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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il personaggio

Lisa: "Sanremo punta sulla fama ma dovrebbe ritornare a valorizzare il talento"

A pochi giorni dal festival ne abbiamo parlato con la cantante di origini sidernesi che partendo dal palco dell'Ariston è arrivata a una popolarità internazionale

Sul palco dell’Ariston Lisa ha vissuto quella che per molti cantanti esordienti oggi sembra una fiaba, prima nel 1997 sfiorando, allora ventenne, la vittoria nella categoria dei giovani; poi con la romanticissima “Sempre”, entrata tra le canzoni sanremesi più amate, con la quale si classificò terza tra i Big nel ‘98 e che è stata intepretata anche in versioni in lingua straniera. All’anagrafe Anna Lisa Panetta, la cantante originaria di Siderno ha continuato la sua carriera nella musica e in televisione, tornando al festival solo una volta. Oggi molto attiva anche sui canali social
(https://www.facebook.com/LisaPanettaOfficial/
https://www.instagram.com/lisapanettaofficial), in vista dell’inizio di Sanremo 2023 abbiamo parlato con lei di canzone italiana, spettacolo, talent show e Calabria.

A Sanremo lei ha avuto un grande successo prima nella sezione Giovani, poi tra i Big. Il suo debutto all’Ariston era arrivato pochi anni dopo l’esordio musicale con il singolo “Con un amico non puoi”. Accadeva di rado in quegli anni, era già l’epoca in cui un giovane artista iniziava a faticare nell’approdo sulla scena nazionale, soprattutto vivendo a Sud. Oggi lei si occupa anche di lezioni di canto, trova che le cose siano cambiate in meglio o in peggio? Attraverso i social molti giovani riescono a farsi notare e chi riesce a partecipare a un talent diventa in breve famoso. Secondo lei saltare la gavetta è un vantaggio?

“Le difficoltà esistono sempre per tutti, in modo particolare se non si ha alle spalle produttori che investano emotivamente, economicamente e seriamente nel progetto, mantenendo fede alle loro promesse. La fortuna poi fa la sua parte. Per quanto mi riguarda, la mia fortuna è stata la mia tenacia, il mio grande amore per la musica, come il mio credere fermamente nei miei sogni. Tanto desideravo esibirmi a Sanremo che ci sono andata per ben tre volte, ottenendo risultati eccezionali: nel 1997 tra i Giovani con il brano Se, nel 1998 tra i big con il brano Sempre, nel 2003 con Oceano ancora tra i big, scalando le vette delle classifiche internazionali e tanto di più. Ad oggi, molti dei miei sogni si sono realizzati. Se mi chiede se le cose sono migliorate o peggiorate a livello musicale in questo ambiente, visto che mi occupo di lezioni di canto online (https://lisaonline.com/lezioni-di-canto-online-individuali/), sarò sincera: a livello di “cuore” (pathos) assolutamente peggiorate, a livello tecnico pure. Oggi si adoperano stratagemmi per intonare uno stonato, e l'immagine viene calcolata a tavolino. Per non parlare della forte mancanza di personalità… Uno squallido bluff, o no? Sporadicamente avviene il contrario. E poi ci sono i social ed altro, dove bastano i numeri, oppure i numeri dei follower veri o falsi che siano per stabilire se vali o meno. In più credo ci sia anche da chiedersi, i veri produttori esistono ancora in Italia? La famosa gavetta? Credo sia utile, ti fa capire veramente perché hai deciso di intraprendere questo cammino, e ti insegna cose che altri mezzucci non potranno mai insegnarti. Il virtuale, per quanto affascinante, resta virtuale; la realtà è tangibile”.

Mi collego alla domanda precedente per chiederle un ricordo degli anni in cui viveva in Calabria e poco più che adolescente intraprendeva una strada nell’ambiente della musica. E’ stato più faticoso per il fatto di risiedere in una città del Sud?

“Sicuramente a distanza di anni mi rendo conto che ci sono parecchie difficoltà per chi è del Sud, mi dispiace dirlo, ma purtroppo questo sembra proprio un mondo di razzisti e di finti perbenisti”

Lei ha lavorato molto all’estero ed è popolare in Francia. Al di là del successo nelle comunità di emigranti, in che modo è vista la musica italiana fuori dai nostri confini?

