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La preoccupazione

Superbonus, Ance Giovani: "Si rischia una voragine economica e sociale"

L'intervento dell'architetto Nicola Irto, presidente dell'associazione di Reggio Calabria

Già da venerdì 17 febbraio, è in vigore il decreto legge che impone lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per il Superbonus e tutte le altre detrazioni fiscali per l’edilizia, con qualche eccezione per i progetti già avviati. Ance Reggio Calabria Giovani lancia l'allarme e spiega: "In estrema sintesi le misure contenute nel nuovo decreto interessano i seguenti aspetti delle agevolazioni edilizie: stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura del superbonus e degli altri bonus edilizi per tutti gli interventi futuri; blocco all’acquisto dei crediti da parte di Comuni e Regioni, con la giustificazione che secondo il governo gli enti locali finirebbero per violare le norme del pareggio di bilancio; esclusione dalla responsabilità solidale degli acquirenti delle somme, senza però risolvere il problema del sequestro preventivo dei crediti fiscali alle imprese.

Secondo la lettera c del comma 3 all’art.2 del decreto legge invece non potranno effettuare lo sconto in fattura le imprese che alla data di entrata in vigore non abbiano registrato i preliminari di acquisto per le case antisismiche. Potranno, invece, essere ancora ceduti gli importi relativi a lavori per i quali è già stata presentata apposita Cila".

"Con il suo intervento a gamba tesa contro le cessioni dei crediti fiscali, connessi al Superbonus e agli altri bonus edilizi - dichiara l'arch. Nicola Irto, presidente di Ance Giovani Reggio Calabria - il governo sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di imprese che rimarranno definitivamente senza liquidità, dopo aver fatto legittimo affidamento sulle norme sinora vigenti, effettuando investimenti, di mezzi e di personale, nella prospettiva di poter continuare sino alla scadenza prevista dalla normativa.

Quello emanato due giorni fa è un provvedimento sul quale i primi campanelli di allarme sono arrivati da Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che più volte si è fatta portavoce delle situazioni ormai drammatiche che stanno vivendo imprese e famiglie, chiedendo al governo una soluzione strutturale e proponendo misure concrete al fine di sbloccare i crediti "incagliati" e impedire il fermo di migliaia di cantieri in tutte le città
italiane, con conseguenze devastanti non soltanto sul tessuto produttivo ed economico, ma anche sul piano della sicurezza e del degrado, con buona pace - tra l'altro - degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere".

Secondo Irto "sembra addirittura paradossale, inoltre, ricordare che proprio qualche giorno fa l'Europa, con l'ultimo aggiornamento della direttiva sul rendimento energetico degli edifici, ha chiesto a tutti gli Stati membri di arrivare al 2050 con un parco edifici in NZEB – Near Zero Energy Buildings; obiettivo questo che, senza le opportune modifiche del decreto legge in sede di conversione, evidentemente il Governo non ha più intenzione di raggiungere.

Ciò che, a questo punto, dobbiamo augurarci è che l’incontro con le associazioni di categoria porti l’avvio di una fase di trattative e di riflessioni che non penalizzi famiglie, professionisti ed imprese, in linea con la tanto agognata "transizione ecologica" - verso la quale la decisione del Governo sembra essere in netta contraddizione - evitando di porre fine ad uno strumento che, nel bene o nel male, ha contribuito non poco al rilancio della
nostra economia dopo la crisi generata dal Covid".

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