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Cronaca

Undici milioni da assegnare per l'acquisto di alloggi popolari: il Comune non decide

La denuncia dell'Osservatorio sul disagio abitativo. Sono trascorsi 110 giorni: è calato il silenzio sulla petizione per il ripristino del finanziamento del Decreto Reggio

"Ancora nessuna decisione in merito alla  petizione popolare per  il ripristino del finanziamento di  11 milioni di euro del Decreto Reggio per l’acquisto e l’assegnazione di nuovi alloggi popolari". A darne notizia l'osservatorio per il disagio abitativo che ricorda: "lo scorso 18 febbraio, 534 cittadini hanno chiesto di rivedere la decisione del Consiglio comunale, con la quale nel 2016 venne rimodulato a favore di altre voci il cospicuo finanziamento. Ma dopo 110 giorni la giunta ed il consiglio non si sono ancora espressi".

"Lo scorso 22 maggio, - scrive l'osservatorio - il dirigente del settore grandi opere,  programmazione e “Decreto Reggio”, Antonino Cristiano, con una lettera trasmessa al sindaco ed al presidente del Consiglio comunale, ha espresso parere tecnico favorevole alla  petizione.  La necessaria rimodulazione  dei fondi stanziati con il “Decreto Reggio” per ripristinare  il capitolo di spesa di 11 milioni per l’acquisizione di nuovi alloggi popolari è quindi possibile".

Il parere tecnico del dirigente è un atto necessario ma "non sufficiente per giungere ad una soluzione,  difatti lo stesso dirigente nella sua comunicazione ha dichiarato che “nulla osta alla fattibilità della rimodulazione del programma connesso al “Decreto Reggio”ai fini del ripristino del finanziamento in oggetto, purché la giunta comunale adotti un atto di indirizzo con il quale esprima la volontà dell’Amministrazione di inserire detto nuovo intervento tra quelli da realizzazione…”. Il termine entro il quale l’Amministrazione, attraverso la Giunta o il Consiglio, avrebbe dovuto pronunciarsi  rispetto  quanto richiesto nella petizione popolare, (comma 8 articolo 19 del  regolamento comunale sugli istituti di partecipazione) è di 90 giorni dalla data di  presentazione. Questo tempo è ampiamente scaduto".

"È necessario chiarire che la decisione da adottare sulla petizione  deve necessariamente riguardare il finanziamento di 11 milioni e non altri fondi o non meglio precisati indirizzi per l’ implementazione di fondi destinati ad altri capitoli di spesa, tipo la manutenzione. Il quesito della petizione riguarda  infatti uno specifico  finanziamento per  nuovi alloggi popolari,  non  un quesito generico sulla politica degli alloggi popolari. Pertanto, altri provvedimenti sulla politica della casa, eventualmente assunti dal Comune pur favorevolmente accolti dagli scriventi, non potranno, in alcun modo, costituire  pronuncia ufficiale in merito alla petizione.

"Nel 2016  l’ Amministrazione comunale - spiegano dall'Osservatorio - ha deciso, con delibera di Giunta n° 99 del 18 maggio 2016 e delibera di Consiglio n° 70 del 31 ottobre 2016, di stornare il finanziamento di 11 milioni del “Decreto Reggio”, destinato a nuovi alloggi per impiegarlo in altri mbiti. Lo ha deciso mentre qualche centinaio di famiglie, vincitrici del bando 2005 ed in emergenza abitativa, aspettava da anni l’assegnazione di un alloggio.  A queste persone  il Comune riferiva l'impossibilità di assegnare alloggi per l'indisponibilità degli stessi e croniche penurie di fondi".

L’Amministrazione Falcomatà quindi, "stornando  il finanziamento,  ha  negato il diritto alla casa ad un centinatio di famiglie in stato di bisogno abitativo. Ha  deciso di non investire nella politica  degli alloggi popolari, colonna portante di welfare abitativo, e di continuare con la politica di  “dismissione” degli alloggi. Difatti, il Comune e l’Aterp, da anni,  dismettono gli  alloggi popolari senza provvedere all'acquisto  di nuovi. Di  questo passo, tra qualche anno, il patrimonio ERP, che garantisce il diritto alla casa alle famiglie più vulnerabili,  non esisterà più. Oggi, l’Amministrazione comunale con una decisione positiva sulla  petizione ha l’opportunità di rimediare all’ errore commesso nel 2016. Difatti, la decisione positiva consentirebbe all’Amministrazione di porre in essere una valida politica abitativa, garantendo il diritto alla casa a tante famiglie e rilanciando il settore degli alloggi popolari".

"L'altra possibilità - conclude l'Osservatorio - è quella di continuare a negare  il diritto alla casa alle famiglie più povere, una scelta politica classista,  a scapito delle fasce più deboli della popolazione".

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