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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lo Stretto necessario

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A cura di Roberta Pino

Giornata del malato, occasione per esaltare i valori della vita e della persona

Don Stefano Iacopino, cappellano del Gom e direttore della pastorale per la salute, racconta il significato della celebrazione della 31esima GMM. Il programma delle celebrazioni in città

L’11 febbraio, ricorre la Giornata mondiale del malato, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992 in memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. La diocesi reggina si sta preparando per celebrarla con un programma intenso e ricco di eventi significativi. Prima di entrare nel dettaglio delle iniziative, don Stefano Iacopino, cappellano del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria e direttore della pastorale della salute per la diocesi reggina, ci racconta il senso dell’istituzione di questa giornata, che si onora ormai da trentuno anni.

“La giornata non pone l’attenzione sul singolo malato, ma anche sulla famiglia che assiste il proprio caro e in prima linea, combatte la malattia, la sofferenza e si riferisce ad un vissuto che diviene famiglia, cerchia di amici e comunità”. Cappellano da tredici anni ormai compiuti, don Stefano vive all’interno dell'ospedale, la sua “casa canonica”, come la definisce lui stesso, che si trova al terzo piano della torre M del Gom.

“Mi trovo in una “parrocchia” particolare dove i parrocchiani si presentano con l'abito della “festa” in pantofole e pigiama. Una parrocchia, le cui vie sono rappresentate dai vari reparti di degenza, dalle case famiglie, dalle stanze di degenza. Il servizio religioso, svolto in questa realtà, rappresenta la premura della Chiesa verso i sofferenti e di quanti se ne prendono cura. Accompagnare i malati, curando le ferite che la malattia apre non solo nel fisico, ma anche nella psiche, nello spirito, nella vita di relazione umana, questo è il mio compito” chiosa don Stefano.

don Stefano Iacopino

Il concetto di malattia

“La “malattia” è concepita in contrapposizione al concetto di “salute”, definito come uno stato di completo benessere psichico, sociale e fisico dell’uomo, decreta l’inevitabile bisogno di dare senso alla nuova condizione che rende diverso l’essere umano rispetto al normale, al “funzionante”. L’esperienza della malattia fa sentire vulnerabili e al contempo bisognosi dell’altro - spiega don Stefano - quando si è malati, paura, incertezza e terrore diventano compagni di una quotidianità ormai controproducente, ci si trova in una situazione di impotenza, perché la salute non dipende dalle capacità personali o dal nostro affannarci”.

E don Stefano cita un versetto del Vangelo di Matteo, E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? Mt 6,27. E prosegue. “Si perde la capacità di difendersi, di proiettare le proprie forze su se stessi. L’altro diviene unica speranza e nell’altro, oltre la fiducia, si proietta tutta l’angoscia e la paura”. Nel suo ruolo di direttore della Pastorale della Salute, che ricopre da maggio 2022, don Stefano Iacopino, con la sua azione e presenza, cerca di portare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti si prendono cura (cit. n.19 La pastorale della Salute nella chiesa italiana CEI).

“Un compito affidato da Gesù stesso - sottolinea - per Gesù la salute del corpo è mezzo per raggiungere quella dello spirito. La sua guarigione raggiunge tutto l’uomo, tutta la persona nelle sue varie dimensioni, in lui la salute si trasforma in salvezza”.

Obiettivi della pastorale della salute

Promuovere la dignità della persona umana, il suo valore ontologico al di là delle condizioni fisiche, psichiche, spirituali e sociali della medesima. Educare al valore salvifico della sofferenza; contribuire all’umanizzazione delle strutture sanitarie; accompagnare i malati con una presenza amorevole sul piano relazionale, con la forza della preghiera e con una adeguata preparazione ai sacramenti; aiutare coloro che si trovano in situazione di disabilità a recuperare il senso della vita, scoprendo il valore superiore dell”'essere" rispetto a quello del “fare”.

Ed ancora, aiutare i familiari dei malati a vivere con spirito di fede la prova della malattia dei propri cari; promuovere la formazione degli operatori sanitari sul piano dei valori ontologici della persona del sofferente, della professionalità, della responsabilità, delle relazioni umane tra operatore e paziente.

Promuovere la formazione degli operatori pastorali con una adeguata preparazione nell’ambito teologico-pastorale e con adeguate esperienze nel mondo della salute e della malattia. “Il tutto può essere riassunto nel creare una cultura nuova, più attenta ai bisogni dell’umanità che soffre, più evangelica nel rapporto con il prossimo - sottolinea don Stefano - compito non facile, bisogna superare la cultura dominante della nostra società il cui ideale non è il santo, l'eroe, ma l’uomo sano, giovane, efficiente, l’essere in forma.

Ogni minima decadenza fisica, si percepisce come vergogna, quasi una colpa. La pastorale della salute cerca di
riproporre, nel mondo della salute e della malattia, i valori della vita e della persona, alla luce della Creazione e della Redenzione. Quindi tutti i componenti della Chiesa sono chiamati secondo la propria vocazione e le proprie competenze ad esprimere una amorevole sollecitudine verso i malati e i sofferenti”.

Programma della XXXI^ Giornata mondiale del malato

A partire dalle 14.30, sabato 11 febbraio la centralissima piazza Duomo si riempirà di gazebi informativi in cui alcune associazioni di volontariato, che si occupano di assistenza alle persone malate, faranno attività di promozione e di informazione sul tema della salute. In particolare, ci sarà il gazebo dell’Ordine professioni infermieristiche (OPI) di Reggio Calabria che rileverà gratuitamente i parametri vitali di chiunque vorrà avvicinarsi, con distribuzione di volantini informativi su alcune patologie.

Sarà presente l’Avis, Associazione volontari italiani del sangue, per promuovere e diffondere l’importanza della donazione del sangue che, oltre a costituire un dovere civico, è un patrimonio collettivo salvavita. E ci sarà anche l’Unitalsi, l’associazione che si occupa del trasporto delle persone in difficoltà a Lourdes e altri santuari internazionali.

L’Unitalsi, con i suoi volontari, illustrerà nel dettaglio le attività dell’associazione, proietterà un video e informerà sui pellegrinaggi in programma per il 2023. Coinvolti diverse strutture sanitarie, Associazioni di volontariato, ministri della comunione e della consolazione, personale sanitario.

Alle 17 in cattedrale, ci sarà un momento iniziale di presentazione e di affidamento alla Vergine Maria di tutte le realtà di assistenza e cura presenti nelle Foranie di Reggio Calabria centro, nord e sud. “Ogni associazione porterà un segno identificativo della propria realtà associativa - racconta don Stefano - poi ci sarà il rinnovo del mandato ai ministri della consolazione, istituiti affinché vadano nelle parrocchie a trovare le persone malate”.

Figure ecclesiali istituite nella nostra diocesi nel 2017, i ministri della consolazione sono circa cinquanta laici che vanno nelle case delle diverse zone parrocchiali, per dare la comunione, offrire sostegno, compagnia, conforto. Per consolare, in linea con il loro titolo.

La Giornata del Malato si concluderà, infine, con la celebrazione eucaristica officiata dal vescovo Morrone.
La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. E’ lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri “si arrangino”...(Dal messaggio del S. Padre per la XXXI GMM).

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