rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Come distinguere i diversi tipi di mal di testa

Dal 9 al 15 maggio si celebra la Settimana Nazionale del Mal di Testa, promossa dalla SIN e dalla SISC con l’obiettivo di colmare le lacune informative che ancora esistono intorno a questa malattia

La cefalea, o più comunemente mal di testa, è un dolore localizzato, e talvolta invalidante, che colpisce il capo irradiandosi via via fino al collo. Può essere episodico, se ha una frequenza occasionale e sporadica con una durata inferiore ai 15 giorni, oppure cronico, quando compare con una frequenza elevata, per almeno 15 giorni al mese e per più di sei mesi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il mal di testa colpisce 1 persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno, e non risparmia i più giovani: basti pensare che oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea mentre 10 bambini su 100 soffrono di emicrania, una forma comune di cefalea primaria.

“In Italia – ha affermato il Prof. Alfredo Berardelli Presidente della SIN (Società Italiana di Neurologia) – ci solo 6 milioni di persone, ossia il 12% della popolazione, che soffrono di emicrania, una specifica tipologia di cefalea che si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Si tratta di una patologia talmente debilitante che è stata identificata dall’OMS come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento della vita in cui siamo più produttivi”. E, putroppo, data l’eterogeneità di questa patologia (esistono centinaia di sottotipi di mal di testa, classificate in base alla localizzazione del dolore, alla sua intensità, ciclicità e insorgenza) è spesso difficile risalire alla causa scatenante.

Le cefalee primarie e secondarie

Esistono due tipologie diverse di cefalee: le primarie e le secondarie. Le prime sono disturbi non legati ad altre patologie, sono le più frequenti e comprendono l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo e si distinguono per la tipologia del dolore, l’intensità, la collocazione nella testa, la durata, la frequenza e gli altri sintomi concomitanti. Le seconde, invece, dipendono da altre patologie, come, ad esempio, cefalea da trauma cranico e/o cervicale, da disturbi vascolari cerebrali (come l’ictus), da patologie del cranio non vascolari (come tumori cerebrali, ipertensione o ipotensione liquorale).

L’emicrania

L’emicrania si caratterizza per un dolore pulsante con intensità moderata-severa che, spesso, si localizza nella metà della testa e del volto. Il paziente non riesce a svolgere nessuna delle attività quotidiane perché ogni azione aggrava il dolore e, a volte (emicrania con aura), gli attacchi vengono preceduti da disturbi neurologici come, ad esempio, sintomi visivi. La crisi si manifesta solitamente insieme ad altri disturbi come vomito e intolleranza alla luce e ai rumori e può durare da alcune ore a 2-3 giorni. Due terzi dei pazienti emicranici sono donne.

La cefalea di tipo tensivo

La cefalea di tipo tensivo, invece, presenta una intensità lieve-moderata, di tipo gravativo o costrittivo (classico cerchio alla testa) della durata di alcuni minuti o ore o anche alcuni giorni, non aggravata dalle attività fisiche usuali e non associata, in genere, a nausea o vomito. È la forma più frequente di cefalea con una prevalenza di circa l’80%. Fattori di predisposizione genetica possono avere una certa influenza nello sviluppo dei questo tipo di cefalea così come fattori ambientali tra cui lo stress, l’affaticamento, cattive posture o riduzione delle ore di sonno.

La cefalea a grappolo

Infine, la cefalea a grappolo provoca attacchi dolorosi più brevi (1-3 ore) molto intensi e lancinanti che si susseguono 1 o più volte al giorno per un periodo di tempo di circa 2 mesi (grappolo), alternati a periodi senza dolore. L’area interessata è quella oculare e, al contrario delle altre due forme, la cefalea a grappolo colpisce prevalentemente gli uomini. In genere gli episodi si ripetono ciclicamente con una cadenza stagionale o di 1/2periodi all’anno.

Le cause del mal di testa

Le cefalee primarie sono quasi sempre il risultato dell’interazione di più fattori: predisposizione genetica, cause endogene (stress fisico ed emotivo, fumo, alcol, calo di zuccheri dovuto a un digiuno prolungato, iperglicemia, postura scorretta, malaocclusione, assunzione di farmaci, ecc), o fattori neuronali o vascolari, che innescano alterazioni, quali modificazione dei vasi sanguigni che irrorano il cervello (dilatazione, restrizione, compressione di arterie e vene), compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici; Infiammazione delle meningi, ecc. Le cefalee secondarie sono, invece, quasi sempre conseguenza di un trauma alla testa o di un sintomo aspecifico indicatore di una patologia più grave (casi rari), poiché il mal di testa è associato ad una serie di diverse condizioni determinate da molteplici cause.

Come si cura il mal di testa

Anche se spesso il mal di testa è un disturbo episodico, in alcuni casi può essere così intenso da risultare invalidante. Quando è di lieve o moderata entità, i FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) rappresentano i farmaci di prima linea per ridurre il fastidio, altre volte, invece, il mal di testa tende a scomparire solo dopo l'assunzione di farmaci antidolorifici. Ma il miglior trattamento rimane agire sulle cause scatenanti, quindi riconoscere e modificare i fattori responsabili che, abbiamo detto, possono essere diversi: dallo stress emozionale e fisico a insufficiente apporto di cibo, dalla mancanza di sonno al dolore muscolare scheletrico, dal consumo di cibi specifici come vino e cioccolato alla cattiva postura, dai disturbi mandibolari all’abuso di analgesici.

Ma nell’ambito della cura delle cefalee c’è anche un’importante novità. “Grazie alla scoperta del meccanismo da cui si genera il dolore emicranico – ha dichiarato il Prof. Paolo Calabresi, Presidente SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee) – sono ormai entrate nella pratica clinica le nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno facendo registrare un importante cambio di passo nel trattamento della prevenzione dell’emicrania poiché queste terapie riducono il numero di attacchi nella forma episodica e risultano efficaci anche nelle forme più gravi come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza. A fronte di tutti questi benefici, inoltre, si verifica un numero molto scarso di effetti collaterali”.

La Settimana Nazionale del Mal di Testa

Da lunedì 9 maggio e fino a domenica 15 si celebra la Settimana Nazionale del Mal di Testa, una campagna di sensibilizzazione “social” rivolta alla popolazione dal titolo “Mettiamoci la faccia”, promossa dalla SIN (Società Italiana di Neurologia) e dalla SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee). Nel corso della Settimana, coloro che soffrono di mal di testa sono invitati a registrare un breve video di massimo un minuto contenente una domanda sulla patologia a cui risponderà uno degli esperti della SIN o della SISC.

L’obiettivo per questa edizione è quello di fare informazione su temi suggeriti dai pazienti stessi, proprio per cercare di colmare le lacune informative che ancora esistono intorno a questa malattia. La risposta video sarà pubblicata, insieme alla domanda, sui profili social istituzionali SIN e S.I.S.C. I video devono essere inviati a social@neuro.it.

(Fonte Today.it)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Come distinguere i diversi tipi di mal di testa

ReggioToday è in caricamento