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Alloggi popolari, la protesta arriva nell’aula del Consiglio comunale

L’Osservatorio sul disagio abitativo e le famiglie denunciano le gravi carenze gestionali del settore imputate all'amministrazione. Si richiedono interventi urgenti

“Il settore degli alloggi popolari presenta gravissime carenze gestionali che dipendono dall’azione politica dell’amministrazione”, sono le parole di protesta avvenuta durante il consiglio comunale di Reggio Calabria, dell’Osservatorio sul disagio abitativo.

Coinvolti anche Un Mondo Di Mondi con Giacomo Marino e Cristina Delfino, Csoa con Angelina Cartella, la società dei territorialisti/e onlus, il Centro sociale Nuvola Rossa, il Comitato Solidarietà Migranti, Reggio Non Tace e la Collettiva AutonoMia.

“Il Comune di Reggio Calabria, nonostante qualche iniziativa realizzata, continua a non garantire il diritto all’alloggio alle famiglie a reddito basso e senza una casa”, è quanto si legge su una nota stampa tramite cui l’Osservatorio attesta la denuncia avvenuta con un’importante partecipazione di famiglie nell’aula del Consiglio Comunale, delle diverse problematiche del settore Erp.

“Questa volta l’ha fatto  - si continua a leggere sulla nota stampa - mostrando ai consiglieri presenti  otto cartelloni. Gli 11 milioni stornati.  Pur essendoci  qualche centinaio le famiglie che hanno vinto il bando comunale  2005  e che sono in emergenza abitativa, l’Amministrazione comunale, nel 2016,  ha stornato  un finanziamento di 11 milioni di euro  destinato a dare l’alloggio a circa 160  nuclei.

Per correggere quest’azione  cinquecentotrentaquattro  reggine e reggini hanno firmato una Petizione che è stata presentata dall’Osservatorio sul disagio abitativo  il 18 febbraio chiedendo al Comune  il ripristino del finanziamento di 11 milioni per l’acquisto di alloggi . Il termine di 90 giorni previsto per la risposta alla Petizione è già scaduto, ma l’Amministrazione non ha ancora risposto. Non solo non si vuole  implementare il patrimonio degli alloggi, come sarebbe necessario, ma non viene  gestito  neanche quello esistente.

Difatti, il  settore di Edilizia Residenziale Pubblica da tempo  non realizza, con la necessaria efficacia, le verifiche sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari dei 7000 alloggi popolari (comunali ed Aterp) esistenti nel territorio comunale. Le verifiche  sono previste dalla normativa vigente per recuperare e riassegnare gli alloggi non più abitati e per garantire la gestione legale delle assegnazioni. Nonostante quanto deciso dal Consiglio Comunale il 10 febbraio 2017, il sindaco non ha ancora disposto che al  settore Erp venga assegnato stabilmente un gruppo di vigili e di operatori informatici per effettuare  quotidianamente  le verifiche. Tantomeno ha provveduto a chiedere alla Prefettura la costituzione di una task –force con le forze dell’ordine dello Stato. 

Questa azione di controllo – si aggiunge - con la relativa informatizzazione  consentirebbe il recupero di decine di alloggi da assegnare alle famiglie vincitrici del bando 2005 ed a quelle  in emergenza abitativa. Ma consentirebbe pure  l’eliminazione  dell’illegalità diffusa di cui gli alloggi erp sono oggetto, proprio a causa della mancanza di questa  attività  di controllo . Anche la gestione economica del settore Erp, indispensabile per garantire la necessaria efficienza strutturale del patrimonio, è del tutto assente. Negli ultimi quattro anni, mentre la gran parte degli alloggi comunali versa in gravissime condizioni strutturali, il Comune non ha garantito i livelli minimi di manutenzione.

Difatti, negli ultimi anni, i 3 milioni di euro  entrati nelle casse comunali  dai canoni e dalle vendite degli alloggi non sono stati spesi. Ma, secondo la normativa vigente, questi fondi sono vincolati al settore e dovrebbero  essere spesi per  garantire la necessaria manutenzione degli alloggi Erp. Per quanto riguarda la gestione delle emergenze abitative (art 31 Lr 32/1996) il Comune, su sollecitazione dell’Osservatorio sul disagio abitativo, ha approvato il 25 gennaio 2018 un regolamento con la finalità di garantire trasparenza e velocità.

Ma, fino ad oggi, il regolamento non è stato applicato e quindi si è continuato a gestire le emergenze con poca trasparenza e senza un’apposita graduatoria. La norma regionale sulla mobilità degli alloggi ERP del 1996, dopo 23 anni,  continua a non essere applicata dal Comune e dall’Aterp  e quindi  centinaia di richieste di cambio alloggio risultano inevase negando il pieno diritto alla casa di moltissime famiglie assegnatarie.

Il progetto di superamento del ghetto dell’ex Polveriera, avviato nel mese di aprile 2018 portando alla sistemazione in dislocazione di 17 nuclei familiari, da 8 mesi è inspiegabilmente bloccato. Nel ghetto sono rimaste 15 famiglie che sono costrette ad abitare tra le macerie delle baracche demolite, nelle quali sono presenti delle lastre di eternit  frantumate.Tra le situazioni di grave emergenza abitativa c’è da considerare anche quella delle  persone senza fissa dimora. Nel periodo invernale, il Comune ha aperto un dormitorio pubblico offrendo un posto letto ad un gruppo di persone. Ma nel  mese di marzo lo ha chiuso rimandando sulla strada le persone che aveva accolto”. 

Con queste parole, si chiede infine all’amministrazione un’azione urgente tramite cui si possa riaprire un dormitorio pubblico per offrire nuovamente per tutto l’anno un posto letto a queste persone. 


 

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