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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Li Ucci Festival, al reggino Otello Profazio il premio Cultura d'Onore

Al papà dei canstastorie calabrese è andato il riconoscimento nell'ambito dell’undicesima edizione del festival musicale e culturale di Cutrofiano, in provincia di Lecce

Il papà "dei cantastorie" calabrese, Otello Profazio, ha ricevuto il Premio riconoscimento Cultura d’Onore nel cuore del Salento, in occasione dell’undicesima edizione del festival musicale e culturale “Li Ucci” di Cutrofiano (Lecce). Canti e tradizioni popolari del territorio sono stati al centro di un evento in occasione del quale, tra i diversi protagonisti, è salito sul palco anche uno degli interpreti che ha saputo meglio raccontare l’anima del Sud italiano con fantasia, ironia e amarezza.

In Puglia, il reggino Profazio ha tenuto la prima del suo nuovo spettacolo dal titolo “Lectio magistralis” – prodotto nell’ambito del circuito Calabria Sona diretto da Giuseppe Marasco - in cui il cantautore racconta al pubblico oltre sessant’anni di una storia artistica che l’ha visto ritagliarsi il ruolo di apripista nella ricerca del patrimonio folk del meridione.

Già vincitore del Premio Tenco alla carriera nel 2016, Profazio ha deliziato il pubblico di Cutrofiano con la sua chitarra ha reso celebri brani, poemi e leggende della tradizione popolare. Ironia e dolore si fondono nei suoi testi da cui emerge un sottile equilibrio tra denuncia graffiante e amore smisurato per la propria amata terra. Un riconoscimento, quello del festival “Li Ucci” – consegnato anche a Luigi Chiriatti, ricercatore di tradizione orale -, che si aggiunge ad un ricco palmares di premi che l’etnomusicologo calabrese ha conseguito lungo il suo percorso artistico, volto alla riproposizione dei temi e degli stilemi della canzone popolare.

"Io canto con lo stomaco, mi consumo quando canto e questo credo arrivi perfettamente a chi mi ascolta": è questo il manifesto artistico di Otello Profazio che, grazie all’impegno di Calabria Sona, si appresta a vivere, dopo un periodo difficile segnato dall’emergenza covid, una nuova esperienza dal vivo non solo sui palchi nazionali ed internazionali, ma anche in altri luoghi della cultura e di incontro, per raccontare, specialmente ai giovani, il folk italiano e l’autentica tradizione del nostro popolo. 

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