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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Due persone invalide senza casa, Un mondo di mondi: "Il Comune trovi subito una soluzione"

La signora Adele Ferraro e il figlio non hanno un alloggio e la loro odissea, dopo lo sfratto, continua. L'associazione lancia un appello all'Amministrazione per le tante famiglie a cui è negato il diritto alla casa

Continua l'odissea della signora Adele Ferraro che insieme al figlio, ha subito nei giorni scorsi, uno sfratto per morosità incolpevole. Nonostante le numerose segnalazioni al Comune,  due persone con invalidità sono finite per strada e l'Amministrazione Falcomatà, afferma Un mondo di mondi, che ha seguito tutta la vicenda, "non ha provveduto ad assegnare  un alloggio adeguato, previsto (art 31 lr 32/1996) per gli sfratti delle persone a basso reddito e senza una casa".

"In queste situazioni, - spiegano ancora dall'associazione - nonostante la disponibilità di alloggi assegnabili, si preferisce proporre alle persone in difficoltà l'accoglienza in comunità dividendo la famiglia, non lasciando scampo ad ogni possibilità di non subire l'impoverimento come una condanna". Durante lo sfratto la signora ha tentato per la seconda volta il suicidio, mentre il figlio, in seguito ad una crisi glicemica è stato ricoverato presso il Grande Ospedale Metropolitano. 

In questa triste storia metropolitana secondo Un mondo di mondi si è registrata "l'assenza dell’intero settore degli alloggi popolari, sia nella parte dirigenziale che in quella politica. Solo i servizi sociali sono stati vicini alla signora, attraverso la dottoressa Amato e l’assessore Lucia Nucera, che hanno sollecitato anche l’assegnazione di un alloggio. Ma non è bastato".

Buttata fuori di casa, la signora Ferraro ha rifiutato l’inserimento in comunità, offerto dai servizi sociali e quindi è rimasta, per molte ore, seduta sul marciapiede accanto all'abitazione in cui ha abitato per anni, rivendicando il diritto, ad un alloggio adeguato, negato in tutti questi mesi. Le sue notti le trascorre su una sedia in ospedale, accanto al figlio. I beni, tra cui i mobili e sei gatti, sono custoditi dalla padrona di casa, attraverso i suoi legali che consentono alla signora Ferraro di nutrirli due volte al giorno.

"Questo caso - continua l'associazione reggina - va oltre la situazione specifica della famiglia Ferraro, perché misura in modo netto la completa inconsistenza del settore degli alloggi popolari, in particolare sulla questione delle emergenze abitative. Inconsistenza che non è un caso o un incidente, ma il risultato di una scelta politica. In cinque anni infatti l'Amministrazione Falcomatà non ha  nominato un assessore, se non per se mesi, e la dirigente Squillace è la settima designata, e come gli altri sei, è molto impegnata in altri settori".

Nel mese di dicembre scorso è stata costituita, con un ritardo di due anni sulla tabella di marcia,  la Commissione emergenza abitativa, presieduta da Maria Pia Porcino.  "La Commissione - rincara Un mondo di mondi - dovrebbe occuparsi proprio dei casi degli sfratti e delle altre  emergenza, previste dall’articolo 31 della legge regionale nr 32 del 1996. Ma questo, fino ad oggi,  non è servito a garantire l’assegnazione degli alloggi  alle emergenze abitative.

Non vengono effettuate le assegnazioni e  le famiglie rimangono in strada, in una città con un'enorme quota di case, popolari e private, inabitate. Non è possibile che si continui in questa direzione. Non è possibile che l’Amministrazione comunale proclami la 'giornata storica' del Piano strutturale comunale, mentre calpesta il diritto fondamentale alla casa per le famiglie a basso reddito e senza una casa".  

L'associazione lancia l'ennessimo appello al sindaco perchè provveda "ad assegnare tempestivamente un alloggio alla signora Ferraro e di fare lo stesso per tutte le altre famiglie in emergenza abitativa che si trovassero nelle medesime condizioni. Il tempo necessario per garantire un processo di trasparenza ed equità nelle assegnazioni degli alloggi popolari è già scaduto".

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