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La testimonianza

"Non ho più nulla, non so se riaprirò": il dramma del pasticcere Caridi nell'alluvione di Faenza

Acqua e fango hanno devastato il laboratorio dello chef reggino distruggendo i costosi macchinari. Su Facebook avviata una raccolta fondi per aiutarlo

"Sono a pezzi, non ho più nulla e il mio pensiero è anche per le famiglie dei 45 lavoratori della mia azienda, perché davvero non so come potrò riuscire a riaprire". E' stata travolta dal fango a Faenza la pasticceria di Sebastiano Caridi, chef e maestro pasticcere reggino che nell'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna ha perso la sede della sua attività professionale, nella quale aveva investito con macchinari di alta tecnologia e creando un curatissimo ambiente per la ristorazione.

"E' tutto da rifare - spiega - mi sono dato due mesi di tempo per capire cosa accadrà e decidere il da farsi, ho riportato 600.000 euro di danni oltre alla perdita di tutto il costoso investimento tra arredi e strumentazioni. Ma mi ritengo fortunato: questa è una tragedia di tutti e ci sono persone rimaste senza un tetto sulla testa, io ho ancora la mia casa".

La violenza dell'acqua ha travolto i pesantissimi macchinari sollevandoli come foglie

Il racconto dei momenti della catastrofe mette i brividi: "Intorno alle 21 è stato dato l'allarme e hanno detto di non uscire da casa. Ci siamo chiusi dentro ma è subito arrivato un nuovo avviso di abbandonare le abitazioni, gli argini del fiume ci stavano precipitando addosso. La mia casa è in collina, un po' distante dal centro e questo l'ha salvata".

La pasticceria invece si trova in corso Saffi e l'esondazione del Lamone l'ha colpita in pieno. Il maestro pasticcere ha assistito in diretta al disastro, dalle telecamere installate nel suo locale: "E' stata una scena terribile, ho visto uno tsunami di acqua alta quasi due metri che ha spinto via i pesantissimi macchinari, 700 chili e oltre volati via come foglie al vento. E' durato pochi attimi, poi il cortocircuito ha fatto spegnere la telecamera".

Il 35enne Caridi, figlio del maestro pasticcere Paolo, ha imparato il mestiere in famiglia e dopo gli studi scolastici all'istituto alberghiero di Villa San Giovanni ha frequentato la prestigiosa Cast Alimenti di Brescia e si è poi specializzato nell'arte del cioccolato con Stefano Laghi.

Nel 2015 ha vinto il talent show di RaiDue "Il più grande pasticcere" e l'anno dopo ha realizzato il sogno della vita aprendo la sua prima pasticceria a Faenza insieme al socio Giorgio Gonelli. La sua creatività e professionalità e l'apprezzamento tra la clientela e nei concorsi sono stati coronati nel 2018 da un'importante qualifica, il titolo di maestro dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani. 

Nel suo locale e pastry lab lavora con la moglie Claudia Vilasi, anche lei reggina. Insieme hanno due figli piccoli che stanno proteggendo dalla difficoltà del momento. "I nostri bambini sono sereni - dice - e come genitori abbiamo il dovere di non apparire deboli e rassicurarli. Sanno quello che sta succedendo attorno a loro, ma ci vedono forti e reattivi e questo li tranquillizza".

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Ad aiutare il maestro pasticcere tanti conterranei della comunità calabrese in Emilia

Da due giorni insieme ad alcuni amici lo chef sta ripulendo la pasticceria dal violento passaggio dell'acqua. Da solo, perchè forze dell'ordine e Protezione civile sono impegnati con priorità tra gli sfollati. "E' giusto - precisa - che chi non ha più una casa venga prima. Io ho trovato grande generosità nella comunità di calabresi emigrati in Emilia Romagna, tanti conterrenei sono venuti qui a spalare fango con me e non posso che ringraziarli con il cuore per questa vicinanza".

Chi conosce Sebastiano Caridi sta tentando di aiutarlo anche attraverso la rete dei social. In queste ore su Facebook tanti reggini hanno espresso solidarietà al maestro artigiano, che tutti chiamano Seba, e la pasticcera Silvia Federica Boldetti si è fatta portavoce di una raccolta fondi.

Nel post ci sono immagini girate all'interno della pasticceria, con un lago di fango, frigoriferi capovolti, dolci pronti in forno per la cottura devastati dall'impatto. Scrive la promotrice: "Io non so cosa voglia dire perdere tutto. So peró cosa significa dare tutto se stessi per il proprio sogno. E so che per quanto sono orgogliosa aiuto non lo chiederei mai… Ed è per questo che le mani si tendono e basta. Ci sono migliaia di persone da aiutare ma scelgo e abbiamo scelto con tutto il cuore di iniziare da Sebastiano Caridi perché da solo non può ripartire: chi è nel mondo della pasticceria o appassionato sa bene quanto lavoro, soldi e sudore ci siano dietro ciò che vedete galleggiare".

Una collega ha avviato una raccolta fondi per aiutare Caridi a ripartire con la sua attività

La raccolta spontanea domanda un contributo monetario ma si annuncia anche la possibilità in futuro di partecipare con prodotti utili alla ripresa dell'attività del pasticcere reggino. Un'iniziativa lanciata con discrezione, perché a Faenza Seba Caridi è noto per riservatezza e umiltà e forse quest'attenzione lo metterebbe a disagio, ma la sua storia è emblematica di un'intera popolazione in ginocchio. "ll bene si fa in silenzio - conclude la portavoce della raccolta - ma l'aiuto si chiede gridando più forte che mai. Se non conoscete Sebastiano, guardatevi intorno o chiedete ai vigili del fuoco, ci sarà qualcuno che ha bisogno di voi". 

E a chiedere di riportare la dolcezza nella vita di Seba c'è ora anche una campagna strutturata su GoFundMe che ha raggiunto in poche ore la cifra di 1600 euro. Un piccolo atto di generosità per ricominciare.

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