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Dalla riabilitazione alle medaglie, fino al sogno Paralimpiadi: la storia di Aurora Esaboatini

La giovane nuotatrice, già vice campionessa agli assoluti di Busto Arsizio, racconta la sua avventura nel nuoto sperando di "poter essere un simbolo nel mio piccolo"

Storie di vita intrecciate con lo sport. L'attività fisica non è solo un modo per occupare il tempo libero o una semplice competizione, può cambiare in meglio il quotidiano, dare nuovi stimoli e trasmettere valori inestimabili. Di esempi ne abbiamo molteplici, come la significativa avventura della reggina Aurora Esaboatini nel mondo del nuoto.

La giovane, seguita dal Parco Caserta, racconta la sua storia e le speranze per il futuro e i prossimi appuntamenti sportivi: "Un corridoio triste, un palloncino di Titti in mano. Io su una sedia a rotelle spinta dalla mamma”. Tutto inizia con i tre mesi passati in ospedale nel 2008, dopo due ictus che segnarono inevitabilmente un duro periodo della vita di Aurora. Una lunga e costante riabilitazione le ha permesso di ritornare a camminare e undici anni dopo può considerarsi una 'giovane ma grande': "Me lo dicono tutti - rivela  la nuotatrice - mi riconosco in questa definizione. Spesso non riesco ad avere la leggerezza dei miei coetanei ma non lo vivo come un problema. Gli eventi che hanno scosso la mia vita mi hanno dato una forza particolare, un carattere determinato che è la molla che mi fa andare avanti nei momenti difficili”.

La danza come prima esperienza, il nuoto come l'amore sportivo che ti colpisce e non ti molla più. La passione mista ad un talento naturale le permettono di tuffarsi in piscina nel 2013 e non abbandonarla mai: "Ho iniziato su suggerimento di mia madre. Era lo sport migliore - continua la giovane - per riabilitare la parte destra del mio corpo dopo i due ictus, me ne sono innamorata subito. Praticare nuoto mi dà qualcosa di speciale. Il contatto con l’acqua mi fa sentire più viva, è una sensazione difficile da spiegare."

I primi approcci vengono archiviati e si passa alle competizioni. Qui arrivano le prime soddisfazioni: medaglia d'oro nei 50 metri stile e 100 dorso ai campionati giovanili e secondo posto ai campionati assoluti di Busto Arsizio. Il destino è chiaro: "Non mi aspettavo tutti questi successi. Seguo i consigli dei tecnici, punto sempre a migliorarmi. Nei periodi difficili, lo sport - sottolinea ancora Aurora - è la musica sono i miei appigli. Mi aiutano ad affrontare le difficoltà, mi offrono la forza che in alcuni momenti non ho”.

La ricetta giusta per continuare a migliorarsi e raggiungere traguardi sempre più importanti nello sport, comprende anche il grande aiuto di parenti e amici: "Mi incoraggiano sempre, sono importanti per la mia serenità. Mia sorella  - spiega la nuotatrice - ha un carattere opposto al mio, chiuso e introverso. Ma dai piccoli gesti capisco quanto ci tiene a me. Agli amici racconto dei miei progressi, dentro e fuori la piscina, con loro mi sento a mio agio”.

La giovane età impone piacevolmente ad Aurora di guardare i grandi e iniziare a sognare. Di miti e campioni leggendari nel nuoto se ne possono trovare tanti, ma per la reggina sono l'americano Michael Pehlps e la promessa italiana Simona Quadarella a rappresentare gli idoli da seguire. Impossibile, inoltre, non prendere in considerazione una storia abbastanza simile a quanto accaduto alla Esaboatini. Si tratta di Manuel Bortuzzo, nuotatore vittima di un agguato e costretto a dover fronteggiare e sconfiggere una disabilità per ritornare in vasca: "Ammiro la sua determinazione, mi sento vicina alla sua voglia di combattere e gli auguro di cuore di realizzare tutti i suoi sogni", il messaggio di Aurora a Manuel.

I sogni, dunque, non mancano e non potrebbe essere altrimenti. Il futuro parla delle Paralimpiadi 2024 in Francia, un obiettivo da voler concretizzare: “I miei tecnici - spiega Aurora - mi dicono di continuare in questo percorso di crescita così da poter tramutare il sogno in realtà. Altri sport oltre il nuoto? Le bocce (specialità di cui è stata campionessa regionale nel 2017, ndr).  So che soprattutto al Sud viene considerato uno sport ‘per anziani’ ma non mi interessa (ride, ndr) e continuerò a praticarlo”.

"Io esempio per chi ha una sfida da vincere nella vita? Non lo so - prosegue la giovane atleta - mi farebbe piacere. Sentire gli elogi di terapisti, tecnici e familiari mi fa sentire importante. Spero di poter essere un simbolo nel mio piccolo, di meritarmi con il mio impegno e forza di volontà questo ruolo."

"Il mio futuro dopo il diploma? So già cosa vorrei fare. Il giudice di gara, sempre di nuoto. Magari - conclude Aurora Esaboatini - prenderò la laurea in Management dello sport, così da poter organizzare grandi eventi come le Olimpiadi”.

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