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Martedì, 23 Aprile 2024
Lo Stretto necessario

Lo Stretto necessario

A cura di Roberta Pino

Cartoline Rock: il club dove si condivide la bellezza

Il giornalista musicale Francesco Villari racconta come nasce il luogo dove si incrociano varie espressioni d’arte

Non si fa niente che prima non venga immaginato. Da circa un mese nella nuova sede ma già da nove nella città dello Stretto, è nato il club Cartoline Rock, dal titolo del libro del giornalista musicale Francesco Villari, espressione della sua passione per la musica tutta “che squarcia il velo della realtà per portare la persona nell’oltre” (cit. Pier Paolo Pasolini).

Un’idea maturata lentamente nei pensieri di Villari, giornalista laureato nella prestigiosa Università della Musica, esperto in metodologia della critica musicale in ambito non accademico, musiche del Novecento, afro-americana in particolare e collaboratore di riviste importanti quali Tutti Frutti, Mucchio Selvaggio, Rumore e della sezione musica di Repubblica.

Come nasce l’idea di Cartoline Rock? “E’ un club privato, con una sua filosofia. Io torno a Reggio dopo ventidue anni vissuti a Roma - racconta Francesco Villari - nel 2012 ho deciso di tornare per motivi privati e dopo un po’ è cominciato a mancarmi il lavoro che svolgevo lì, scrivere di musica.

In realtà mi ero stancato di come stava andando il giornalismo musicale in Italia e nel mondo, stava cominciando a diventare sempre più un’appendice delle case discografiche, non mi piaceva più e avevo già di fatto abbandonato, però mi mancava scrivere ed ho iniziato a farlo su Facebook, come molti, senza alcuna velleità.

Non pensavo, però, che ci fosse un seguito particolare, perché all’epoca non è che i social media fossero così diffusi come adesso. Lo facevo a livello amatoriale, per tornare alla mia passione iniziale, scrivere di musica. Invece il gruppo Facebook, creato sulla base del nome di un libro scritto tanti anni fa, è cresciuto fino ad arrivare a circa settemila iscritti”.

L’anno in cui accade questo è il 2015, il gruppo di Facebook creato da Villari, diventa pian piano una comunità a tutti gli effetti, persone che hanno iniziato a relazionarsi parlando di musica, di teatro, di letteratura, di cinema.

“Ad un certo punto ho pensato di trasformare questa esperienza virtuale in realtà. Volevo che questa comunità avesse un punto di incontro fisico ed è nato Cartoline Rock, un club per pochi amici”. Un unicum nella città dello Stretto, dove esprimere passioni in comune. “Eravamo inizialmente venti/trenta persone e con grande stupore siamo diventati più di duecentocinquanta nell’arco di nove mesi” sottolinea Villari.

Un numero di iscritti con un trend in crescita, tanto da dover cambiare posto, e così da via Aschenez alla sede estiva a Pentimele fino ad approdare in via Friuli, sede di una storica scuola di danza. La nascita del club in città è il segno di un bel movimento, che sorprende, “come quel carbone incandescente che sta sotto la cenere, appena si innesca qualcosa, che in realtà qualcuno stava aspettando ma non ha la voglia, il coraggio, la forza di far emergere, appena dai un minimo di brace, quel qualcuno esce fuori e si scoprono realtà bellissime” chiosa Francesco Villari.

cartoline rock 02

Qual è la filosofia del club? “La filosofia di Cartoline Rock è la condivisione della bellezza. Ha la forma e la fisionomia di un club, e come tale ha tutto ciò che serve, posti a sedere, qualcosa da bere, da mangiare strettamente riservati ai soci affinché ci sia il comfort più totale. Si tratta di piccola ristorazione, un baretto per tisane, caffé, té.

Un’attività senza scopo di lucro creata solo per dare agio a chi vuole trascorrere un tempo in musica, parole, ascolto sorseggiando una buona birra, un buon calice di rosso o anche una tisana. La filosofia è condividere tutto ciò che il territorio offre di bello, valorizzando anche le geotipicità andando a sprovincializzare, e questo è difficile nella nostra città, dove si tende alla autoreferenzialità. Invece noi vogliamo andare oltre.

Abbiamo avuto, infatti, ospiti, personaggi di caratura nazionale e internazionale, proprio perché vogliamo uscire dall’idea che Reggio sia solo fine a se stessa. Non è vero, si possono fare delle cose importanti in questa città. Franco Arminio, per fare un esempio, è uno dei poeti più celebri di questo ultimo decennio, ha voluto presentare qui in anteprima nazionale il suo ultimo libro. Lui ha scelto Cartoline Club, ha scelto Reggio Calabria. E’ un motivo di orgoglio per noi”.

