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Coppie omogenitoriali, Reggio si unisce alla disobbedienza civile contro la circolare del governo

Arcigay con Agedo, attivisti e cittadini in piazza con il sostegno del Comune per chiedere il ritiro della nuova disposizione sulle trascrizioni

In piazza Italia oggi pomeriggio c'erano tanti ragazzini spensierati che giocavano a pallone, piccoli cittadini italiani non diversi né un gradino più in alto rispetto ai loro coetanei che rischiano di perdere il diritto alla famiglia perché figli di coppie omogenitoriali. Per ribadire l'opposizione alla circolare del governo che vieta la trascrizione dei certificati anagrafici di questi figli nati all'estero, anche a Reggio Calabria la comunità Lgbtqia+ ha manifestato unendosi all'onda di dissenso che si sta alzando in tutto il paese per chiedere la revoca di un provvedimento iniquo.

L'iniziativa è stata organizzata dal circolo Arcigay reggino, "in soli due giorni - ha spiegato la presidente Michela Calabrò - ma dopo la presa di posizione del sindaco milanese Sala abbiamo voluto aderire subito a questo appello insieme agli altri manifestanti italiani". Nonostante il breve preavviso, tanti reggini hanno partecipato al sit in e non soltanto appartenenti ai gruppi arcobaleno: l'urgenza di esprimersi contro le istruzioni del governo ai Comuni, che ieri hanno ricevuto una censura dell'europarlamento, da cui è giunta una mozione di condanna. 

Michela Calabrò ha ricordato la lacuna italiana su matrimonio egualitario e stepchild adoption all'interno alla legge sulle unioni civili del 2016: "E' una discriminazione che si estende al campo sociale, lavorativo e ora familiare. Sappiamo bene che le priorità del paese sono altre, e prima che da presidente Arcigay parlo ora da cittadina perché ho l'impressione le persone Lgbtqia+  sono tirate ballo quando il governo ha difficoltà ad affrontare i grandi problemi del paese. Un esempio per tutti sono i fondi del Pnrr, che oggi l'Italia rischia di perdere". 

Ospite della manifestazione in piazza Italia è stato l'artista Salvatore Piromalli, ovvero Doretta drag queen, socio onorario di Arcigay Due Mari, che alle parole di Calabrò ha aggiunto: "E' vero, siamo trattati come feticci per distogliere l'attenzione dalle vere emergenze del paese. Poi vorrei dire che si parla tanto di bambini e di come secondo qualcuno due genitori gay sarebbero dannosi per loro. Ci rappresentano come mostri, ma credo che i mostri veri siano quei papà che aspettano che moglie e figli dormano per scrivere a noi su Badoo..." 

Lo slogan del sit-in è "Giù le mani dai nostri figli e le nostre figlie" e in piazza Italia a sollevare simbolicamente una penna, quella della trascrizione, come gesto di disobbedienza civile ci sono stati anche i ragazzi dell'associazione Saturnia e Aldo Libri del sindacato Sul.

Mirella Giuffré, presidente cittadina di Agedo, che riunisce genitori e parenti di persone Lgbtqia+, ha parlato senza nascondere l'emozione: "Avevamo creato questa associazione per condividere l'esperienza del coming out di un figlio o una figlia, e poi ci siamo ritrovati a dover scendere in piazza per difendere i diritti dei nostri figli. Oggi siamo al punto di scendere in piazza per lottare anche per i nostri nipoti.

Questa nuova crociata contro le famiglie arcobaleno lascia aleggiare il tema della gestazione per altri per parlare alla pancia di una parte di gente moralista, ma qui si parla di tutt'altro, di trascrizione anagrafica di figli che sono nati all'estero ed esistono... sono tantissimi, qualcuno ha già trent'anni e hanno gli stessi diritti di chiunque altro. Chiedo - ha concluso - a tutti i genitori come noi di stare accanto i loro figli in questo momento molto buio, devono sapere che se si voltano indietro vedranno la loro famiglia che li sostiene". 

Hanno fatto sentire la loro vicinanza alla protesta anche gli assessori comunali Angela Martino e Demetrio Delfino, ricordando il sostegno dell'amministrazione per quella che è sentita come una battaglia di civiltà oltre ogni colore politico. "Per questo - ha detto Angela Martino - anche noi il 12 maggio saremo a Torino per l'iniziativa nazionale che a tutela della dignità della persona riunirà quei sindaci che avevano tentato proprio con la trascrizione anagrafica di colmare un vuoto legislativo.

E' molto grave che l'Italia sia, insieme a Polonia e Ungheria, l'unico paese europeo che non riconosce i figli di coppie omogenitoriali. Questo provvedimento - ha proseguito - ignora i diritti delle unioni arcobaleno e blocca l'esperienza delle amministrazioni locali che hanno cercato, attraverso le trascrizioni dei certificati anagrafici, di dare risposta ad una legittima istanza sociale".

Tecnicamente non esiste ancora una legge e i sindaci non sono destinatari di un vero e proprio divieto a trascrivere all'anagrafe i figli di coppie gay o lesbiche: la loro azione sarà importante per indurre il governo a tornare sui suoi passi. Il Comune reggino si conferma da questa parte della barricata: "Siamo vicinissimi ai diritti di tutti e di tutte - ha ribadito l'assessora Martino - Non possiamo consentire che una realtà che riguarda migliaia di bambini sia considerata invisibile dal nostro stato, bambini che si ritrovano all'improvviso con un solo genitore". 

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