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Lunedì, 29 Aprile 2024
Rivoluzione Rheggio

Bandecchi benedice il soldato semplice Massimo Ripepi: ora europee, tra due anni sindaco

Presentato il progetto politico del consigliere comunale, che sarà candidato di Alternativa Popolare per il voto di Bruxelles

Teatro Cilea strabordante fino ai palchetti, applausi, incitamento da stadio. Inizia con un bagno di folla la rivoluzione di Massimo Ripepi, che lancia il suo progetto politico Rheggio 743 a.C. con la benedizione del leader di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi. Il sindaco di Terni atteso ospite in città ha annunciato la candidatura alle europee in Ap del consigliere comunale per la vasta e pesante circoscrizione Sud, ricambiando tra due anni con il sostegno a Ripepi nella corsa come sindaco reggino. 

Bandecchi candida Ripepi alle elezioni europee nella circoscrizione Sud

Sanguigno, verace e istrionico, sul palco del Cilea Bandecchi non si è sottratto a un incipit sulla Reggina: "Sento un debito morale verso la squadra, i tifosi e quegli imprenditori del territorio che di loro iniziativa mi hanno coinvolto per salvare la società. Spero che non ne abbia bisogno, ma per la Reggina io sarò sempre a disposizione". Anche offerendosi per una generosa sponsorizzazione da 100 mila euro.

Appena un accenno, perché la scena è tutta del progetto di Massimo Ripepi, che ufficializza la sua candidatura alle prossime comunali insieme a Alternativa Popolare.

Stefano Bandecchi

Bandecchi conquista l'uditorio quando tuona: "Come si fa a non avere Reggio capoluogo di regione? Non ce l'ho con Catanzaro o Cosenza, ma voi avete il mare dello Stretto, l'autostrada, questa città è stata evidentemente venduta!" Massimo Ripepi, conosciuto proprio durante l'affaire Reggina, è per l'imprenditore e sindaco livornese quasi in odore di santità: "E' uno che ogni giorno pensa alle cose essenziali, a dare da mangiare a chi non ne ha, a cercare lavoro per chi non ne ha. Qui prima dell'Unità d'Italia si stava benissimo... ma nessuna liberazione può avvenire se non si è disposti a fare la guerra...il male non si combatte senza armatura!"

L'abbraccio tra Bandecchi e Ripepi è lungo e commosso. "Massimo Ripepi - racconta il sindaco di Terni - rappresenta lo spirito del mio partito, è un uomo coraggioso e giusto che si chiede perché dobbiamo essere sempre ultimi, e la sua priorità è restituire dignità a Reggio. Non un soldato, un generale". 

Ripepi invece rivendica la sua coccarda di soldato semplice dell'esercito di Rheggio (un punto a favore della sua rivoluzione appena partita è che tutti ormai sanno quando la città fu fondata - "siamo la Magna Grecia, più antichi di Roma", dice con orgoglio). In questo primo congresso del movimento politico con cui intende andare alla conquista del Comune presenta le sue battaglie, i suoi mentori (uno su tutti Gilberto Perri, guida spirituale e seconda figura paterna) e i suoi combattenti. Nelle file dell'esercito ci sono i reggini emigrati o tornati e i giovani brillanti e talentuosi, fieri delle radici, con la città sempre nella mente e nel cuore - da Pedro e Francesco Foti, a Micol Scibilia (figlia dell'imprenditrice Rosy Canale). Tutti hanno incontrato Massimo Ripepi sulle strade sconfinate della rete o lo hanno conosciuto dalle sue indignate dirette social contro il malgoverno di Reggio, e entrando nella sua rivoluzione si commuovono. Parlano di una città che "ha subìto cose inenarrabili", vogliono riscrivere una storia che oggi "è orrenda e offende i reggini". 

Il giorno di Massimo Ripepi: standing ovation, abbracci e bordate a tutte le coalizioni

Dopo le testimonianze dei sostenitori, al momento del suo comizio Ripepi è salutato da una standing ovation. "Non sono un eroe - si schermisce - i veri eroi sono quelli che fecero la Rivolta e io continuo ad ammirarli, avrei voluto lottare con loro ma ero troppo piccolo". Ufficializzando la sua scesa in campo come aspirante sindaco, il consigliere comunale si presenta ai futuri elettori come un orgoglioso cane sciolto, e non fa nulla per nascondere la rottura con il centrodestra. Nomi e cognomi, da Nicola Irto ("non parla mai di Reggio ma della Palestina, della guerra in Ucraina, dei problemi del mondo") a Tilde Minasi. "Con molti amministratori che stasera potrei citare - dice - ci siamo cresciuti e ne soffro. Ma non posso fare a meno di parlarne o sarei anche io un venduto...a Francesco Cannizzaro, che è l'unico ad aver fatto qualcosa per l'aeroporto di Reggio, ho detto chiaramente che deve cambiare il piano nazionale aeroporti, dove tra quindici anni Reggio ha una previsione futura di 500 mila passeggeri e Lamezia di 4 milioni! Se non lo farà, e se non otterrà le deleghe per la città metropolitana, tutto il resto sarà inutile come una Ferrari senza benzina"