“La bella musica viene molto apprezzata, soprattutto se autentica. Ma la vera cosa interessante è la fedeltà alla propria cultura musicale: sembra che solo in Italia al 80% le radio passino musica internazionale, mentre il restante 20% è in italiano. Pensate che nel resto del mondo è esattamente l'opposto! Incredibile, vero?”

E’ tornata a Sanremo nel 2003, a distanza di molti anni. Poi non ha più partecipato. Cosa pensa delle selezioni, su cui molti cantanti anche di grande esperienza esprimono malumori? Condivide le scelte degli ultimi direttori artistici, che in modo evidente puntano meno sulle canzoni e più sul personaggio?

“Onestamente, credo che ci siamo persi di vista il vero senso del Festival di Sanremo... criticare per poi ritrattare solo per esserci, non è una buona cosa... criticare con onestà intellettuale ha più senso.  Sembra che siamo in un laboratorio teatrale dove gli attori si scambiano continuamente i ruoli, ma alla fine sono sempre gli stessi o quasi. Senza alcuna offesa per nessuno, ma sembra davvero di assistere ad una grande festa di compleanno, dove sono presenti invitati esclusivi... amici degli amici degli amici e familiari”.

Sanremo dal punto di vista musicale è da anni costantemente bersaglio di critiche. Tra chi si lamenta della presenza di cantanti troppo anziani e “fuori moda” e chi invece non gradisce che tra i big ci siano ragazzi usciti dai talent, secondo lei quale potrebbe essere la formula giusta per garantire al pubblico uno spettacolo gradevole e di qualità?

“In questi ultimi anni, purtroppo, sembra che al festival di Sanremo sia tornata la logica dei favoritismi. Non per ripetermi, ma davvero, spesso si sente parlare di persone che vengono nominate solo perché "amici degli amici degli amici" o perché "familiari". Persone che ritornano anche per tre anni di seguito con formule differenti… La scelta dei partecipanti viene fatta in base alla loro notorietà, forse, ma non sempre in base al loro talento. Tuttavia, se ci fosse una scelta basata sulla meritocrazia, sarebbe più difficile vedere persone che si lamentano del Festival. A mio avviso, l’obiettivo deve essere quello di valorizzare il talento, non la fama, che poi sempre fama non è. Se venisse fatto uno sforzo per trovare le persone più talentuose, allora il festival potrebbe diventare una vera celebrazione della musica italiana. Allo stesso tempo, ciò aiuterebbe anche a creare una più ampia base di fan per i talenti nuovi up-and-coming. In questo modo, il festival di Sanremo potrebbe tornare a rappresentare una vera celebrazione della musica italiana e dei suoi artisti più talentuosi”.

In questi anni oltre a dischi e tour, lei ha lavorato molto in televisione e anche in un talent. Parteciperebbe a un programma come Isola dei Famosi o Grande Fratello Vip? E se sì, lo farebbe per avere una maggiore visibilità finalizzata alla sua carriera di cantante o per addentrarsi in un tipo di lavoro più prettamente televisivo ed entrare in questo “giro”, ad esempio pensando a impegni futuri di conduttrice?

“È vero che ho partecipato e vinto al talent show "Ora o mai più" su RaiUno in prima serata, ma si trattava comunque di un programma basato sulla musica. Partecipare all'Isola dei Famosi? No! non credo, visto che non amo molto le zanzare e gli insetti di altro genere. Il Grande Fratello Vip? Mai dire mai. Ma, sia chiaro, che, se dovessi mai decidere di prendere parte ad un reality, lo farei solo perché amo le sfide, non per altro. Condurre? Anche questa sarebbe una bella sfida, un'avventura nuova, che comunque non si discosta dal mio ambiente, quindi perché no? Dopotutto, faccio spesso anche la modella, e quando mi fu chiesto di prendere parte ad un film come attrice, dovetti purtroppo rinunciare per impegni lavorativi già presi in precedenza, altrimenti avrei accettato volentieri”.

Cosa ne pensa di questo Sanremo 2023 che sta per partire? Le piace la scelta di Chiara Ferragni? Crede che darà un’impronta diversa alla classica immagine delle co-conduttrici “vallette” del festival?

“Bisogna vederlo! Non possiamo giudicare un libro solo dalla sua copertina...”

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