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"Una porta per la pace" a Roma, l'opera di Chirico come emblema di speranza

Prende il volo per levarsi alta nel cielo la colomba della riconciliazione installata all'Aquaniene. L'artista reggino: "Un piccolo contributo contro l'orrore che stiamo vivendo"

Quando le parole non bastano arriva l'arte che diventa emblema di speranza. In un momento così drammatico, che sta mettendo in ginocchio il mondo, scende in campo l'artista reggino Natino Chirico con un'opera dal forte valore simbolico: "Una porta per la pace", installata all'Aquaniene di Roma da martedì 15 marzo.

"Ognuno di noi in questo periodo si sente impotente - racconta l'artista che vive tra Roma e Perugia - davanti a tutto quello che sta accadendo. Quando ho appreso la notizia della guerra mi sono sentito sgomento e ho pensato cosa posso fare io per dare il mio umile e piccolo contributo? Così dopo un 'opera pittorica è nata "Una porta per la pace". Accolta con piacere all'Aquaniene, in  un luogo molto frequentato che vuole veicolare un messaggio pacifista ben preciso contro la belva umana, qualunque essa sia, assetata di sangue".

Un'antica porta si apre a una nuova speranza. Ancora una volta abbiamo bisogno di credere. Prende il volo per levarsi alta nel cielo la colomba della riconciliazione: "Resterà lì fino a quando sarà necessario. Davanti a tutto questo orrore ognuno di noi si chiede in che direzione stiamo andando. La pace è l'unica strada ma dobbiamo volerla tutti".

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