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Lavoratori Cedir, Foti (Uilpa): "Richieste prive di riscontro, nessuna miglioria registrata"

La situazione dei dipendenti degli uffici giudiziari non migliora, nonostante le proteste e i solleciti. Per il segretario del sindacato il problema "è da attribuire all'inerzia della macchina burocratica"

I lavoratori degli uffici giudiziari del Cedir hanno da tempo manifestato il proprio disagio lavorativo. L'ente vive in una situazione non semplice da mesi, come dimostrato dal recente sciopero degli stessi dipendenti. La qualità del servizio pubblico ne risente e le mosse per dare una svolta alla situazione non hanno portato i cambiamenti sperati. La mancata riqualificazione giuridica e professionale del personale resta una problematica così come le condizioni non sicure della struttura che ospita gli impiegati.

Il segretario generale territoriale della Uilpa di Reggio Calabria, Patrizia Foti, ha ribadito lo stato della vicenda: "La grave situazione che si registra presso gli uffici giudiziari del Cedir, in particolare presso il Tribunale di Reggio Calabria ed a più riprese segnalata dai lavoratori e di recente portata in piazza con vibrate ed appassionate  proteste, è oramai da attribuire non solo ad una serie di annose criticità, ma anche all’inerzia della macchina burocratica e di coloro che sono preposti a farla rotare."

"Purtroppo tutte le richieste ed i solleciti sono rimasti inevasi e - continua Foti - privi di riscontro, nessuna miglioria è stata registrata, molte le promesse e gli impegni assunti, ma nessun intervento è stato programmato o eseguito ne, tanto meno, si ha contezza di un’imminente programmazione di interventi strutturali all’edificio. A prostrare ancora di più gli animi dei lavoratori, anche il mancato riscontro da parte della Dirigenza del Tribunale, di un tavolo di confronto, più volte richiesto e necessario a discutere, ai sensi dell’art. 7 del Ccnl sulle misure concernenti la salute e sicurezza sul lavoro.  La misura è colma e la situazione è ormai al massimo livello di criticità, i lavoratori, gli operatori del diritto e i cittadini che si recano al Cedir, ogni giorno corrono il serio e fondato rischio di imbattersi in oggettive condizioni di assoluto disagio e pericolo, come una sorta di roulette russa e, oltre a patire l’atavica carenza di personale, la durata degli orari di lavoro oltre la previsione contrattuale, i carichi di lavoro particolarmente eccessivi che concorrono a determinare un continuo stress da lavoro correlato, sono costretti a trascorrere la giornata lavorativa in ambienti insalubri e scarni delle più elementari norme di sicurezza, con infissi obsoleti ed in parte sigillati che impediscono il normale e necessario ricircolo dell’aria, o precipitati sulle scrivanie, come già accaduto di recente all’interno della cancelleria Gip/Gup."

"A peggiorare la situazione - spiega il segretario - anche la presenza di un elevato numero di faldoni depositati lungo i corridoi che, oltre ad appesantire la struttura dell’edificio, ostruiscono le normali vie di fuga e contribuiscono, assieme allo sversamento dei liquidi della condensa di alcuni climatizzatori, ad accentuare l’insalubrità degli ambienti, in conseguenza anche della mancata disinfestazione di tutti i locali, nonostante le numerose richieste inoltrate sin dal 2017. Tenuto conto che nonostante i diversi incontri della Conferenza Permanente, le numerose richieste di confronto ed i solleciti per la risoluzione delle criticità segnalate, ad oggi non si riscontrano ancora radicali soluzioni per affrontare i tanti problemi e le oggettive difficoltà in cui incappano giornalmente i lavoratori e che, comunque, non prescindono sul diritto alla salvaguardia della salute dei lavoratori."

"Si ritiene quindi necessario – conclude Foti – nelle more di mirati interventi straordinari e particolari da parte dei competenti uffici tecnici del Ministero della giustizia, atti a supportare la locale gestione delle emergenze, riprendere e proseguire lo stato di agitazione  dei lavoratori con eventuale astensione successiva dalle attività istituzionali, richiedendo contestualmente un tavolo tecnico con il Prefetto di Reggio Calabria, a tutela di quella dignità e integrità fisica, oramai calpestate da una disarmante e latitante amministrazione e da uno Stato che si può definire inosservante delle Leggi da lui stesso emanate."

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