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Venerdì, 29 Marzo 2024
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"Liberi di fischiare per gli altri", concluso il primo evento dello Sportinfest

Il Csi ha organizzato anche la decima edizione della manifestazione, ponendo l'attenzione sul tema delle troppo frequenti aggressioni agli arbitri durante le partite di calcio

Il calcio dovrebbe essere costantemente sinonimo di rispetto verso il prossimo. Senza la fiducia riposta nei compagni di squadra, le partite non si possono vincere e perdersi in proteste con l'arbitro non fa altro che distogliere l'attenzione sul vero obiettivo: superare gli avversari. Nei campi dilettantistici, più dei terreni da gioco con protagonisti i professionisti, si vedono troppo spesso calciatori al centro di risse contro arbitro o compagini rivali. Partendo dall'ormai ben nota questione di aggressività nel mondo pallonaro è stata inaugurata la decima edizione del "Reggio Calabria Sportinfest", evento socio-educativo del Csi.

Con appuntamento alle 10:30 presso l'aula del Tribunale per i minorenni, i giovani presenti hanno assistito a diversi commenti e interventi sul tema della violenza contro gli arbitri, nell'ambito del progetto "Liberi di fischiare per gli altri". Grande attenzione è stata rivolta ad un recente provvedimento applicato nei confronti di un minore dopo aver aggredito l'arbitro, il quale è stato condannato a partecipare ad un corso formativo per diventare fischietto nei campionati degli oratori.

L'intervento di maggiore spicco all'interno dell'iniziativa è da ricondurre alle parole di Mauro Berruto: "Le regole sono negoziabili Rispettare le regole - ha spiegato l'ex ct della nazionale di volley - non è un accessorio, è una testimonianza. Qualunque cosa tu faccia o dica stai lanciando un messaggio molto forte per chi ti osserva".

Dopo il commento di Berruto, la parola è passata al giudice del tribunale per i minorenni Paolo Ramondino, il quale ha ribadito come "alcuni ragazzi presenti, hanno commesso errori e sono qui perché abbiamo deciso che questa esperienza può essere un itinerario di cambiamento, legalità e partecipazione sociale per loro. Chi ieri ha aggredito l'arbitro, oggi inizia un percorso per diventare direttore di gara ed arbitrare nei campionati giovanili Csi. Una grande sfida, un percorso unico e rivoluzionario nel panorama nazionale".

Dichiarazioni di volontari, arbitri ed assistenti sociali hanno successivamente snocciolato ulteriormente la tematica sociale. Presene anche don Mimmo Cartella, assistente ecclesiale del Csi: "L’importanza di considerare le 'regole' non fini a se stesse, bensì - afferma il sacerdote - alla luce della dignità e della sacralità della persona è un'idea identitaria per il Csi che nella sua esperienza si impegna a tener conto di questo mettendosi a servizio non della regola, ma della persona nella sua integrità per tutto l’uomo e per tutti gli uomini". 

In chiusura di giornata, il presidente provinciale e consigliere nazionale del Csi Paolo Cicciù ha sottolineato che "quello di oggi non è un punto di arrivo, ma di ripartenza: il Csi ha fatto una scelta di campo. Non vogliamo essere un "torneificio", ma auspichiamo che la pratica sportiva sia da stimolo per avviare una stagione di cambiamento in ognuno."

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