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Cronaca

Anno giudiziario, per la Uilpa tanto è stato fatto ma tanto c'è ancora da fare

Patrizia Foti, segretario territoriale del sindacato, interviene dopo l'udienza di apertura e mette in evidenza "la necessità di una riforma della giustizia che preveda un vero e proprio piano che superi la logica degli interventi che si succedono da tempo"

“Quest’anno abbiamo partecipato a una nuova versione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario reggino. Sobria e limitata a pochi ma ricca di temi importanti e, soprattutto, come ha ben evidenziato il presidente Gerardis, senza “fronzoli” e senza sfarzo proprio nel rispetto dei tanti morti, di chi ancora oggi è sofferente e giace nelle terapie intensive e di tutti coloro che sono stati colpiti soprattutto economicamente dalla pandemia”. Inizia così Patrizia Foti – segretario territoriale Uilpa e vice coordinatore nazionale Uilpa giustizia - proprio all’inaugurazione del nuovo anno giudiziario 2021, a tirare i conti e a mettere sul tavolo la lunga lista di attività messe in atto durante lo scorso anno, particolarmente duro e che ha messo alla  prova la resilienza di tutti gli operatori della giustizia.

“Il momento storico che stiamo vivendo ci ha imposto delle modifiche sostanziali che hanno interessato tutta la macchina della giustizia con una netta trasformazione della realtà di tutti gli Uffici. Grazie alle nostre battaglie sindacali – chiosa Foti - il nostro ribadire sulla necessità di un progetto di pianificazione strategica per l’implementazione dell’efficienza del sistema giudiziario e amministrativo, la valorizzazione delle professionalità e dell’esperienza del personale giudiziario e l’adozione di modelli organizzativi tesi a promuovere il benessere psicofisico dei lavoratori, ci permette oggi di poter gridare a gran voce che siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi prefissi”.

Le criticità più importanti sono state superate così come enunciato dal presidente Gerardis durante la lettura della relazione annuale, una di queste, la oramai annosa questione sulla presenza dei numerosi faldoni presenti nei corridoi del Cedir che, finalmente, hanno trovato posto presso il nuovo archivio realizzato all’uopo.   

“La nostra lotta - prosegue - per eliminare il digital divide ha scongiurato il rischio della paralisi del funzionamento degli uffici giudiziari, innalzando il livello dei servizi garantiti ai cittadini e alle imprese attraverso strumenti telematici, centrando così l’obiettivo per il miglioramento della funzionalità della macchina della giustizia”.

Per Patrizia Foti, poi, “Ulteriore boccata d’ossigeno arriverà con il Recovery plan, nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza - Next generation Ue, approvato il 12 gennaio dal governo, con  11,45 miliardi di euro dedicati al cambiamento della pubblica amministrazione, di cui proprio 7,95 miliardi destinati alla digitalizzazione. Una somma a sua volta articolata: infatti 5,57 miliardi andranno per cittadinanza digitale, servizi e piattaforme abilitanti, 1,25 miliardi per le Infrastrutture digitali e cyber security, 1,13 miliardi per i dati e l’interoperabilità. Ulteriori 2 miliardi di euro saranno investiti nell’innovazione organizzativa del settore giustizia soprattutto mirata ad accorciarne i tempi. Infine, sono previsti 1,5 miliardi per la modernizzazione della pubblica amministrazione nel suo complesso, di cui 720 milioni per la cosiddetta pubblica amministrazione competente, ovvero il miglioramento delle competenze digitali del personale pubblico nel quadro di una più complessiva riqualificazione delle risorse umane a disposizione delle amministrazioni; 480 milioni per la semplificazione burocratica attraverso la digitalizzazione delle procedure; 210 milioni per il reclutamento di nuove risorse umane tenendo conto dell’elevata età anagrafica dei dipendenti pubblici e delle necessità relative alla stessa esecuzione del Piano di ripresa e resilienza; 100 milioni infine per la creazione di Poli territoriali per il reclutamento, la formazione, il coworking e il lavoro agile dei quali si era già parlato nei mesi scorsi”.

“Bisogna quindi mettere in evidenza la necessità di una riforma della giustizia che preveda un vero e proprio piano che superi la logica degli interventi che si succedono da tempo, restituendo efficienza ed efficacia al processo nel rispetto autentico e sostanziale dei principi costituzionali. Purtroppo non possiamo ancora che essere sconcertati e indignati – conclude Foti -  per il mancato completamento del nuovo Palazzo di giustizia. Anni di proclami hanno portato solo a disattendere tutte le promesse elargite durante le numerose riunioni a cui abbiamo assistito come parte sociale. Nulla ancora è stato risolto e la latitanza dell’amministrazione centrale e di quella locale ha portato i lavoratori a essere acquiescenti e votati oramai a una sorta di rassegnazione sociale che giornalmente mette a dura prova la loro resilienza”.

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