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Giovedì, 28 Marzo 2024
Periferie / Arghillà

Arghillà, Energie di comunità chiede il miglioramento delle condizioni di vita

Un incontro con il Garante regionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e i rappresentanti della Regione e del Comune è quanto auspicano, in tempi brevi, le associazioni del terzo settore

Non c'è più tempo da perdere, il quartiere di Arghillà nord estrema periferia di Reggio Calabria, non deve essere più un quartiere ghetto. Da tempo, su questo territorio, stanno lavorando operatori istituzionali, del terzo settore, movimenti e attivisti impegnati nel garantire la promozione di condizioni di vita dignitose ma adesso serve un passo avanti, serve una patto educatovo condiviso e sostenibile. Lo dice chiaramente la rete Energie di comunità che unisce realtà del terzo settore, movimenti e attivisti impegnati nel quartiere di Arghillà (ActionAid Italia, Adexo, Asd Arghillà, Azione Sociale, CSI Reggio Calabria, Il Cuore di Medea, Medici del mondo, NonUnaDiMeno).

Loro, ad Arghillà,  non si sono mai fermati, come dimostra la prossima inaugurazione dell'area gioco nella zona nord del quartiere. Ma adesso chiedono "che le Istituzioni diano risposte, per questo è stato richiesto dalla rete Energie di comunità un incontro al Garante regionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e ai rappresentanti della Regione e del Comune. La rete si auspica che la risposta giunga in tempi brevi".

"Le condizioni di vita delle persone, in particolare nella zona nord del quartiere, - spiega Energie di comunità -  destano preoccupazione, in quanto non si riscontrano, nonostante gli innumerevoli interventi, cambiamenti significativi nelle dinamiche innescate dalle condizioni strutturali tipiche dei cosiddetti quartieri ghetto delle periferie urbane (omogeneità delle condizioni sociali, concentrazione di povertà economiche e educative, difficoltà in termini di mobilità urbana, stigma sociale). Nonostante gli interventi istituzionali, delle realtà del terzo settore e di attivismo civile, restano critiche le condizioni di vita dei minori del quartiere. Anche se i dati sulla dispersione scolastica registrano un miglioramento rispetto agli anni passati (secondo una recente indagine della Fondazione Scopelliti), permangono situazioni di frequenza scolastica discontinua, alta percentuale di utilizzo di certificazione di disabilità cognitiva come mezzo di supporto scolastico. 

Le condizioni igienico sanitarie, dovute ai cumuli di rifiuti e ai roghi degli stessi, gravano sulle condizioni emotive e salutari di bambini e bambine e dei loro familiari. Il servizio di trasporto scolastico effettuato dall'Atam per conto del Comune resta a pagamento anche per fasce con Isee vicino allo 0 e il ritardo nella distribuzione dei buoni libro per classi della scuola dell'obbligo, crea ancora disagio in termini di pari opportunità. A ciò si aggiungono carenze idriche e le preoccupanti condizioni strutturali degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, per i quali è in corso la procedura di regolarizzazione anche per le occupazioni irregolari precedenti al 2021 (per le quali insistono comunque difficoltà di attestazione).

 Emerge anche dalla narrazione dei più piccoli che vivono in condizioni di privazione rispetto ai coetanei di altre zone della città e di altre classi sociali, come gli interventi delle forze dell'ordine, nell'ambito delle operazioni denominate "focus 'ndrangheta", più che contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, creino, rispetto alla situazione attuale, un'immagine delle Istituzioni pubbliche inefficace e finalizzata alla negazione di condizioni minime di vita quali sono casa, servizio idrico ed energia elettrica. 

Obiettivo condiviso della rete Energie di comunità è la programmazione congiunta e partecipata di azioni risolutive, a lungo termine, di contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento delle condizioni di vita dei minori residenti nel quartiere e dei loro familiari". 

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