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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Operazione “Helianthus”: la cattura del boss e la scoperta di agende con nomi, importi e ditte

Le indagini della polizia di Stato, iniziate nel 2012, avevano portato alla localizzazione del latitante Pietro Labate. Fondamentali i ritrovamenti nel suo rifugio

Risveglio movimentato per la città di Reggio Calabria. Di rilievo è l'operazione "Helianthus" della polizia di Stato, che ha portato all'arresto di 14 persone, tra boss e affiliati della potente cosca Labate. 

Iniziate nel 2012, le indagini avevano portato il 12 luglio del 2013 alla cattura del latitante Pietro Labate. Il carismatico leader e capo storico dell'omonima cosca si era sottratto al fermo di indiziato di delitto nell'aprile 2011, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ed eseguito dalla squadra Mobile nei confronti delle cosche Tegano e Labate nell’ambito dell’operazione “Archi”. 

I dettagli dell'indagine

La vasta attività investigativa, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e da sistemi di video sorveglianza, aveva portato nell'estate del 2013 alla localizzazione e alla cattura del boss latitante nel suo feudo, mentre si spostava, a bordo di uno scooter, all'altezza del torrente S.Agata.

I nomi degli arrestati

Nel covo, utilizzato come rifugio, poco distante dal luogo della cattura, i poliziotti trovarono importantissime agende con scritture contabili. Su di esse, infatti, il boss aveva annotato persone, importi e denominazioni di ditte,che si sono rilevate determinanti per l'accertamento della penetrazione dei Labate all'interno delle attività economiche e commerciali locali.

Le intercettazioni tra boss e gregari

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