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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Giustizia minorile, il progetto "Liberi di scegliere" ha fatto breccia nei cuori più duri

Citazione speciale per l'attività del tribunale per i minorenni nella relazione di Luciano Gerardis: "Ha finito col dare anche un contributo alla disgregazione di modelli culturali e relazioni familiari apparentemente granitici ed intangibili"

Una citazione speciale, fra le altre segnalate durante il suo intervento nell’aula della Corte d’assise del tribunale di Reggio Calabria, il presidente Luciano Gerardis l’ha voluta dedicare all’attività del Tribunale per i minorenni.

Un tribunale di frontiera che, durante la presidenza di Roberto Bella,  ha avviato il progetto “Liberi di scegliere” ed ha guardato con occhi diversi ai procedimenti a tutela dei minori “appartenenti o contigui alle famiglie malavitose del territorio”.

Per Luciano Gerardis si tratta di un “indirizzo rimarchevole” che ha consentito a tanti giovani reggini di cambiare vita.  “L’esperienza acquisita in tanti giudizi - ha detto Luciano Gerardis - ha rafforzato il convincimento del tribunale che per censurare i modelli educativi deteriori mafiosi nei casi in cui sia messo a repentaglio il corretto sviluppo psico-fisico dei minori sia necessario intervenire nella stessa maniera in cui si interviene nei confronti di genitori violenti, maltrattanti o che abbiano problemi di alcolismo o tossicodipendenza, e cioè con provvedimenti di decadenza/limitazione della responsabilità genitoriale e allontanamento dei minori dal nucleo familiare”.

Un indirizzo che sta determinando risultati positivi, con i minori che hanno ripreso la loro frequenza scolastica, prima interrotta, ed hanno svolto le attività socialmente utili a seguito i percorsi di educazione alla legalità organizzati dagli operatori dei servizi minorili.

“E ciò - ha proseguito il presidente della Corte d’appello - ha finito col dare anche un contributo alla disgregazione di modelli culturali e relazioni familiari apparentemente granitici ed intangibili”.

Non solo. Diverse madri si sono rivolte allo stesso tribunale per chiedere aiuto per i propri figli; "altre, espiate pene detentive per gravi reati, hanno sollecitato un sostegno per cambiare vita e reperire una sistemazione logistica e lavorativa al seguito dei figli minori allontanati dal tribunale”.

Persino alcuni detenuti, sottoposti al regime penitenziario duro, previsto di dall’articolo 41 bis, hanno incoraggiato il tribunale a proseguire nell’attività intrapresa a tutela dei loro figli per sottrarli al degrado dell’ambiente di provenienza.

"L’indirizzo adottato - ha concluso - per il suo grande significato e per i risultati ottenuti, ha avuto unanimi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, ed ha riscosso il plauso del Csm”.

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