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Centenario Palazzo San Giorgio, dalle ceneri del sisma nasce il gioiello di Ernesto Basile

Dalle testimonianze cinquecentesche ai devastanti terremoti. Tutti i palazzi di potere dell'antichità nella ricostruzione dello storico Francesco Arillotta

Cento anni dalla costruzione di Palazzo San Giorgio. Ma qual è la sua storia e prima della sua edificazione quali erano i palazzi di potere nell'antichità? A far luce sull'argomento ancora una volta lo storico ed esperto Francesco Arillotta.

Per identificare in città la presenza di un edificio che accoglieva gli organi politici e amministrativi comunali bisogna tornare indietro nel XVI secolo: "Per quanto si possa risalire nel tempo - scrive lo storico -  le notizie relative alla presenza, nella struttura urbana regina, di un edificio con tale destinazione non si riesce a identificarlo prima della fine del 1500. Tutti gli eventuali documenti che avrebbero potuto dare unarisposta alla nostra ricerca, infatti, si devono considerare definitivamente, totalmente, persi quando, nel settembre del 1594, il rinnegato messinese Scipione Cicala, ammiraglio della flotta ottomana, invase la città e la incendiò. Il fuoco bruciò tutto: anche i protocolli notarili dei tre secoli precedenti andarono arsi dalle fiamme, così come tutti i documenti e gli atti che riguardavano la vita municipale".

Dopo l'incendio, la ricostruzione storica  fa riferimento ad una struttura in cui si svolgevano le elezioni: "Per notizie successive a quella data - prosegue il prof - sappiamo che l’edificio nel quale si svolgevano le operazioni elettorali annuali per l’elezione dei tre sindaci, si affacciava su una piazza denominata “del Tocco Grande,” nell’area sottostante ‘lo stradone’, più o meno tra le attuali vie Valentino e Cavour, accanto ad una struttura che ospitava l’Ospedale di Santa Margherita, e che, presumibilmente, sul frontone, vi era collocato un orologio".

A complicare le cose i terremoti che sconvolsero Reggio: "Dopo il terremoto del 5 febbraio 1783 - continua Arillotta - e la redazione di un nuovo Piano Regolatore ad opera dell’ingegnere militare Giovanbattista Mori, che purtroppo spianò la città medievale, e dopo lunghi anni di precaria sistemazione, le strutture comunali furono ospitate nel grande, cinquecentesco, convento dei Padri Domenicani, sito dove ora vediamo il Teatro Francesco Cilea. Per esigenze operative, questo grosso complesso fu fortemente trasformato, trasformazioni che incisero sulle strutture antiche, tanto che l’edificio, che pure aveva bellamente resistito alle precedenti scosse sismiche, non superò quelle del 28 dicembre 1908".

Sarà negli anni successivi alla catastrofe del 1908 che si avvio la fase di costruzione che portò all'attuale costruzione del Palazzo: "Nel ridisegno della piazza centrale della città, cioè l’antica, angusta Piazza dei Gigli, oggi Piazza Vittorio Emanuele II, operata al momento della ricostruzione della città, con la scelta fatta di concentrare i palazzi importanti: Prefettura, Provincia, Comune, attorno alla nuova piazza, il palazzo comunale trovò collocazione dove oggi lo vediamo. La sua progettazione fu affidata al grande architetto Ernesto Basile, la sua costruzione si completò proprio cento anni or sono", conclude l'esperto.

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