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Lo Stretto necessario

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A cura di Roberta Pino

Unitalsi, uno stile di vita anche ai tempi del Covid

Fabrizio Scotto, presidente della sottosezione reggina, racconta le iniziative intraprese dall’associazione durante l'emergenza pandemica

“Il vero potere è il servizio agli altri”, ha detto più volte Papa Francesco in questi anni di pontificato e all’Unitalsi questo concetto ha trovato radici solide e profonde. In tempi di Covid anche la solidarietà si è dovuta piegare alle logiche delle regole imposte dal governo. Regole salvavita per cui più lontano stai dagli altri, più è garantita la possibilità di rimanere sani.
Il corpo certamente, ma l’anima?

Il distanziamento fisico per salvarsi la pelle suona come un paradosso per chi pratica quel legame di fratellanza e amore che lega vicendevolmente gli uni agli altri, per chi ha fatto della condivisione solidale un concreto principio di vita. L’Unitalsi è tra le associazioni più operative in questo senso. Il suo intento è stare più vicino possibile agli ultimi che, nel caso specifico, sono gli ammalati, le persone affette di disabilità, chi, per logica mondana, costituisce un peso per la società.

Lourdes 01-3In particolare, come è noto, l’Unitalsi si occupa del trasporto dei malati a Lourdes ed in altri santuari internazionali. E’ l’associazione dei “treni bianchi”, come comunemente sono chiamati i treni dei pellegrini che si recano nel santuario situato ai piedi dei Pirenei. Ma l’Unitalsi è molto molto di più. La condivisione fraterna fra volontari e ammalati dura tutti i giorni dell’anno, non è limitata ai giorni del pellegrinaggio mariano.

Il Covid purtroppo ha sbaragliato le carte, costringendo ad uno stop forzato delle attività, a partire dai pellegrinaggi a Lourdes fino agli incontri periodici in sede o altre iniziative che hanno sempre animato l’associazione. Dal reale al virtuale, si è reso necessario questo passo anche per chi pratica la solidarietà. E la tv, il web, i social sono diventati lo strumento primario di incontro tra gli amici unitalsiani.

Si è vissuta così, ad esempio, la giornata dell’adesione, celebrata il 29 novembre scorso. Così come la giornata mondiale delle persone con disabilità, ricordata il 3 dicembre. Due occasioni di incontro tra volontari e amici in difficoltà vissute in streaming, in cui gli amici unitalsiani, nello stesso momento, ma da luoghi differenti, hanno pronunciato l’”Eccomi” che rinnova l’aderenza all’associazione.

E’ stata un’esperienza nuova ma comunque di aggregazione grazie al web ed agli altri canali di trasmissione che hanno accorciato le distanze e consentito il raggiungimento di una partecipazione corale ed universale. Per quanto possibile, alcune sottosezioni hanno vissuto la giornata dell’Adesione 2020 in presenza, nel rispetto delle restrizioni contemplate nell’ultimo Dpcm.

Lourdes 02-2Così i soci della sottosezione Unitalsi di Reggio Calabria che, con la celebrazione del rito avvenuto durante la messa officiata nella chiesa di San Salvatore dall'assistente spirituale diocesano, don Antonio Bacciarelli, hanno rinnovato la promessa di servizio nell’associazione. La liturgia è stata trasmessa in streaming a beneficio di tutti coloro che non vi hanno potuto partecipare.

Insieme via internet, un bel momento, comunque, di coesione. Istanti di incontro virtuali, e l’Unitalsi, si sa, non si accontenta del virtuale, ambisce al reale, al tangibile, al vero. In questa situazione, è emersa l’esigenza di amare ancora di più l’associazione, le persone che ne fanno parte, stare uniti nella preghiera, raggiungere gli amici in difficoltà con le telefonate, vivere in modo diverso l’essere unitalsiani.

Ma come si fa a tradurre l’abbraccio di tenerezza, lo sguardo che accoglie in tempi di Covid?

Scotto Fabrizio-2“La pandemia ha sconvolto le nostre vite e, nello specifico, ha travolto le associazioni come la nostra, annullandone i momenti fondamentali, come i Pellegrinaggi - spiega il presidente della sottosezione Unitalsi di Reggio Calabria, l’avvocato Fabrizio Scotto, (nella foto), - a me è stato sempre insegnato che l’Unitalsi non è un’associazione come le altre, perché per essere vissuta appieno richiede l’assoluta adesione al suo carisma, ovvero l’attenzione verso i più fragili sia dal punto di vista “operativo” che spirituale. Fino ad oggi ci siamo sentiti utili solo se partecipavamo alle iniziative organizzate. La pandemia ci ha fatto capire che possiamo “servire” anche in altri modi, basta volerlo”.

Da dieci mesi circa non è stato possibile incontrare gli amici in difficoltà, quali iniziative sono state intraprese dalla sottosezione reggina?

“Non dobbiamo mai dimenticare che l’associazione è fatta di persone e in un periodo in cui non sono possibili iniziative di gruppo sono però certamente possibili, anzi auspicabili, le iniziative individuali. Ci definiamo unitalsiani perché credere nel servizio con lo sguardo sempre rivolto alla Grotta di Lourdes deve essere uno stile di vita. Come associazione abbiamo stimolato tutti i soci a iniziative personali di attenzione verso i soci più in difficoltà, e so che tanti hanno agito in tal senso - chiarisce il presidente Scotto - sin dal primo lockdown abbiamo cercato di non far mancare alle persone più sole telefonate, videochiamate di gruppo, oppure semplici messaggi.

Abbiamo garantito la consegna dei pacchi del banco alimentare e partecipato ad iniziative come la distribuzione dei pranzi preparati dallo chef Cogliandro. Ciò ha consentito, seppur per brevi momenti, di passare a trovare gli amici più soli. Nel periodo di maggiore chiusura, da marzo a maggio, grazie all’impegno del nostro assistente spirituale don Antonio, abbiamo trasmesso la messa in streaming, consentendo una preghiera distante ma condivisa. Nella parentesi estiva, con il sostegno di alcuni amici della associazione, abbiamo organizzato delle mini crociere per far trascorrere una giornata di mare ad alcuni amici”.

Non è stato possibile organizzare i consueti pellegrinaggi a Lourdes, momento culminante del vivere l'associazione, qual è la modalità per vivere diversamente l'essere unitalsiani?

Fare un elenco delle attività che abbiamo provato a organizzare non è facile e non dà il senso del nostro impegno. L’Unitalsi si fonda sul contatto, è l’opposto del distanziamento, e in questi mesi abbiamo sofferto tutti, magari in maniera diversa. E’ stata una sofferenza anche annullare i pellegrinaggi, rinviare il campo estivo a Bagnara, lasciare a casa i nostri amici. Ma in tanti si sono dati da fare. C’è chi ha preparato video, organizzato raccolte di foto, veicolato messaggi, ma soprattutto non è passato un giorno, sin dal 7 marzo, senza pensare ai nostri amici, a come prenderci cura di loro. Da presidente sento il peso di questo periodo di sosta forzata delle attività della sottosezione.

Sento che, rispetto al bisogno di tanti, dovremmo fare di più. Ma spero anche che questi mesi di lontananza abbiano fatto nascere in tutti i soci una nuova consapevolezza, proprio come quando si perde qualcosa che si dava per scontato e solo allora si scopre di quanto fosse importante. Come è fortemente raccomandato - conclude l’avvocato Scotto- stiamo lontani oggi per essere più vicini domani. Magari, aggiungo, con uno spirito ed una voglia più solidi, perché all’improvviso ci siamo scoperti tutti fragili e bisognosi l’uno dell’altro”.

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