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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Scilla, la Casa della carità festeggia il compleanno: 80 anni d'amore e solidarietà

Donata nel 1940 alla mensa arcivescovile, oggi è di proprietà della parrocchia ed è gestita dalla diocesi. È la prima struttura ad essere convenzionata con la Regione

Fondata nel 1940, dalla signora Vittoria Martello, vedova di un maresciallo dei carabinieri, la Casa della Carità festeggia, proprio quest’anno gli 80 anni dalla fondazione.

Quella che oggi è una struttura conosciuta  per la qualità dei servizi che offre, negli anni '40 era una villa malmessa di proprietà della famiglia Minasi. La signora Martello dopo averla acquistata con il ricavato della vendita di tutti i suoi beni donò la struttura alla mensa arcivescovile. L'edificio, oggi di proprietà della parrocchia Maria Santissima Immacolata di Scilla, è gestita dalla diocesi ed è la prima struttura ad essere convenzionata con la Regione ed accoglie anziani non autosufficienti.

Per festeggiare l’importante traguardo, a fine agosto, si è svolta una grande festa con ospite l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che, in onore dell'importante compleanno, ha celebrato la Santa Messa.

Un momento, partecipato da una grande folla che ha ascoltato con grande attenzione l’omelia del presule, il quale ha sottolineato le tre virtù teologali, virtù legate strettamente allo sprito che guida la gestione della Casa della carità: la fede, la speranza, la carità. La fede, perché “bisogna aver fiducia nelle ultime risorse che gli anziani, qui ricoverati, possono avere e dare. Essi non sono oggetto di scarto, ma persone da amare fino in fondo al loro ultimo respiro”.

La speranza, “nella loro guarigione, ovvero, nella sopportazione del dolore fisico, delle loro piaghe da decubito da cui si può guarire con cure amorevoli”. La carità, “con cui accostarsi al malato per lenire le sue piaghe prima col sorriso, con la benevolenza, con la pazienza e poi con i farmaci perché da ciò che si da con amore il vecchietto, con i suoi occhi quasi velati o con voce flebile, ti dirà grazie e in quel grazie ci sarà la carità di tutto il mondo".

Dopo la celebrazione eucaristica, il racconto della straordinaria storia di questo luogo, dal 1939 al 2019, letta dal direttore Adolfo Galletta. Sullo sfondo, scorrono le immagini degli uomini e delle donne che dal nulla hanno creato tutto questo.

Dalla bontà e disponibilità delle donne scillesi, alla caparbietà dei sacerdoti come i monsignori Bergamo e Cassone, don Mimmo Marturano, direttore della Casa, don Antonello Foderaro, sino ad arrivare alla generosità infinita di monsignor Ferro, grande sostenitore, non solo a parole, della  struttura.

Il racconto della festa, dell’atmosfera di questa ‘Casa’ di tutti, viene descritta con grande trasporto e dovizia di particolari da uno degli operatori che, per 30 anni, ha lavorato al servizio dell'amore e della solidarietà.

Racconta di una “terrazza che ‘io’ ben conosco, soleggiata e disadorna,  trasformata da luci soffuse che fanno capolino fra tendaggi bianchi, posti in ogni angolo del terrazzo, tavoli coperti con tovaglie da grand hotel", frutto del lavoro di giorni da parte di operatori e ospiti della struttura, un lavoro di squadra. Una collaborazione che, solo una 'grande famiglia' conosce.

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