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Lavoro / San Gregorio

Alival, è vicina la convocazione del tavolo interistituzionale

Dopo la pec di sollecito dei sindacati, il vertice si terrà a breve per valutare le prime proposte certe di nuovi acquirenti del caseificio

Corre il conto alla rovescia verso la chiusura del caseificio Alival di San Gregorio e finalmente qualcosa si muove per il futuro dei lavoratori. Il 5 novembre scadranno i termini per l'adesione dei 79 dipendenti reggini (nei siti che il gruppo Lactalis Nuova Castelli dismetterà sono in tutto 149, compresi quelli degli stabilimenti di Ponte Buggianese e Borgo Santa Rita) al piano di gestione della crisi frutto dell'accordo tra sindacati e azienda. La fine delle attività è fissata al 31 marzo 2023, data entro cui i lavoratori interessati saranno licenziati con un'uscita agevolata attribuendo un bonus o potranno scegliere il trasferimento in altre sedi. Entrambe prospettive non indolori, e per questo l'obiettivo urgente dei sindacati è scongiurare la chiusura con l'entrata nei giochi di un nuovo acquirente di Alival, prospettiva che adesso è diventata concreta per l'interesse certo di alcuni imprenditori calabresi.

Se ne doveva parlare all'inizio di settembre in un tavolo tecnico da convocare insieme alla Regione, mai riunitosi, e ieri i rappresentanti sindacali hanno inviato via pec un sollecito all'ente regionale: si è concluso poco fa un colloquio informale tra il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace e i sindacalisti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dal quale si è ottenuta l'attesa convocazione del vertice interistituzionale, che si svolgerà nei prossimi giorni. 

Nella pec di sollecito (la seconda dopo quella inviata al governatore Roberto Occhiuto il 6 settembre, subito dopo l'accordo) firmata da Nicola Rodi (Flai), Antonino Zema e Cosimo Piscioneri (Fai) e Nino Merlino e Antonio Zavettieri (Uila), i rappresentanti sindacali regionali spiegano che "essendo i tempi stringenti e pressanti, siamo a chiedere un urgente e tempestivo sollecito nel convocare il tavolo, per alleviare la sempre più crescente tensione sociale che serpeggia tra i lavoratori e che sta divenendo insostenibile". 

Pochi lavoratori si trasferiranno, si guarda alle offerte dei nuovi acquirenti

L'obiettivo della concertazione, come si ribadisce nella stessa richiesta, è "poter dar corso a possibili soluzioni di reindustriualizzazione del sito". E' questo l'auspicio della maggior parte dei dipendenti del caseificio di San Gregorio, che tra le alternative proposte hanno scelto la classica attesa alla finestra, fiduciosi che sindacati e istituzioni consentiranno di restare nella propria sede a queste persone radicate sul territorio con la famiglia e che lavorano qui da tanti anni. Sono infatti i più numerosi quelli che sperano in una svolta che scongiuri la chiusura dello stabilimento Alival grazie all'investimento da parte di un nuovo imprenditore. Solo 15 hanno scelto di trasferirsi con le facilitazioni offerte da Nuova Castelli (un sussidio consistente per il fitto, più un contributo spese forfettario aggiuntivo e un rimborso ulteriore per le spese di trasloco e sistemazione del nuovo alloggio) potendo da aprile essere destinati agli altri stabilimenti del gruppo ma anche spostarsi verso tre ulteriori strutture produttive della Galbani, tutte sedi che si trovano a Nord. Due lavoratori che sono riusciti a trovare occupazione in altri settori (uno nella scuola) hanno invece accettato il licenziamento con il percorso di esodo agevolato, che oltre alla buonuscita prevede un percorso di outplacement con la società Intoo, a carico dell'azienda.

Adesso il tavolo interistituzionale dovrà operare per andare a conclusione con una delle aziende che guardano con favore a rilevare la proprietà di Alival, che, come dicono chiaramente i sindacati nella pec indirizzata alla Regione, oggi ci sono. E' certo l'interesse dei fratelli Brizzi di Curinga, in provincia di Catanzaro, dove l'impresa familiare produce formaggi a pasta filata, e, sempre nel Catanzarese, dell'azienda casearia Pirritano di Guardavalle. A questi nomi trapelati si aggiungerebbero quelli di alcuni imprenditori cosentini e reggini. Il tavolo servirà a blindare il perimetro delle proposte e il modo più efficace per accompagnare quello che si spera sarà il percorso verso la salvezza del caseificio di San Gregorio e delle sue maestranze. 

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