basta che non mandiamo questa al Senato". Hashtag della foto #Giuda. E chi ha orecchie, intenda. 

Falcomatà prepara il rientro tornando in piazza con il Pd

Anche il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà ha rotto il silenzio. Qualche intervento sulla vita della città nelle ultime settimane c'era stato (la segnalazione della rissa giovanile sul lungomare; la gioia per la ritrovata processione della Madonna; l'omaggio ai Bronzi), ma adesso, mentre tra rinvii e false ripartenze del processo si profila lo scenario della prescrizione della condanna per estinzione del reato, nello sprint finale della campagna elettorale riappare con decisione spendendo parole amichevoli e di stima verso Nicola Irto, segretario regionale Pd e capolista al Senato.

I toni sono nostalgici e intimi, ricordando la strada fatta insieme da due ragazzi "con qualche capello bianco in più ed il viso più scavato rispetto a quando sedevamo tra i banchi della minoranza in Consiglio comunale, con una storia comune". Quella del centrosinistra per Falcomatà è "una partita decisiva per il futuro del Paese, della Calabria e della nostra città. Allora come oggi, con convinzione ed orgoglio, sarò al fianco di Nicola Irto, ed al fianco di Mimmo Battaglia alla Camera, per sostenere questa sfida, che è la nostra sfida".

La parola chiave però è quella finale, "insieme", riferita a un "futuro da scrivere". Nel partito e forse presto a Palazzo San Giorgio, secondo la facile associazione d'idee che scaturisce da un post ritenuto da molti inopportuno nello status del sindaco sospeso (in consiglio comunale lo ha denunciato Federico Milia, capogruppo azzurro in consiglio comunale).

Falcomatà però non la pensa così e nella reunion elettorale dei big del centrosinistra era lì sotto il palco, ben visibile accanto ai dirigenti dem e i sindaci della coalizione giunti in piazza Duomo per far sentire la loro presenza ai candidati. In quell'occasione il sindaco condannato e sospeso (già avvistato nelle riunioni elettorali del Pd cittadino) ha fatto di più, non sottraendosi persino a dichiarazioni pubbliche, nelle quale ha apertamente sponsorizzato il progetto elettorale del suo partito.

Nel gioco di alleanze, strategie e rimescolamenti delle carte, non è però secondaria la posizione dei due attuali facenti funzioni, Brunetti e Versace, entrambi nel terzo polo e oggi diretti avversari del Pd del sindaco sospeso. Senza possibilità di accordo governativo, è ancora la tassativa indicazione dei vertici della coalizione di Renzi e Calenda, che pure lasciano aperti spiragli possibilisti, proprio portando ad esempio i casi di Reggio e di altre amministrazioni con la stessa atipica situazione.

Federica Dieni attivissima fa slalom tra troll e critiche

Federica Dieni, deputata uscente ex Movimento Cinque Stelle, ha fatto le valigie ed è pronta a lasciare l'incarico da parlamentare pur restando impegnata nel Copasir. L'addio al M5s per entrare nella casa dei riformisti con l'adesione a Italia Viva l'ha vista subito attivissima, pur fuori dalle liste dei candidati, nella campagna elettorale al fianco della compagine di Renzi e Calenda ("generosa", l'ha lodata Maria Elena Boschi proprio dal quartier generale del terzo polo sul lungomare).

Ma continuano a non perdonarle il "tradimento" a Conte: non si fermano i rancorosi commenti sotto ogni suo post di riferimento al voto. Il refrain è "sei stata una delusione" e "ci hai pugnalato alle spalle" e così via in un fiume di critiche e recriminazioni, qua e là punteggiato da manifestazioni di rimpianto per "una delle prime stelle di Calabria". Lei schiva i colpi smascherando tra le reazioni ai post l'infiltrazione di palesi troll e limitando l'onda offensiva dei commenti. Mentre più di qualcuno, confuso dagli iniziali rumors e successivi ripensamenti, pensa che sia candidata e annuncia che non le darà il voto. Una frecciata più cattivella delle altre le consiglia, appena sciolte le Camere, di chiedere il reddito di cittadinanza

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