La chiesa di S. Antonio in Gallico: quattro secoli di storia e di fede
Ricorrerà, nel 2024, il quarto centenario di fondazione della chiesa di S. Antonio, primo edificio sacro sorto a Gallico Marina, voluto da Giovanni Michele Genoese che, con atto rogato dal notaio Livio Laganà il 20 novembre 1624, donò un suo terreno per la costruzione di una chiesa: “ ….intus eius viridarium in contrata Gallico tenimento Rhegijs iuxta stratam publicam et alios fines sub vocabulo S S.mae Matris Dei….”.
Collaborarono a questa iniziativa, con l’offerta di varie somme di danaro per la costruzione e il mantenimento della chiesa, formalizzata in atti notarili separati, il caporale della torre di guardia di Gallico, lo spagnolo Andrea Martinez e Martinello Vitale “… de civitate Cavae…” (6 novembre 1624), Lucantonio Gambino (15 novembre 1624), Mastro Salvatore Morabito (15 novembre 1624).
A ripercorrere la storia dell'antico edificio di culto, Mimmo Mazzù che in una nota scrive: "La costruzione della torre di guardia nei pressi della foce della fiumara Gallico, avvenuta alla fine del ‘500, aveva favorito il sorgere di varie attività commerciali e il graduale popolamento della Marina di Gallico, nella quale numerose famiglie importanti reggine, agli inizi del ‘600, possedevano vasti terreni piantati a gelsi, viti e alberi da frutto.
Giovanni Michele Genoese, volle pensare a soddisfare anche le esigenze spirituali dei pochi abitanti della zona, edificando, su un suo terreno, una chiesa dedicata alla "Santissima Madre di Dio", detta in seguito di "S. Maria del Bosco o di S. Antonino" di jus patronato della famiglia Genoese.
Fino a circa cinquant’anni fa, erano ancora visibili, all’angolo nord dell’incrocio tra le vie Nazionale e Quarnaro, i ruderi, probabilmente della chiesa originaria seicentesca. Alla fine del ‘600 nella chiesa fu introdotto il culto di S. Domenico, una devozione molto sentita dai Genoese che, nella Chiesa di S. Domenico in Reggio, avevano una loro cappella gentilizia.
Nel settembre 1826, nella chiesa di S. Antonio fu trasferito il "Beneficio della SSma Verginità di Maria", già nella chiesa di S. Leonardo in Reggio, distrutta dal terremoto del 1783. La cerimonia del trasferimento del beneficio avvenne con la collocazione sull’altare della cappella, dell’immagine della SS Verginità di Maria, alla presenza del parroco di S. Maria di Porto Salvo, sac. Francesco Battaglia che intonò l’ "Ave Maris Stella” e di numerosi e devoti fedeli. (Atto notaio Marrara. 4 settembre 1826. ADRCB. Benefici e cappellanie) Dopo il terremoto del 1908, la chiesa fu ricostruita, negli anni ’30, all’angolo sud dell’incrocio tra le vie Nazionale e Quarnaro dove tuttora si
trova".
"Oggi - conclude Mazzù - la chiesa di S. Antonio, un tempo circondata da rigogliosi giardini, si trova immersa in una zona nella quale, in questi ultimi cinquant’anni, sono sorti in modo incontrollato, palazzi e attività commerciali, essa, pur situata al centro di un incrocio trafficatissimo, continua ad interrogarci, muta e solenne, con i suoi quattro secoli di storia, sul senso del nostro “correre” dietro idoli e mode che ci stanno distruggendo".