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Villa, tra storia e cultura affascina il progetto Filanda Cogliandro

Obiettivo la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale. Ai microfoni di ReggioToday la presidente Benedetta Genovese: "Partiti dal restauro degli immobili totalmente a carico nostro"

Riallacciare i rapporti con un passato certamente non dimenticato, ma accantonato da progresso e inesorabile passare del tempo che tutto lascia alle spalle con troppa facilità. La storia è fatta per essere vissuta, ricordata e valorizzata anche a distanza di molti decenni. A Villa San Giovanni quando si parla di tempi che furono non si può non affrontare il tema filande, fiorenti realtà presenti sul territorio dalla fine del 1800 e che permisero di sostentare molte famiglie. Un'attività industriale i cui segni architettonici sono visibili ancora oggi tra le vie villesi, anche se meriterebbero un'attenzione certamente migliore. Con tale nobile scopo è attivo da anni il progetto Filanda Cogliandro, finalizzato proprio "alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale costituito dalle storiche e rinomate filande di Villa San Giovanni", come si legge dal sito ufficiale del gruppo.

Benedetta Genovese-2Prendendo specificatamente in considerazione la filanda di Cannitello, costruita addirittura nel lontano 1896, l'iniziativa prevede anche l'attuale allevamento del baco da seta, fondamentale per tutta quella che un tempo era la produzione quotidiana. Tra obiettivi e finalità dell'intero movimento, è intervenuta a ReggioToday Benedetta Genovese (in foto da profilo Facebook), la presidente di Filanda Cogliadro.

Di cosa si occupa nello specifico la sua associazione?

"Stiamo restaurando l'antica Filanda Cogliandro (nella foto in basso da sito ufficiale progetto), l'unica che resterà in piedi delle filande di Villa visto che gli altri sono dei ruderi praticamente. Vogliamo creare spazi della cultura. Siamo partiti dal restauro degli immobili totalmente a carico nostro, senza finanziamento. E stiamo proseguendo pian piano. Abbiamo dei locali che sono utilizzabili e da qui siamo partiti. Abbiamo cominciato una decina di anni fa, piantando un albero di gelso in maniera simbolica, considerando che è alla base dell'allevamento dei bachi da seta."

Filanda Cogliandro 1-2

Come sta andando l'allevamento del baco da seta?

"Molto ben e sinceramente non ce l'aspettavamo come risultato, perché è stato fatto in una stagione non ideale (sarebbe in primavera come da tradizione, ndr). Il nostro clima ci consente di fare esperimenti di altro tipo e l'allevamento a settembre funziona. Ho sperimentato con pochi bachi - circa 300 non avendo contezza del risultato effettivo - e la percentuale di morte è stata bassissima, solo una decina. Mi sono consultata con gli esperti dell'Arsac che mi hanno fornito le uova dal centro sperimentale di Padova. Abbiamo testato questo risultato e siamo giunti alla conclusione che in tarda estate a Villa è fattibile. Il baco è un importante percettore di quello che è l’inquinamento ambientale."

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

"La volontà, dal nostro punto di vista, è sempre culturale. Abbiamo immaginato la reintroduzione del baco e la produzione di tutti i prodotti derivanti dall'allevamento. Noi ci occupiamo della divulgazione di queste tecniche e le lavorazioni possibili come tessitura e filatura. Vorremmo riportarle a fini turistici e culturali a Villa."

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