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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lo Stretto necessario

Lo Stretto necessario

A cura di Roberta Pino

Pentedattilo, il borgo dove il tempo sembra essersi fermato

Racconto di una giornata in escursione promossa dall’associazione Il Giardino di Morgana nei meandri di un luogo che brama per vivere

Un tuffo nella bellezza grazie all’associazione Il Giardino di Morgana che ha promosso un’escursione in uno dei borghi più affascinanti e ricchi di mistero del nostro territorio, Pentedattilo, “la mano di pietra”. Una guida esperta, un luogo suggestivo, una temperatura ideale e la compagnia giusta sono gli ingredienti per vivere il tempo in modo sensato. Domenico Guarna è la guida escursionistica che ci ha accompagnati all’interno delle “cinque dita”, un gruppetto di quindici persone curioso di esplorare uno dei luoghi più caratteristici dell’Area Grecanica.

Un’avventura esplorativa certamente vissuta più e più volte, ma non è mai abbastanza: ripercorrere quei sentieri è un vero balsamo di benessere. Con una semplice passeggiata domenicale, è stato possibile attraversare la storia, la natura di un paesaggio incantevole, sovrastato dalla visione mozzafiato di sua maestà l’Etna che, quel giorno, ci ha regalato la visione di un’eruzione da ben due bocche diverse.

Pentedattilo Etna-2

Un tempo vissuto alla ri-scoperta del borgo fantasma, con la sua natura ancora selvaggia, la storia avvincente e, per certi versi, tragica del luogo, i personaggi che hanno vissuto in questa parte della costa jonica, i profumi avvolgenti di erbe salutari e i colori, a volte tenui a volte sgargianti dei fiori di campo.

Pentedattilo 02-2Ci siamo lasciati ispirare dal paesaggio rude della “mano di pietra”, e insinuati nei suoi meandri all’insegna della scoperta e del relax in lentezza. Tra salite e discese, sottopassi, attraversamenti imprudenti, abbiamo rivisitato il borgo in pietra di arenaria, in un percorso ad anello attorno alla spettacolare rupe che ci ha permesso di entrare in contatto con le mille suggestioni che Pentedattilo sa offrire agli occhi del viandante.

Leggende di fantasmi e storie di amori traditi caratterizzano il piccolo borgo incastonato tra le montagne aspromontane, dove il tempo sembra essersi fermato. Un luogo abbandonato dai suoi abitanti a causa di fenomeni migratori oltre che per le continue minacce naturali, terremoti ed alluvioni su tutto.

Il percorso guidato da Domenico Guarna è stato davvero un’esperienza unica che ha coniugato storia, natura e paesaggio. Domenico ci ha accompagnato anche attraverso la narrazione di scorci del “Diario di un viaggio a piedi” di Edward Lear, l’eccentrico viaggiatore inglese che nel 1847 si mise in viaggio insieme all’amico Proby, per un tour a piedi della provincia di Reggio Calabria. Quaranta giorni in cui scoprì “luoghi pittoreschi e calabresi impensati, spazi naturali e caratteri umani della "punta d'Italia" nel turbine della metà dell'Ottocento. L'esperienza calabrese di Lear, il "sentiero dell'inglese", viene riproposta oggi con un soggiorno itinerante nel Parco dell'Aspromonte".

Diario viaggio a piedi-2"La visione - si legge in Diario di un viaggio a piedi - è così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla: selvagge e aride guglie di pietra lanciate nell’aria, nettamente delineate in forma di una gigantesca mano contro il cielo [...] mentre l’oscurità e il terrore gravano su tutto l’abisso circostante".

Siamo stati accompagnati non solo dai racconti di Lear ma anche della storia avvincente e tragica nota come la strage degli Alberti. E tutto questo facendo visita alle rovine del castello, dove la sterminio si consumò. Una vicenda che risale al 1686 tramandata sino ai nostri giorni con versioni differenti, arricchita di particolari e aneddoti curiosi, in cui cambiano i dettagli ma non i protagonisti, due giovani innamorati Antonietta e Bernardino appartenenti a due famiglie nobili rivali, Alberti e Abenavoli.

Pentedattilo affresco san cristoforo-2Una storia finita in tragedia, il cui sangue scorso a causa dell’uccisione della famiglia Alberti per mano degli Abenavoli, si narra, provochi ancora manifestazioni spiritiche e visioni di fantasmi. Un’altra tappa molto interessante è stata quella del dito più esterno della rupe di Pentedattilo, ai cui piedi è presente un affresco settecentesco che raffigura San Cristoforo.

Ed anche qui, c’è una suggestiva narrazione. Il santo, noto per la sua forza vigorosa, trasportò in braccio un bambino per attraversare la fiumara, il bimbo era Gesù e la tradizione vuole che San Cristoforo regga il peso della roccia a protezione di tutte le case che sorgono lungo la sua via. Il percorso prosegue a ridosso della rupe e ci consente di scoprire ancora storie e paesaggi unici, con le caratteristiche casette in pietra adornate dai fichi d’India.

Un luogo abbandonato ma un’unica abitante è lì ormai da anni, la signora Rossella Aquilanti, conosciuta come “la pastora”, per essere stata sposata ad un pastore di Africo. Rossella raffigura una storia di resistenza e di coraggio che fa a pugni con i tempi di oggi, dove la tecnologia ed il progresso la fanno da padrona. Viterbese di nascita, Rossella vive a Pentedattilo immersa nella selvaggia bellezza di quel borgo. Una scelta controcorrente la sua, di lasciare un posto fisso di lavoro e di trasferirsi in una terra inospitale e vergine, rinunciando alle sicurezze ed alle comodità per trovare rifugio in piena sintonia ed armonia con la natura della rupe calabrese.

Pentedattilo Rossella pastora-2

Oggi Rossella è l’ultima abitante del borgo antico, si dedica al suo orto e alleva le capre per produrre ricotta e formaggio. Da Rossella ci si può fermare per pranzare, piatti semplici e genuini, tutto a metro zero! Ad aiutare Rossella, in questo periodo, c’è Aurora una ragazza inglese laureata in letteratura con una tesi sulla Calabria antica. Affascinata da questi luoghi, la trentenne anglosassone ha deciso di fermarsi un tempo a Pentedattilo, una ricchezza di incontri e di scambio di visioni. Pentedattilo è la pagina di una Calabria che sorprende e che non lascia mai delusi quegli occhi che le vogliono veramente bene. (la foto notturna di Pentedattilo è di Pasquale Faenza)

Pentedattilo notte foto Faenza-2

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