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Venerdì, 19 Aprile 2024
Alimentazione

Abbuffate natalizie, l'intestino è a rischio: alcune (semplici) strategie per salvarlo

"Limitare i cibi ricchi in grassi e zuccheri, dedicare il tempo giusto alla masticazione, evitare di fumare tra un pasto e l’altro e non restare troppo seduti dopo aver mangiato, sono alcune strategie da adottare per evitare malesseri". L’intervista alla dottoressa Francesca Galeazzi (AIGO)

Cenoni, pranzi, aperitivi, brindisi. Quella delle feste natalizie è una vera e propria maratona alimentare che può mettere sotto stress stomaco e intestino e causare, talvolta, disturbi gastrointestinali o aggravare quelli preesistenti. A risentire di più delle tradizionali abbuffate natalizie è chi soffre già di patologie croniche a carico dell’apparto gastroenterico. Con l’assunzione di pasti abbondanti e continui in queste giornate di festa aumenta, infatti, il rischio di soffrire di acidità, gonfiore, dolore e fastidio addominale, difficoltà digestive, nausea. Sintomi che – secondo quanto emerge dall’indagine “Disturbi gastrointestinali e Covid-19: quali impatti?” condotta da Human Highway per Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) – colpiscono abitualmente 3 italiani su 4, una tendenza in aumento da inizio pandemia (dal 48% circa del periodo pre-pandemico (2019) si è passati al 56% nel 2021).

Secondo la ricerca, le modifiche che la pandemia ha imposto allo stile di vita e alla quotidianità (smartworking, DAD, aumento della sedentarietà, ridotta socialità) hanno avuto un impatto significativo sui comportamenti alimentari, in particolare nei giovani che, limitati nelle interazioni sociali, hanno riversato stati di ansia e solitudine anche nell’approccio con il cibo. Sempre secondo la ricerca, l’incidenza dei disturbi gastrointestinali aumenta anche durante le festività natalizie: in questo periodo dell’anno quasi il 45% degli italiani ha dichiarato di soffrire maggiormente di questi sintomi. Di questi, il 15% ha affermato di non soffrirne durante il resto dell’anno: questo dato conferma che il periodo natalizio minaccia il corretto funzionamento dell’apparato gastroenterico.

Ma poichè che a Natale è inevitabile qualche strappo alla regola, come ci si deve comportare per contenere i danni dei piaceri della tavola? Secondo gli esperti, basta adottare piccole strategie "intelligenti" durante l'intero periodo delle feste, senza inutili restrizioni nè eccessive privazioni. A svelarcele la Dott.ssa Francesca Galeazzi, dirigente medico di primo livello presso la Gastroenterologia dell'Azienda Ospedaliera Università di Padova, e consigliere nazionale dell'Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri (AIGO)

La pandemia di Covid-19 e lo stress psicologico ad essa correlata hanno avuto conseguenze sulla salute anche a livello gastrointestinale. Quali sono, ad oggi, i dati emersi su tale correlazione?

“La pandemia ha influito in modo pesante sulla salute dell’apparato digerente: i centri di Gastroenterologia operano per garantire la diagnosi e la terapia nelle patologie oncologiche e croniche e per proseguire i programmi di screening. Nei disturbi funzionali - ad esempio la sindrome dell’intestino irritabile e la dispepsia funzionale - il lockdown e le limitazioni legate alla pandemia hanno comportato oltre a notevole stress emotivo cambiamenti nelle abitudini alimentari e nell’attività fisica, con conseguente peggioramento dei sintomi legati all’apparato digerente”. 

Alla luce di questo aumento della percentuale di italiani che riferisce episodi di malessere legati all'apparato gastroenterico, diarrea, nausea, dolori addominali, come limitare i danni causati dalle “abbuffare natalizie” che mettono a dura prova lo stomaco e l’intestino soprattutto di chi soffre di malattie croniche gastrointestinali?

“Innanzitutto è necessario ricordare che qualsiasi sintomatologia “nuova” riferibile all’apparato digerente va discussa con il proprio medico curante che valuterà se vi siano elementi di allarme o di sospetto che rendano necessari accertamenti specifici. Sicuramente l’alimentazione sregolata e con alimenti più ricchi in grassi e zuccheri, associata a qualche brindisi, favorisce la comparsa e l’esacerbazione di sintomi (ad esempio digestione lenta, pesantezza, bruciore)”.

L’esagerazione è l’unico nemico da tenere a bada, oppure è il caso di controllare anche altri “comportamenti” come la velocità nell’assunzione del cibo, l’abitudine di fumare tra un pasto e l’altro, la sedentarietà dopo il pasto?

“Molti sono gli elementi che contribuiscono a rendere un pasto ”sano”, oltre alla qualità di ciò che mangiamo: dovremmo dedicare il tempo adeguato ad una buona masticazione, che costituisce letteralmente la prima fase della nostra digestione; il fumo è ovviamente da proscrivere sempre, durante i pasti non favorisce la digestione in quanto la nicotina rallenta lo svuotamento dello stomaco e favorisce il reflusso; è bene evitare la sedentarietà dopo i pasti, se non ci sono altre controindicazioni una passeggiata tranquilla favorisce la digestione e migliora la regolazione glicemica.

Quali sono i cibi, presenti tipicamente sulle tavole nel periodo natalizio come grassi animali e zuccheri, che possono favorire disturbi come cattiva digestione, gonfiore addominale, reflusso gastroesofageo e anche diarrea?

“L’alimentazione del periodo natalizio è particolarmente ricca di alimenti contenenti grassi animali e ricchi in zuccheri che possono essere difficilmente digeribili anche nelle persone sane. Senza demonizzare le nostre eccellenze gastronomiche l’associazione tra cibi grassi, dolci e alcol comporta ad esempio un netto rallentamento della digestione, che avvertiamo come pesantezza, può provocare sintomi da reflusso come bruciore e rigurgiti. In alcuni soggetti con difficoltà nell’assorbimento del lattosio prodotti caseari freschi, creme possono oltre a favorire il reflusso determinare disturbi intestinali come diarrea e gonfiore”.

Quali sono le regole per quanto riguarda il consumo di alcol? Anche chi soffre di malattie gastrointestinali si può concedere qualche brindisi?

“La quantità di alcol che l’organismo delle persone sane può tollerare e metabolizzare dipende dal genere: negli uomini la dose massima giornaliera è di 1-2 unità, mentre nelle donne di 1 unità (per unità si intende l’alcol contenuto in un bicchiere di vino, in una birra da 33, in un superalcolico). Chiaramente anche nei soggetti sani l’alcol può causare sintomi gastrointestinali anche in dosi moderate, ad esempio sintomi da reflusso quali bruciore. In presenza di patologia non è possibile invece dare consigli generali senza conoscere la situazione del paziente: ad esempio il paziente con malattia di fegato non dovrebbe assumere bevande alcoliche, mentre il paziente con disturbi funzionali, ad esempio con intestino irritabile, può concedersi il brindisi. E’ necessario quindi consultare il medico di fiducia che ci saprà dare il consiglio più giusto per la nostra salute”.

Fonte: Today.it

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