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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lo Stretto necessario

Lo Stretto necessario

A cura di Roberta Pino

Lezione in chiave poetica sui cinque sensi e sull’Amore nella silloge di Tiziana Rumi

La poetessa e docente reggina traccia il profilo del sentimento dell’Amore declinato nella vista, udito, olfatto, tatto e gusto

Quale forma espressiva letteraria, se non la poesia, può aspirare a trattare di concetti complessi con poche parole? Quando ci si avvicina alla poesia, si richiede la delicatezza di un passo lieve, la grazia di un fenicottero in volo, la profondità di uno sguardo che va oltre il conoscibile.

Rumi Tiziana-3E la poesia è il genere letterario scelto da Tiziana Rumi, (nella foto), per parlare di Amore (con l’A maiuscola così come espressa dall’autrice), “un tema difficilissimo, ma al contempo, l’unico che offra una valida prospettiva ad ognuno di noi”. “Cinque sensi” è il titolo dell’ultima silloge pubblicata dalla poetessa Tiziana Rumi, Aletti Editore, che arriva dopo l’altra raccolta di poesie “Alfabeto di rime” realizzata due anni fa, un viaggio all’interno delle contraddizioni e di tutti gli opposti che caratterizzano l’animo umano.

L’Amore declinato nei cinque sensi, vista, udito, olfatto, tatto, gusto ed un sesto senso, che si lascia alla scoperta del lettore, è invece al centro della seconda silloge di Tiziana, creatrice di versi. Versi che, al di là del significato delle parole stesse, sono capaci di suscitare dei suoni musicali, quando quelle liriche vengono pronunciate a voce alta.

Non è facile comporre poesie sull'Amore senza rischiare di dire cose già dette. Ebbene, le liriche di Tiziana Rumi raccontano scene d'amore nelle loro diverse sfaccettature, dando risalto alle immagini, alle metafore, alle parole con una forza che produce delle mozioni interiori. La prefazione della silloge è a cura di Hafez Haidar, scrittore, docente e poeta di origini libanesi, naturalizzato italiano, che ha definito “Cinque sensi”, “un viaggio poetico di estrema originalità”.

Con la tenerezza (Solo uno sguardo), la nostalgia (I monti a me più cari), la profondità (Fotografia), il mistero (Ti ho visto), l'armonia (Sei musica per me), il peso del non detto (Silenzio che ricorda un haiku), l'amore passato (Tracce), la cura (Le tue mani), l'amarezza di un amore in cui non si crede più (Uniti senza amore), la vera alchimia (La spinta di Archimede, sublime il verso "Hai fatto l'amore con le mie paure"), l'essenza autentica dell'amore (Il gusto della vita) ed Il coraggio di amarti in quarta di copertina, l’autrice ha toccato il tema dell'Amore sempre con soavità e profondità, mescolando sapientemente questi due elementi e dimostrando una profonda conoscenza dell’amore, quando il rischio che tocca gli esseri umani è, invece, sfiorare l'Amore e non saperlo cogliere, accogliere e curare come si deve.

E Hafez Haidar si sofferma, tra le altre, alla poesia La via del bacio, “perché in maniera leggera esprime il sigillo di quello che è il sentimento - spiega l’autrice - di baci se ne danno in varie forme con diverse spinte emotive, dal bacio della mamma al bacio degli innamorati. Ma è comunque quello che maggiormente esprime i sentimenti, gli affetti”.

La poesia è l’effetto di un moto dell’anima, come ha più volte sottolineato la poetessa Rumi e, soffermandosi sulla sua ultima silloge aggiunge “questo effetto si realizza dall’incontro dei sensi con il sentimento, per cui ogni senso risponde a modo suo, afferrando l’importanza di quei momenti”.

Cosa la spinge a scrivere? “Quello che mi spinge a scrivere è una sorta di esigenza catartica, lo scrivere
significa anche purificarmi, raccontare, mettermi a nudo, nel modo più semplice e più vero possibile”.

Perché la poesia e non la prosa? “Perché la poesia è sintesi, cioè il potere evocativo della parola è molto più forte di quello che si riesce a raccontare in pagine e pagine. Ho trovato questo tipo di modalità espressiva funzionale anche all’esigenza di essere diretti, concreti, immediati. Con un paio di versi si può sintetizzare quello che per scrivere un libro richiederebbe tantissime pagine.

La poesia è una istantanea, è come una fotografia, anche questa immediatezza consente di cogliere l’essenza delle cose, mentre la scrittura sotto forma di prosa è più ragionata, quindi c’è un momento di riflessione ulteriore. La poesia esce di getto, nel momento in cui capita qualcosa, un avvenimento all’improvviso, hai l’esigenza di scrivere. E’ questa la differenza”.

Sintetica, immediata, la poesia può essere breve o lunga, ma sempre porta con sé un significato pregnante, che lascia il segno. Ungaretti ebbe a dire, nel corso di un’intervista, “Per scrivere una poesia breve, posso impiegare pure sei mesi”.

