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Giovedì, 25 Aprile 2024

Musuluca per la Pasqua, un rituale d’amore di probabile origine bizantina |VIDEO

La musuluca rappresenta la figura di donna-madre e regina della simbologia mediterranea. Marcello Manti da Cardeto fa rivivere la tradizione di uno stampo antico per la produzione di un tipico formaggio fresco

Antichi stampi per il formaggio, incisi con la sola punta del coltello su rari legni di gelso nero, riproducono la figura di donna-madre e regina della simbologia mediterranea all'interno delle antiche tradizioni pasquali del territorio Reggino. Il termine musuluca è presente solo nella Vallata del Sant'Agata, a Cardeto, nelle altre realtà, nella bovesia per esempio viene chiamato musulupu. La loro origine potreppe essere legata alla lingua romanza latina-dialettale, a quella grecanica o greca, una cosa è certa sono rituali di altri tempi che si tramandano di generazione in generazione per pressare la cagliata appena fatta. 

A raccontarlo a ReggioToday è Marcello Manti, proprietario del MuseOsteria "Il tipico calabrese" di Cardeto. Un museo in cui lo stesso ha recuperato l’antica tradizione grecanica attraverso gli utensili dell’arte contadina e pastorale e gli strumenti musicali che fanno rivivere la storia e la cultura di un territorio.

Manti spiega l'antico fascino che avvolge le musuluche, destinate allo stampo del formaggio ovino e/ o caprino. Stando alle usanze il formaggio che riproduceva fedelmente la figura di una donna doveva essere preparato dai giovani pastori per donarlo alla promessa sposa. Lo stesso formaggio, inoltre, veniva realizzato anche durante la Pasqua per essere regalato ad amici e parenti, un rituale che si è mantenuto fino ai giorni nostri. 

“Probabilmente si tratta di una reminiscenza iconografica bizantina - afferma Manti - la cosa interessante è che questa veniva realizzata dai pastori come pegno d’amore. La musuluca veniva poi utilizzata dalla promessa sposa per preparare un'altra tradizione gastronomica, la frittata di Pasqua”.

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