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Sabato, 27 Aprile 2024
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Halloween ha origini calabresi? Sarebbe direttamente collegata al rito del "Coccalu di muortu"

Ecco la rivelazione dell'antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani che mette in dubbio la versione ufficiale

Anche quest'anno il 31 ottobre si festeggia Halloween la festa più mostruosa dell'anno, che stando alla versione ufficiale sarebbe di origini internazionali. Durante questa notte i bambini con travestimenti mostruosi  bussano alla porta chiedendo:“dolcetto o scherzetto”? 

Si tratterebbe di un’antica abitudine medievale, periodo in cui i poveri bussavano alle porte delle case chiedendo del cibo in elemosina in cambio di preghiere per i loro defunti. Chi non offriva nulla avrebbe dovuto fare i conti con la cattiva sorte. Stando a ciò che conosciamo fino a questo momento la  consuetudine sarebbe nata in Gran Bretagna e Irlanda per celebrare la  fine della stagione estiva e l’inizio delle coltivazioni invernali. In questa notte magica si eliminavano le barriere con il mondo dei morti e i celti si mascheravano per nascondersi dagli spiriti e inoltre chiedevano loro dolci e doni.

Ma questa è la vera storia della nascita Halloween legata anche all'intramontabile leggenda della zucca di Jack-o’-lantern? Stando all'antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani la festa di Halloween sarebbe nata in realtà in un paese della Calabria e precisamente in provincia di Vibo Valentia.

Rivelazione questa contenuta nel libro "Il Ponte di San Gacomo", edito da Rizzoli, e scritto a quattro mani con Mariano Meligrana, nel quale si analizzano  i luoghi del mondo contadino dove si rifugia e si affronta la morte.

All'interno di un capitolo è contenuta l'ipotesi che la popolare festa horror sia una  contaminazione dell'antica tradizione popolare calabrese del "Coccalu di muortu". Di cosa si tratta?  A Serra San Bruno, da secoli, per la ricorrenza dei morti, i bambini svuotano le zucche, danno loro un aspetto spaventoso di un teschio e vanno in giro per il paese chiedendo un'offerta cantilenando "Mi lu pagati lu coccalu?" (Mi pagate il teschio di morto? In dialetto serrese).

Secondo gli studi di Lombardi Satriani dunque il rito di Halloween deriverebbe dalla  "festa di ritorno" calabrese che sarebbe la  versione più antica e popolare del "trick-or-treat" americano. "Fino a qualche anno fa, - si legge in un passo del saggio dell'antropologo - nel giorno dei morti i bambini andavano per le case, portando una zucca svuotata e lavorata a mo’ di teschio, nel cui interno era accesa una candela". Con questa maschera bussavano di casa in casa chiedendo dolcetti per placare le anime dei defunti.

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