Cinque sensi copertina Rumi-2Cinque sensi arriva dopo Alfabeto di rime - “Questa è la seconda silloge, ce n’è un’altra a cui sono legata sentimentalmente. Raccoglie diverse poesie ordinate alfabeticamente, le lettere dell’alfabeto sono il fil rouge sotto ognuna delle quali è collocata una lirica. Alfabeto di rime racconta di sentimenti e sensazioni che hanno riguardato diversi momenti della mia vita, belli, brutti, rapporti affettivi con i genitori, gli amici. Fotografa città alle quali mi sento particolarmente legata, perché lì vi ho condotto gli studi universitari o perché mi sono innamorata dell’architettura, del calore della gente, città che hanno avuto un certo tipo di effetto sul mio modo di essere.

Racconta, poi, di problemi del quotidiano o di problematiche importanti quali l’autismo, il momento di fine vita. Alfabeto di rime è una sorta di percorso, che ha punti di autobiografismo, ci sono molte poesie che si rifanno a momenti e aspetti della mia vita. Cinque sensi ha un taglio diverso. Si tratta di poesie d’amore collegate ai nostri sensi, l’affetto che l’amata riceve per essere vicina alla persona di cui è innamorata, l’amore di coppia, l’amore visto sotto tutte le sfaccettature, dall’innamoramento alla delusione, dal tradimento alla ricerca, tutti aspetti di cui
si compone questo sentimento. Qui il filo conduttore è unico, rappresentato dall’amore”.

I dipinti che anticipano le liriche - “Una caratteristica che accomuna Alfabeto di rime a Cinque sensi sono i dipinti raffigurati. Nella prima silloge, ogni poesia è accompagnata da una disegno d’autore. In questa, ogni senso viene preceduto da un dipinto d’autore che introduce le poesie collocate all’interno. Gli autori a cui mi sono ispirata sono moderni, da Magritte a Olbinski, passando per Criste, che hanno espresso in maniera artistica questi sensi, li hanno raffigurati, quindi mi è piaciuto ricollegare le immagini al testo scritto”.

Come è nata questa silloge? “E’ nata nel periodo pre-pandemia, ancora non c’era stato il lockdown che ci ha messo a dura prova nei rapporti interpersonali. Nasce per il desiderio di fare il punto della situazione sugli aspetti che nella vita contano di più, e cioè i sentimenti. Tutto il resto è passeggero, mentre il sentimento e le relazioni sono imprescindibili perché ci migliorano.

L’ho pensata prima e l’ho realizzata a cavallo della pandemia. Infatti c’è una poesia Contagiami che, in un certo senso, ha ripreso il tema del contagio ma con accezione positiva, a dispetto del periodo che abbiamo vissuto, di distanza. Il contagio, in questo caso, riguarda la bellezza, il senso della vita, le cose belle che ognuno di noi si aspetta di vivere magari non da solo”. (immagine in basso di A. Presotto “Cinque sensi”)

A. Presotto Cinque sensi-2

Poetessa per passione, Tiziana Rumi incarna felicemente il connubio tra scienza giuridica e poesia. Professore aggregato di diritto privato presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Tiziana associa ai suoi interessi scientifici anche quello per la pittura e la poesia.

Come si coniuga la tangibilità della scienza con l’intangibilità della poesia? “Apparentemente sembrano due mondi distantissimi, la scienza ha un certo rigore e richiede di essere confermata dall’esperienza, la poesia è frutto, invece, della sfera emozionale e dell’istinto. Secondo me in ognuno di noi convivono questi due aspetti, anzi guai se ci fosse solo il razionale o solo la cinestesia e quindi l'emotività.

Il vero equilibrio è dato dal collegamento di questi due momenti, in cui è necessario essere rigorosi, come nelle attività lavorative che richiedono perizia e rispetto delle regole, mentre la poesia è la parte creativa che fa emergere l’aspetto spirituale di ognuno. Non può mancare questo aspetto, perché saremmo robotizzati, macchine, è la parte umana di noi. E la parte umana di me mi dice che devo scrivere poesie” chiosa l’autrice.

E nella quarta di copertina c’è il non realizzato, tutte le storie d’amore che non si realizzano. Accanto a quelle che si compiono, ce ne sono altrettante che non vedono mai la luce. “Nella quarta di copertina lascio intendere che ognuno di noi che vive esperienze emozionali come queste, alcune volte può vivere relazioni che restano a livello di sogno, di desiderio, di mancata corresponsione o di mancanza di coraggio di valicare il confine”.

Avrei voluto vederti
Avrei voluto ascoltarti
Avrei voluto baciarti
Avrei voluto toccarti
Avrei voluto respirarti
Avrei voluto avere,
soltanto, il coraggio di amarti.

“Versi che riprendono i sensi. I sensi ci sono tutti, insieme alla mancanza di coraggio che non ha consentito alla realizzazione. Nella vita ci sono cose realizzate e non realizzate, ma anche questo è Amore”.

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