L'aeroporto Tito Minniti è uno dei temi più cari al pulpito della rivoluzione di Rheggio 743 a.C. "Falcomatà l'ha svenduto alla Sacal perché glielo ha chiesto il suo segretario, che era Renzi... anzi che è", e sui partiti mena fendenti con foga equanime, senza sconti per nessuno. "Ma voi davvero credete che il Pd come la Lega o Fratelli d'Italia abbiano a cuore il bene della città? I partiti mi hanno lasciato steso a terra nel momento in cui ero in grave difficoltà... i leader verranno qui con il naso tappato solo per rastrellare voti, non vendiamoci per un piatto di lenticchie!"

La prova del teatro Cilea gremito è stata superata ("hanno detto che la gente sarebbe entrata solo perché erano sul corso, ma sta piovendo quindi il corso è vuoto", replica alle frecciatine), ma l'impresa di Palazzo San Giorgio è oggettivamente immane, e il soldato semplice lo sa. Ripepi ringrazia ironicamente anche "le spie che sono qui solo per riferire ai loro padroni", e commenta: "Chi stasera è davvero presente per la rivoluzione ha coraggio, e non dobbiamo mai perdere la speranza. Starete pensando che alla fine a vincere saranno i venduti, ma se noi siamo uniti e ci armiamo per spezzare le catene vi dico che vinceremo. La nostra arma è la luce, la trasparenza, ciò che i venduti e i traditori temono moltissimo".

Sottofondo musicale 'Don't stop me now' dei Queen, evocativo e inequivocabile. Ma a illuminare il cammino ci sono anche i valori religiosi, quelli della comunità Pace presente in forze all'evento di oggi pomeriggio. "Sono un piccolo cristiano - ribadisce Ripepi - e per questo sono seriamente preoccupato della decadenza che vedo attorno... è giusto che il mondo sia laico e ognuno possa esprimere le proprie idee e allora perché dovrei vergognarmi di nominare Gesù Cristo?"

Dalla secessione di Reggio, al corso Versace e il sogno Mediterranean Life

Nel programma politico ci sono giornate con lunghe e indefesse ore di lavoro ("e senza risultati il giorno dopo si va a casa"), e responsabilizzazione degli amministratori ("quando in commissione chiediamo chi ha fatto cosa nessuno sa rispondere"). E una rivoluzione vera, che manda in visibilio la platea. "Reggio è trattata da zerbino...sui soldi destinati alle città calabresi qui non arriviamo al 30%. Siamo sudditi di Catanzaro e Cosenza, ecco perché io da questa regione vorrei staccarmi". Il sogno di una secessione seduce il pubblico del teatro, attraversato da qualche esclamazione esasperata quando sono enumerate le tante situazioni in cui i reggini si sentono vittime di scippi e ingiustizie. C'è l'aeroporto, ma anche i Bronzi di Riace e lo spreco del cinquantesimo anniversario. Lo dice anche Bandecchi, alzando la voce: "I Bronzi rappresentano l'Italia esattamente come il Colosseo, e in una ricorrenza del genere sono stati dimenticati. Questa cosa fa schifo!"

Ripepi elogia le eccellenze reggine. Gianni Versace, a cui si dovrebbe intitolare se non il corso una strada importante, ricucendo i rapporti con l'illustre famiglia "che può fare tanto per Reggio, ma solo quando Reggio renderà il giusto tributo a questo grande personaggio". Poi il progetto Mediterranean Life di Giuseppe Falduto: "E' un imprenditore che vuole investire sulla sua città creando almeno 4000 posti di lavoro. Ma quel progetto già approvato in consiglio comunale è chiuso da anni in un cassetto". Immaginando un'altra Reggio possibile, Massimo Ripepi descrive un museo intitolato a Versace e un corso trasformato in via della moda, vivace di attività commerciali e collegato con il sistema dei porti. Il soldato andrà alla guerra come Davide contro Golia: "Non voglio essere un mediano, preferisco morire in battaglia". 

Gran finale dell'evento, in un tripudio di battimani, con il videogame che forse fa satira pure sulla pista ciclabile (su cui era giunta qualche imbeccata dal pubblico del Cilea): su veicoli animati a inseguire la coppia Ripepi-Bandecchi ci sono Falcomatà, Minasi, Cannizzaro e altri volti noti della politica calabrese. Poco prima il consigliere aveva sfidato le coalizioni a rendere noti con largo anticipo i propri candidati alle prossime comunali: "Non pensate - domanda al pubblico - che sarebbe giusto, anziché calare nomi decisi a Roma all'ultimo momento? Se anche loro come me si presentassero già ora, potremmo confrontarci e questo restituirebbe ai reggini la libertà di votare il progetto migliore". Nel videogame, comunque, la corsa a perdifiato contro i "poltronai" tra i palazzi di una Reggio stile star wars la vince lui.

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