Il carcere di Arghillà fuori controllo, ancora un'aggressione: minacciati medico e agente
La denuncia del sindacato Asppe: "Detenuti psichiatrici ed extracomunitari scontino la propria pena in strutture idonee"
È alto il rischio per i lavoratori del penitenziario di Arghillà. Sempre più spesso all'interno del carcere si verificano aggressioni, adesso è toccato ad un medico e ad un agente della polizia penitenziaria. Lo rende noto il sindacato Asppe. "L'aggressione ad un medico di turno all’interno del penitenziario con l’uso di forbici da parte di un detenuto che aveva richiesto visita medica".
"Poi, l’aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario minacciato e costretto da tre detenuti ad aprirgli la porta dell’infermeria di reparti". Per il delegato nazionale Luigi Barbera il carcere di Arghillà "è fuori controllo, persiste uno stato di abbandono percepito dai reclusi che ogni giorno sono autori di gravi eventi critici".
Per il segretario generale Asppe confederati Consipe "urge l'intervento del Governo affinché detenuti psichiatrici ed extracomunitari scontino la propria pena in strutture idonee tipo le Rems e laddove possibile nelle loro patrie galere. L'Asppe auspica che queste escalation di violenze all’interno dei penitenziari italiani abbiano una tangibile risposta dallo Stato".
Una situazione di grande rischio, dunque, dovuta anche al sovraffollamento e alla carenza di personale. L'Osservatorio sullo stato delle carceri dell’associazione Antigone aveva già lanciato l'allarme.
Dopo una visita all'istituto a luglio scorso ecco che aveva denunciato il sovraffollamento soprattutto nella sezione di media sicurezza, dove sono ospitati - secondo l'associazione “fino a 8 detenuti per cella con i letti a castello che sfiorano il soffitto“. In tutto, al momento della visita nell’istituto, erano presenti 403 detenuti per 302 posti regolamentari.