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Ex Liquichimica di Saline, il sindaco di Montebello chiede un incontro in Prefettura

Il sito industriale non risulta inserito nell'elenco dei 714 siti di cui al Piano regionale gestione rifiuti e del Piano regionale amianto per la Calabria

Ugo Suraci, sindaco di Montebello Jonico, dopo la nota della Prefettura che lo informava della richiesta dell'Ancadic, inoltrata lo scorso 16 agosto, con la quale si sollecitavano gli accertamenti ambientali dell’intera area della ex Liquichimica, bonifica e messa in ripristino dello stato originario dei luoghi, il 9 settembre ha scritto all'associazione, attiva sul territorio. 

"Sicuramente è ben nota a tutti la storia dell'impianto: le distruzioni a danno dell'esistente, il fallimento dell'originario disegno industriale, i vari passaggi di proprietà con gli altrettanto fallimentari (o falsi?) disegni di reindustrializzazione, fino alla tentata costruzione di una centrale a carbone, la distruzione del porto e la possente erosione della costa. Oggi, però, l'area si presenta alquanto diversa, anche se ancora spettrale ed ambientalmente degradata, rispetto alla data delle analisi eseguite dal consulente dottor Paolo Plescia nel lontano 2004".

"In seguito, -riporta ancora l'associazione - altre analisi sono state effettuate su materiali accumulati in una parte del sito dalle quali sono risultate presenti fibre di vetro e di roccia, con esclusione delle paventate fibre di amianto. Negli anni, infatti, ad opera della SIPI, il consorzio che aveva acquistato l'intero complesso industriale dall'Eni, gli impianti sono stati"spolpati" di tutti i materiali pregiati e delle attrezzature moderne esistenti".

E' cominciato un costante frazionamento dell'area industriale, con la vendita per lotti, i cui acquirenti hanno provveduto alla sistemazione del terreno acquistato secondo le proprie esigenze mentre altri consistenti lotti sono rimasti allo stato originario". 

"Oggi -continua la nota - non si è in presenza di un'unica area industriale dismessa su cui innestare un intervento pubblico di risanamento ma di una pluralità di proprietari sui quali solamente ricade l'onere di programmare e progettare il risanamento, anche se non può escludersi il sostegno finanziario pubblico.

A tal proposito è utile evidenziare che appena nel mese di maggio 2019 il Dipartimento regionale "Ambiente e territorio" riportava in una sua nota che "il sito industriale ex Liquichimica, pur essendo individuato quale sito da riconvertire ai fini della reindustrializzazione ai sensi della delibera della giunta n. 219 del 10/03/2008, non risulta inserito nell'elenco dei 714 siti di cui al Piano regionale gestione rifiuti (PRGR) e del Piano regionale amianto per la Calabria (PRAC), approvato con Deliberazione n. 156 del 19/12/2016 su cui avviare indagini preliminari volte alla definizione dello stato qualitativo delle matrici ambientali".

Per avviare un percorso di risanamento dell'area in questione è necessario "coinvolgere tutti i nuovi proprietari per conoscere gli obiettivi che perseguono, i tempi di programmazione dei loro interventi e la programmazione degli interventi di pulizia e risanamento delle rispettive proprietà.

Naturalmente, per il sostegno che può mettere in campo, occorre coinvolgere la Regione Calabria". Il Comune di Montebello Jonico ha avanzato la richiesta che venga attivato "presso la Prefettura un incontro quanto meno tra tutti i soggetti pubblici in indirizzo al fine di programmare un percorso conclusivo per la pulizia ed il risanamento dell'area ex Liquichimica". Inoltre l'amministrazione comunale, particolarmente interessata al problema, è pronta "a dare il proprio contributo e fa presente che la scelta optata nella sua programmazione è per lo sviluppo turistico dell'intera area e delle infrastrutture collegate".

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