rotate-mobile
I riti pasquali / Centro

Reggio spagnola: dalla processione delle "varette" alla sfilata dei babbaluci

In viaggio con lo storico Francesco Arillotta attraverso le antiche tradizioni della Settimana Santa quando esistevano le Congreghe religiose

Quei riti secolari spazzati via dalla pandemia in questi ultimi anni, assumono oggi in questo venerdì santo in cui si commemora la passione e la crocifissione di Gesù Cristo, il sapore nostalgico di qualcosa che sembra non voler tornare. Lo storico Francesco Arillotta ci accompagna ancora una volta in un viaggio attraverso le antiche  consuetudini della Settimana Santa, quando esistevano le Congreghe o Confraternite religiose e la città si preparava alle celebrazioni ufficiali.

Varette Arillotta-2Nella Reggio spagnola, ma ancora nel ‘700 inoltrato esistevano queste istituzioni para-sociali, create all’interno delle differenti maestranze di artigiani, alle quali si affiancavano, sempre, per motivi di assistenza, le Congreghe espresse dalle famiglie nobili cittadine. "I nomi di alcune Confraternite - precisa lo storico - erano San Carlo Borromeo dei muratori, dei Pignatari a Crisafi, dei marinai al Bastione di San Matteo, Sant’Andrea per i pescatori, SS. Girolamo e Homobono retta ‘a sartoribus’.

Ogni confraternita aveva il proprio stendardo, di colore diverso seccondo la sacra appartenenza: le Congreghe del Sacramento adottavano il colore rosso, le Congreghe intestate alla Madonna panno bianco, quelle intestate ai Santi assumevano il verde, quelle intestate alle Sante, il turchino".

Momento solenne della Settimana Santa era  “l’uscita delle barette”: "Il diminutivo - prosegue lo storico - nasceva dalla distinzione con la maestosa ‘vara’ che reggeva il quadro della Madonna della Consolazione. Le Confraternite che vi partecipavano erano numerose, a testimonianza del fervore religioso della città e della vitalità delle rappresentanze di mestiere".

Da sottolineare come esistessero regole ben precise per la processione: "Le Congreghe - continua Arillotta  -sfilavano in ordine di anzianità della loro costituzione. Lo schieramento prevedeva al centro della strada prima il portatore del gonfalone o dello stendardo, poi il portatore del Crocifisso, quindi il sacerdote assistente spirituale della confraternita. Seguiva il Priore, con il suo particolare bastone, come insegna del comando, attorniato dal gruppo dei vice priori e assistenti. I confratelli erano distribuiti sulla destra e sulla sinistra della strada, indossando bianchi sai, legati con il cordiglio, colorato specifico, e con lo stemma della confraternita sul petto. Essi portavano anche il regolamentare cappuccio, che li faceva definire i babbàluci. 

Le varie Confraternite di mestiere si alternavano nel corso degli anni su chi aveva l’onore di reggere le cinque ‘varette’ classiche: Gesù che prega fra gli olivi di Getsemani, Gesù alla colonna, Gesù crocifisso, la Madonna Addolorata, Gesù deposto dalla croce".

Tradizione queste scomparsa poi con il terremoto del 1783: "La ricostruzione dal sisma - Francesco Arillotta - modificò completamente la struttura urbana della città, ed anche le sue tradizioni. Le Confraternite lentamente cessarono la loro funzione sociale, sostituite da istituzioni pubbliche. Anche la processione delle varette, per un certo periodo di tempo, ebbe problemi nella sua effettuazione; problemi fortunatamente poi superati. Ma i trionfi fini sui portoni e i damaschi ai balconi appartengono al ricordo".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Reggio spagnola: dalla processione delle "varette" alla sfilata dei babbaluci

ReggioToday è in caricamento