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Sabato, 27 Aprile 2024
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Mata e Grifone, torna il ballo della tradizione con "u Giganti e a Gigantissa"

Per le festività mariane organizzate in onore della Madonna della Consolazione non possono mancare i giganti per le vie della città che al suono del tamburo ballano e catturano l'attenzione di grandi e piccini

Non può mancare il tradizionale ballo dei giganti per le feste mariane, momento clou di una consuetudine che si tramanda da secoli, in onore della Madonna della Consolazione, patrona della città. 

Ma qual è la storia dei giganti di cartapesta che da Messina fino a numerose parti della Calabria, passando per Reggio e provicina, sono protagonisti di numerose festività popolari? Scopriamolo insieme.

Qui la leggenda incontra la storia con le vicende legate a Riccardo Cuor di Leone. Siamo nel 1190 e questo quando fece tappa  Messina  prima di partire alla volta della Terza crociata  scoprì che il popolo era oppresso dai saraceni, a quel punto costruì un castello simbolo della sua superiorità chiamandolo Matagriffon da Macta (ammazza) e Grifon (ladro) inducendo i saraceni a lasciare la città.  

Da quel momento i messinesi per festeggiare portarono in piazza il castello sdoppiandolo nelle due figure ovvero Mata e Grfione considerati i due fondatori della città rappresentati con dei cavalli, in seguito gli venne affiancato un cammello che durante le feste di agosto veniva bruciato in memoria dalla  scacciata dei saraceni.

"U Giganti e a Gigantissa" sul corso Garibaldi

Le due figure diffuse anche in tutta la Calabria dunque rappresentano allegoricamente la liberazione della Regione dall'oppressione saracena e turca che ha dilaniato il territorio. Da non dimenticare la leggenda d'amore legata a queste due figure il nero Grifone e la bella Mata, i due si innamorarono ma quando lui chiese la sua mano gli venne negata perchè musulmano quindi per sposarla dovette convertirsi al Cristianesimo.

I giganti di cartapesta che da secoli vengono trasportati per le vie di Messina con tutta la loro imponenza, a Reggio Calabria e provincia sono più piccoli e vengono sorretti da un portatore che sostiene ciascun gigante. Caratteristico il ballo che viene eseguito a suon di tamburi che rappresenta la danza d'amore tra i due che si conclude in un avvolgente abbraccio.

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