Come si declina la bellezza del club? “Musica, arte, letteratura, dibattiti politici, sociali, di costume, storytelling,
proiezioni cinematografiche, concerti dal vivo, ibridi, racconti di musica suonata e anche dipinta in live. C’è una pittrice, Luisa Malaspina, che mentre noi raccontiamo aneddoti sulle canzoni, lei traspone su tela le nostre conversazioni, il Cartoline Rock tales. Cerchiamo di mescolare tutte le forme d’arte possibili.

Cartoline rock tele malaspina

Adesso parte la stagione di stand-up comedy ma anche le rappresentazioni teatrali con Cristian Parisi che ci fa delle regie in esclusiva. C’è il direttore artistico del Cilea, Peppe Piromalli, che si occupa della parte teatrale insieme a Saverio Malara, noto attore cinematografico. C’è Giusva Branca, team manager della Reggina Calcio e nostro amico che si occupa di tutto ciò che ha a che fare con la narrazione sportiva ma anche Eleonora Scrivo, per le poesie e letteratura.

Io e il maestro Salvatore Familiari ci occupiamo di musica. Bruno Mascianà cura gli eventi e le nuove uscite discografiche che gravitano nel mondo del rock. Siamo un gruppo di persone, ognuno con un ruolo specifico”.

Rispetto all’idea pensata, la realtà è andata oltre l’immaginazione? “Si decisamente, anche dal punto di vista numerico. Sicuramente l’idea primigenia era di fare questo tipo di attività culturali a vario titolo. A noi non piace la cultura punitiva, crediamo che non esista cultura se si fa solamente avanguardia, l’esempio banale è il film cecoslovacco con i sottotitoli in russo.

Le avanguardie sono importanti magari per il cinefilo di nicchia, ma se si vuole fare un discorso di vera comunicazione, la cultura non deve essere solo da parte di chi la esercita ma anche di chi la subisce. Bisogna che sia anche accogliente, divertente, coinvolgente, che dia alle persone la possibilità di godere lo spettacolo e magari di imparare qualcosa, di andare via con un bagaglio in più.

Ma se si fa in modo punitivo, le persone sono costrette a fare gli intellettuali a tutti i costi. Creare una comunicazione allettante regala un sorriso alle persone e però, allo stesso tempo, si è messo in atto un tipo di comunicazione culturale, che ha funzionato. E qui succede regolarmente, non facciamo grandi avanguardie, non ci piacciono gli intellettualismi che fanno tanto moda e alla fine non lasciano nulla”.

Gli appuntamenti del mese di gennaio

Il club è aperto ogni giorno tranne il lunedì, dalle 18 in poi con un programma per il mese di gennaio già ricco di eventi interessanti. Dal concerto dal vivo di Massimo Donno (già esibitosi martedì 10 dicembre), cantautore rivelazione del “Premio Tenco” accompagnato dal chitarrista Sasà Calabrese, al suo quarto disco “Lontano”, realizzato in collaborazione con tanti artisti tra i quali Nabil Bey, Alessia Tondo, Mariella Nava, Rachele Andrioli, Redi Hasa, Gabriele Mirabassi, Ferruccio Spinetti ed altri allo storytelling, “Non si esce vivi dagli anni ‘80”, in cui Villari e Branca raccontano, in modo scanzonato, un po’ di costume della società di quegli anni scintillanti e maledetti.

Massimo Donno e Sasà Calabrese in concerto

Ed ancora, la poeta Anna Segre che presenterà il suo ultimo libro, “La Distruzione dell’amore”, raccolta di poesie presentate da Eleonora Scrivo e lette da Tiziana Bianca Calabrò. Tornerà Franco Arminio in veste di mentore di un’altra poetessa, Viola Vocich, autrice di poesia esplicita senza filtri inibitori con la sua raccolta “Orgasmo”. In programma un altro ospite eccezionale, Max Stefani, lo storico direttore di Mucchio Selvaggio che presenterà una enciclopedia del rock live scritta ultimamente e ricorderà i tempi d’oro della rivista musicale che ha fatto la storia del giornalismo rock in Italia. E tanto altro ancora.

Che futuro intravedi per Cartoline Rock? “Già che ci sia questo luogo e che stia diventando un punto di riferimento è una soddisfazione enorme. Qui le persone si sentono come a casa, ed è la più grande gratificazione per questa avventura. Vogliamo che questo luogo resti vivo, sempre attivo e che cresca sempre più.

L’obiettivo finale è dare spazio alla creatività di tutti. A breve creeremo una band fra i soci musicisti, che sarà residente sempre qui. Band in cui ci sarà chi suona il sax, la batteria, le percussioni, il basso e si chiamerà Cartoline Orchestra. A marzo inizierà Cartoline Accademy, proporremo corsi di formazione di strumenti musicali, corsi di scrittura creativa, di recitazione, di dizione, di scrittura autobiografica e di canto”. Tutto questo è Cartoline Rock, il mondo bello che tutti vorremmo!

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