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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Nella capitale della 'ndrangheta la giustizia rischia il collasso per carenza di organici

L'allarme è stato lanciato da Luciano Geradis, nemmeno i benefici economici e di carriera sembrano essere attrattivi, la giustizia civile è quella che soffre di più schiacciata dalla mole di lavoro richiesto dai processi contro la criminalità: 176 procedimenti e oltre mille imputati

Nella capitale della ‘ndrangheta: l’organizzazione criminale più potente nel panorama criminale internazionale, gli uffici giudiziari soffrono di una atavica carenza di personale. E’ questo l’allarme lanciato da Luciano Gerardis, presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, durante la sua relazione in occasione dell’udienza solenne di apertura dell’anno giudiziario.

“Com’è noto - ha detto Luciano Gerardis - Reggio Calabria è la capitale storica ed attuale dell’organizzazione criminale chiamata ‘ndrangheta, che per pervasività, capillarità, ramificazioni internazionali e potenzialità delinquenziale è unanimemente ritenuta una delle più pericolose, se non la più pericolosa del mondo. Ebbene essa, pur diffusa ormai in quasi tutte le regioni italiane e in tutti i continenti, mantiene ancora in questo territorio, come rivelato anche da recenti acquisizioni processuali, i suoi vertici di comando.

Le conseguenze sulla giurisdizione sono evidentissime in termini di numero, entità e rilevanza sociale dei procedimenti pendenti, di impegno richiesto, di udienze tenute, di imputati detenuti, di effetti sulla rimanente parte della domanda complessiva di giustizia. Malgrado questo, da tutti gli uffici giudicanti si alza un corale e disperato grido di allarme sull’assoluta inadeguatezza delle risorse disponibili”.

Organici ancora incompelti

E questo nonostante le piante organiche abbiano ricevuto nuova linfa con l’ultimo decreto ministeriale. "Ma - ha spiegato il presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria - occorre aspettare che i nuovi organici vengano effettivamente coperti, e tutto lascia prevedere che i tempi saranno lunghissimi, determinandosi così un intollerabile scarto tra pur lodevoli modifiche e loro effettiva attuazione. Per di più, malgrado l’attenzione dimostrata dallo stesso Csm, non si riescono a coprire persino i posti previsti dalle precedenti piante. Deserti vanno infatti i bandi ordinari per gran parte dei posti scoperti. E, circostanza ancora più grave, parzialmente deserti vanno anche i bandi per applicazioni extradistrettuali, che pure garantiscono una durata ben limitata oltre a benefici economici e di carriera”.

Non bastano benefici economici o di carriera

Buchi di organico che, per paradosso, non si riescono a riempire nemmeno attraverso i benefici economici previsti per chi scegli di lavorare a Reggio Calabria e nel suo distretto. “Neanche i benefici economici e di carriera - ha detto Gerardis - riescono più a rendere appetibili posti che evidentemente, per l’insufficienza delle presenze effettive con conseguente riparto degli affari tra un numero inadeguato di magistrati, e per l’impegno e la responsabilità richiesti dalla giurisdizione, non sono in alcun modo equiparabili a quelli di altri uffici giudiziari. Così però è davvero arduo affrontare la grande mole di procedimenti di straordinaria rilevanza sociale in un distretto che invece ben più di altri ha bisogno di affermare la legalità”.

I numeri poderosi dei processi per 'ndrangheta

E questo è un dramma per la giustizia reggina, da sempre alle prese - fra le altre incombenze - con la lotta alla ‘ndrangheta. Basti solo pensare che in questo momento pendono presso le sole penali dibattimentali (prima e seconda) della Corte di appello ben 176 procedimenti di competenza della Dda, con 1090 imputati di cui 392 detenuti; che il tribunale distrettuale ha in corso di trattazione 86 analoghi procedimenti con 1029 indagati e 55 detenuti; che il tribunale di Palmi sta trattando 36 processi Dda ed il tribunale di Locri 13.

Sistema a rischio collasso

Una mole di lavoro impegnativa, disarmante che rischia di far collassare il sistema, soprattutto quello relativo al settore civile. Questo Luciano Gerardis lo sa molto bene e non lo ha nascosto nella sua relazione. “Ne risulta sacrificata pertanto - ha commentato Luciano Gerardis - la celerità della risposta di giustizia sia in altri ambiti sia soprattutto al settore civile, dove permane alto il livello di litigiosità senza che questo significhi anche un maggiore esercizio dei diritti. Da un canto, infatti, viene segnalato il mancato raggiungimento nel territorio degli obiettivi propostisi dal legislatore con l’introduzione dei filtri di accesso alla giurisdizione, come la mediazione obbligatoria e la negoziazione assistita, che quasi mai hanno avuto un esito positivo ed anzi hanno finito soltanto per rendere più costosi, difficoltosi e lenti il ricorso e/o la risposta giudiziale. Dall’altro, è a tutti evidente quanto ancora resta da fare per rendere comune la consapevolezza e l’esercizio dei diritti in un distretto in cui sono assai diffuse la “filosofia” e la pratica del favore se non dell’illegalità”.

Situazione di emergenza

Insomma, per usare le parole del presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, “la situazione del distretto reggina appare senz’altro straordinaria e per molti versi emergenziale”.

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